ZimmerFrei – Temporary 8th
Al Torino Film Festival sarà presentato, per la prima volta in Italia, il documentario di ZimmerFrei Temporary 8th, regia di Anna de Manincor, suono di Massimo Carozzi.
Comunicato stampa
Il 24 novembre al Torino Film Festival sarà presentato, per la prima volta in Italia, il documentario di ZimmerFrei Temporary 8th, regia di Anna de Manincor, suono di Massimo Carozzi.
L’occasione è l’omaggio alla produzione filmica di ZimmerFrei, curata da Massimo Causo per la sezione Onde, in cui sarà presentato in anteprima il nuovo film girato a Budapest, insieme a una selezione di importanti lavori di videoarte e documentari di creazione.
Il documentario Temporary 8th è stato girato a Budapest nel giugno del 2012, montato a Bologna durante l’estate, e presentato dal 26 al 29 settembre al Festival PLACCC di Budapest, festival incentrato su progetti site specific, sia performativi che installativi, realizzati per spazi urbani (www.placcc.hu).
Temporary 8th registra la transitorietà e la precarietà del presente nell’Ottavo Distretto di Budapest e s’interroga sull’uso degli spazi comuni di proprietà pubblica e privata. L’8th District è un quartiere popolare tradizionalmente abitato da una grande comunità Rom, che negli ultimi anni ha sia beneficiato che subito le conseguenze di un’estesa trasformazione e riqualificazione urbanistica, fatta di demolizioni, spostamenti forzati di abitanti e costruzione di nuovi complessi abitativi e commerciali. Questo tipico processo d’investimento, riqualificazione e gentrification si è interrotto bruscamente nel 2008 con la crisi economica internazionale e al momento il quartiere è punteggiato di buchi, lotti vuoti, progetti incompiuti e spazi senza una chiara destinazione d’uso.
Alcuni abitanti ne hanno preso possesso e ne fanno gli usi più diversi: si aprono locali temporanei, si coltivano orti, si improvvisano giochi per bambini, concerti, parcheggi e mercati.
Temporary 8th è uno spaccato della vita di una città che ha bisogno di reinventare se stessa, che vive giorno per giorno la temporaneità stravolta del presente, l’assottigliarsi delle risorse, l’impermanenza della realtà dei luoghi e della loro storia, nel ricordo recente degli edifici che sono stati abbattuti, tra gli orti cresciuti al loro posto e le tracce ancora presenti della seconda guerra mondiale e dell’insurrezione del 1956, tra le percezioni e le aspirazioni dei nuovi abitanti e il complesso intreccio di segni passati e progetti futuri, a scapito o vantaggio di nuovi confini. Il ritmo del film è serrato, da thriller, il ritratto soggettivo e partecipato di un luogo tanto reale quanto immaginario, che non sa bene ancora cos’è, cosa trattenere e cosa liberare.
Il progetto “City Portraits” inizia nel 2010 a Bruxelles con il film “LKN Confidential”, prodotto dall’importante festival di teatro e performance contemporanea Kunstenfestivaldesarts. Il festival commissiona al trio ZimmerFrei un lavoro su rue de Laeken, la strada in cui quell’anno ha sede il festival. Il gruppo si concentra sui negozi e le botteghe presenti nella via - luoghi privati ad accesso pubblico – e, in collaborazione con i commercianti della strada, realizza un originale film documentario e una serie di installazioni visitabili all’interno dei negozi.
L’anno dopo il progetto diventa ufficialmente una serie, “Temporary cities” e viene adottato dal circuito In Situ, rete di festival di arte pubblica (http://www.in-situ.info/en/reseau), che produrrà in tutto cinque documentari dedicati a zone circoscritte e in via di trasformazione, in grandi capitali europee. A Torino si vedrà The Hill, il film dedicato a Copenaghen, mentre un nuovo documentario vedrà protagonista Marsiglia, capitale della cultura europea nel 2013. La nuova produzione è di Lieux Publiques e il film sarà girato interamente alla stazione dei treni di Marsiglia, l'ingresso alla città via terra.
Ogni film è unico e diverso, anche se il metodo di lavoro di ZimmerFrei, il format dei documentari, è simile per ogni città: è scelto un quartiere, una zona della città che sta vivendo una trasformazione urbanistica e sociale, e inizia un dialogo intenso e complice con gli abitanti e con i luoghi d’uso quotidiano. Non si tratta di un reportage o di un’indagine sociologica, ma di un contatto diretto tra personalità e percezioni singolari che dà forma a un ritratto originale, immediato e vivo, dei luoghi esplorati e dei loro residenti.
Il documentario è realizzato con e per gli abitanti della zona, che diventano protagonisti insieme agli spazi, al paesaggio che cambia velocemente nel tempo accelerato e compresso delle città contemporanee. La prima proiezione di ognuno dei documentari è avvenuta nel luogo stesso in cui sono stati girati (la strada di Bruxelles, la collina di Copenhagen, un orto comunitario di Budapest), alla presenza di tutti i partecipanti, che sono così protagonisti, giudici e testimoni di un’esperienza creativa comune che prenderà poi il largo con le proiezioni in altre città e nei festival internazionali dedicati al documentario di creazione.