Franco Donaggio – Reflections
In mostra il recente lavoro di Franco Donaggio, realizzato nella zona della laguna veneta prospicente l’area di Chioggia, paese natale dell’autore.
Comunicato stampa
Il 23 Novenbre alle ore 18, alla Galleria d'Arte Contemporanea Sabrina Raffaghello di Alessandria avrà luogo l'inaugurazione di Reflections, il recente lavoro di Franco Donaggio, realizzato nella zona della laguna veneta prospicente l'area di Chioggia, paese natale dell'autore.
Mariateresa Cerretelli in un testo critico scrive: Reflections é la metafora del viaggio, un luogo dell'anima dove la laguna diviene per l'artista lo specchio delle sue origini più profonde. Ed essa diviene memoria, lo spazio dilatato dell'infanzia e del gioco, il riflesso di un mondo interiore, il posto prescelto per sognare, la lieve carezza dei ricordi e un inno dell'anima alla contemplazione e al riposo.
Esplorando a ritroso la sua vita passata e il presente, l’autore si lascia trasportare senza opporre resistenza dalla sua naturale corrente emotiva, comunicando un profondo senso di pace, di bellezza e di dolce nostalgia. La sequenza foto-grafica, teatro di pensieri e riflessioni, sottolinea con forza anche la pulsione vitale della laguna, un grembo materno e un luogo sicuro in cui cresce la vita a poche miglia dal mare aperto, dove tutto segue i ritmi di un movimento costante.
La ricorrente impronta onirica, che segue, come un invisibile filo rosso, tutti i lavori di Donaggio, anche in questo caso pervade tutte le opere aggiungendo fascino e mistero.
Riflessioni è un canto d'amore, un viaggio in un' immensità misteriosa e struggente che invita a sognare. O a seguire l' infinito silenzio di Giacomo Leopardi "....e il naufragar m'è dolce in questo mare".
REFLECTIONS booksigning alla presenza dell'Artista
testi in catalogo a cura di Italo Zannier e Maria Teresa Cerretelli
GRAFIE COME SINTESI UNIVERSALE di Italo Zannier
Durante il secondo dopoguerra, nella vivace, epocale accensione ideologica, in fotografia si distingueva tra quella "grafica" e la "neorealistica", e quest'ultima sembrava vincente, sopratutto politicamente, per l'impegno ( lo era, perlomeno in apparenza ) di denuncia sociale e di provocazione umanistica. In fotografia vincevano i Paul Strand e gli Henri Cartier Bresson, specialmente quest'ultimo, narratore esplicito della comédie humaine, mentre i magistrali Aaron Siskind o Harry Callahan s'inoltravano in una lettura, privata e insolita del paesaggio, lontana da quella coeva, corposa, materica, persino viscida configurata nelle vedute di un Ansel Adams o di un Edward Weston. Il minimalismo di Siskind e di Callahan, spesso essenziale nella decorporazione dei soggetti, venne anche aspramente attaccato dai sociologisti in voga, e persino accusato di inerte formalismo, di edonistico fotoamatorismo (così nel mio ricordo!), nonostante l'approvazione di uno Steichen, teso con intelligenza al superamento degli schemi e delle retoriche immanenti e quindi disponibile verso le nuove formule grafiche. Moduli espressivi impliciti storicamente nella Fotografia, che allora viveva, come le altre forme dell'arte, una stagione di forte, persino esasperata dialettica tra "realismo" e "astrattismo", tra "obbiettività" sociologica e "sogno" (astratto o surreale) della realtà. Come infine, però, lo sono tutte le immagini, anche quelle - sempre più rare e a loro volta inquinate -, non fotografiche. Franco Donaggio ha vissuto più tardi, vent'anni dopo, quella stagione - quando ormai s'erano chiariti, sia pure faticosamente, molti preconcetti -, affrontando con immaginazione l'Idea di un mondo incantato, metafisico. Un universo filtrato, quasi strigliato, ripulito fino a raggiungere la purezza del segno significativo, mediante una sintesi degli elementi, che debbono risultare essenziali, per esprimere simultaneamente un suggestivo concetto di realtà, qui di realtà onirica, a volte persino angosciosa, come nell'incubo di un sogno notturno ritrovato all'alba, in Fotografia. Senza saperlo e volerlo, Donaggio mi sembra un ipotetico "allievo" di Luigi Veronesi o di Bruno Munari, se penso agli artisti italiani; molte tra le sue immagini, oltretutto, sembrano discendere dai simbolisti orientali, virtuosisticamente ricamate in voluttuose grafie, persino nell'immagine di una coppia di gabbiani in volo. Una fotografia "controcorrente", quella di Franco Donaggio, finalmente!Un esercizio dello sguardo, che propone un Eden armonicamente strutturato da luci e da segni essenziali, che invitano a scoprire l'armonia di un paesaggio, forse non quotidiano, ma certamente avvincente come concetto, come filosofia della realtà intima, meno conosciuta e qui iconicamente riconoscibile .
LO SPECCHIO DELLA MEMORIA di Mariateresa Cerretelli
Lo sguardo segue abbagliato l'effetto ipnotico e cristallino dell'acqua, danza tra le secche, le reti e i gabbiani, s'immerge nel canto silenzioso delle immagini e si perde alla ricerca dell' infinito oltre la linea dell'orizzonte.
Intermezzo tra cielo, terra e mare, sirena maliarda e incantevole che incatena poeti e sognatori, la laguna veneta nella fotografia di Franco Donaggio diventa la rappresentazione di un universo personale. E' la memoria delle proprie origini, lo spazio dilatato dell'infanzia e del gioco, il riflesso di un mondo interiore, il posto prescelto per sognare, la lieve carezza dei ricordi e un inno dell'anima alla contemplazione e al riposo. Franco Donaggio ancora una volta sceglie un nuovo tema per esprimere la sua ricchezza di linguaggi. Ed esplorando vita passata e presente si lascia trasportare, senza opporre resistenza dalla sua naturale corrente emotiva. Ma questo mare simbolico dove l'artista è nato e cresciuto, scelto come diario intimo e profondo, narra sensazioni e sentimenti che trascendono l'esperienza individuale e raggiungono, nella magica alchimia fotografica, la mente e il cuore di ogni uomo. Nello scenario di questo paesaggio naturale, l'acqua assume connotazioni suggestive attraverso la luce vibrante dei riflessi argentei e la scura densità dei dettagli e comunica un profondo senso di pace, di bellezza e di dolce nostalgia. E la ricorrente impronta onirica, che segue, come un invisibile filo rosso, tutti i lavori dell'artista, anche in questo caso pervade tutte le opere aggiungendo fascino e mistero. La sequenza fotografica, teatro di pensieri e riflessioni, sottolinea con forza anche la pulsione vitale della laguna, un grembo materno e un luogo sicuro in cui cresce la vita a poche miglia dal mare aperto, dove tutto segue i ritmi di un movimento costante.Per arrivare ad incidere il suo bianco e nero nitido e ricercato, Franco Donaggio ha percorso la laguna, che conosce come le sue tasche, in lungo e in largo fissando negli occhi sogni e realtà e disegnando con tocchi sapienti e calibrati il suo paradiso acquatico.E' un racconto straordinario scritto sulle ali dell'emozione con immagini digitali e dimostra ancora una volta che, lontano da qualsiasi irrigidimento accademico, la fotografia è arte musica e poesia. Riflessioni è un canto d'amore, un viaggio in un' immensità misteriosa e struggente che invita a sognare.
O a seguire l' infinito silenzio di Giacomo Leopardi "...e il naufragar m'è dolce in questo mare".