David Pollock – Fertile Geometry

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE BENETTON STUDI RICERCHE - SPAZI BOMBEN
Via Cornarotta 7-9, Treviso, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a venerdì ore 15-20, sabato e domenica ore 10-20 La mostra resterà chiusa nei giorni 24, 25, 26, 31 dicembre e 1° gennaio.

Vernissage
01/12/2012

ore 18.30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
David Pollock
Generi
fotografia, personale

A Treviso una mostra fotografica di David Pollock e un workshop sul paesaggio agrario.

Comunicato stampa

Urbanautica, giornale online di fotografia che si occupa di esposizioni e attività curatoriali, organizza da domenica 2 dicembre 2012 a domenica 6 gennaio 2013 negli spazi Bomben di Treviso, con il patrocinio della Fondazione Benetton Studi Ricerche, la prima mostra europea del fotografo canadese David Pollock: Fertile Geometry (inaugurazione pubblica sabato 1° dicembre ore 18.30, sarà presente il fotografo).

L’esposizione è disegnata dall’architetto Massimiliano Foytik e raccoglie fotografie realizzate tra il 2008 e il 2010 nelle campagne della Saanich Peninsula nell’isola di Vancouver.

Andrea Filippin, scrittore e copy editor di Urbanautica spiega nella premessa del catalogo che una delle chiavi di lettura della mostra «sta nell’equilibrata essenzialità del titolo, nello scontro fecondo di due parole a ragione inconciliabili. La terra che vi è rappresentata esala respiri come vapori densi e stende superfici discontinue e gonfiori [...] Eppure geometrico è il solco che ne rivolta i neri e i bruni, lineare il taglio netto che ridisegna il paesaggio secondo una fitta trama di segni come accurate incisioni su di una lastra un tempo incorrotta, come ferite esposte a liberare di nuovo ciò che la terra restituisce alla luce dopo un lungo sonno di inverno e di buio. [...] Quella spaccatura di zolle rigonfie, quel filo d’acqua che riga traslucido l’asfalto, quel sentiero sgraziato che penetra in un logoro campo di grano, si possono seguire ben più in là di quanto il margine dell’immagine rappresentata li costringa. […] Ogni quadro di Fertile Geometry è un invito al recupero della totalità dell’essere. È la terra profonda che sta sotto l’esistenza dei campi».

La scelta del tema dell’agricoltura è ben raccontata dallo stesso fotografo, David Pollock: «l’agricoltura è spesso vista attraverso le lenti della nostalgia e romanticizzata come uno stile di vita perduto e più legato alla natura. I campi coltivati hanno rappresentato per me un modo proficuo per rapportare l’uomo alla natura, perché è rispetto a questa relazione che ci si può interrogare sul nostro posto nel mondo naturale. [...] Così come l’idea di selvaggio implica l’assenza umana, questi paesaggi antropici sono richiami della nostra ineludibile e costante interazione con il mondo naturale. Questi paesaggi hanno a che fare con i concetti di consumo, trasformazione, rigenerazione ed essenza. Tuttavia, queste immagini sono anche un buon punto di osservazione per considerare la nostra dipendenza dai suoli fertili e vedere l’agricoltura quale fondamento su cui sono costruite e sostenute le nostre società».

Queste fotografie allungano lo sguardo anche su un’altra questione di grande attualità, quella del degrado e del consumo di suolo. David R. Montgomery, professore al Dipartimento Earth and Space Science dell’Università di Washington, a questo proposito sostiene che «oggi che le persone sono la forza dominante che plasma la superficie del nostro pianeta, il come trattiamo la terra è una questione globale critica e sottovalutata [...] Abbattendo le foreste, arando i campi, asfaltando le pianure alluvionali abbiamo cambiato la vegetazione in intere regioni. La stessa topografia è formata e modificata per costruire strade e scavare miniere o fondazioni. Mentre rimodellevamo il nostro pianeta, abbiamo tutti perso di vista troppo spesso il semplice fatto che la prosperità della vita sulla terra dipende dalla salute del suolo. Dunque la terra è essenziale, anche se a malapena ce ne accorgiamo. […] Guardare la terra non solo come superficie di lavoro, ma come una speranza di vita per le generazioni future è necessario per inquadrare e costruire una base agricola sostenibile per la nostra moderna civiltà globale. Modificare il modo in cui si vede qualcosa che altri danno per scontato è davvero una sfida. Forse è qui che la prospettiva e la giustapposizione e nuovi punti di vista possono aiutare. Per questo, alla fine, l’arte e la scienza si incontrano nel grande frullatore della cultura – e ancora stiamo selezionando gli ingredienti che daranno forma al futuro».

In occasione della mostra, Urbanautica propone anche una riflessione e un dialogo sul paesaggio rurale contemporaneo. Con il patrocinio della Fondazione Benetton Studi Ricerche, organizza da lunedì 3 a venerdì 7 dicembre il workshop Fotografia e Paesaggio per indagare e portare alla luce, con il contributo di fotografi provenienti da diversi paesi europei, assieme a David Pollock, alcuni assiomi del rapporto uomo-natura-paesaggio. Casa Luisa e Gaetano Cozzi, sede della Fondazione in Zero Branco (Treviso), immersa in otto ettari di terreno agricolo, è parsa, con la sua vocazione di laboratorio di paesaggio agrario, la sede ideale per l’iniziativa. Nell’ambito delle giornate sono previsti interventi di Domenico Luciani, architetto, paesaggista; Massimo Rossi, geografo storico; Marco Tamaro, agronomo, direttore della Fondazione Benetton.

David Pollock è un fotografo di Victoria B.C., Canada, che svolge la maggior parte del suo lavoro fotografico sull’isola di Vancouver. Ha studiato arte, con particolare attenzione alla fotografia, alla Concordia University di Montreal e poi alla Ryerson University e all’Ontario College of Art di Toronto. Assieme ai progetti fotografici svolge workshop sulla stampa Fine Art e la pratica fotografica con la Luz Gallery and Workshop a Victoria.
Ha vinto i seguenti premi: Ontario Arts Council Grant for Photography (1980); awarded top prize in juried show “Earth Matters”, Art Gallery of Surrey, Vancouver (2009); Jurors Choice award for Global Perspectives show at Mass.State Uni. Gallery (2010).