I am (also) an alien!
La mostra si focalizza su tematiche quali l’identità, la ripetizione alienante del gesto, la ciclicità della creazione, le identità provenienti dallo spazio, la probabile clonazione umana, gli avatar, il volume del cosmo…
Comunicato stampa
Gooble, gobble, we accept her, we accept her, one of us, one of us!
In Freaks, il meraviglioso film di Tod Browning del 1932 si vedono riuniti a cena dei “mostriciattoli” con una donna bellissima. Incentrato sul capriccio della natura, la pellicola si presenta come un'amara, caustica ma anche toccante allegoria sulla "diversità", affermando che spesso è proprio dietro la "normalità" che si nasconde la vera "mostruosità".
Partendo da questa riflessione nasce l’idea della mostra dal titolo I AM (ALSO) AN ALIEN ! a cura di Gaia Serena Simionati.
Il titolo della mostra deriva dal libro Uomini che odiano le donne. La frase è infatti scritta in una delle magliette indossate dal fantastico personaggio di Lisbeth Salander. Nata dalla fantasia di Stieg Larsson, Lisbeth è presente in tutta la trilogia e viene eccellentemente caratterizzata come un esserino poco prestante fisicamente, piena di tatuaggi, quasi anoressica, ma con un cervello meraviglioso, chiusa in un suo mutismo dovuto a sofferenze pregresse, leggermente autistica secondo i giudizi superficiali della gente comune. In realtà Lisbeth è geniale.
Spesso queste sono le caratteristiche tipiche di artisti che si sentono incompresi e lo rimangono! Pur avendo idee originali, molto all’avanguardia rispetto alla comprensione della gente media, si chiudono in momenti alienanti con se stessi e, spesso anche in mezzo agli altri.
La mostra si focalizza quindi su tematiche quali l’identità, la ripetizione alienante del gesto, la ciclicità della creazione, le identità provenienti dallo spazio, la probabile clonazione umana, gli avatar, il volume del cosmo...
In sostanza l’Altro da noi!
La mostra vedrà la partecipazione per la prima volta in Italia del Maestro Harun Farocki con i video Watson is down e Immersion. Inoltre Bertrand Lamarche, candidato Premio Duchamp a Parigi, Emmanuel Régent proveniente dal Museo di Nizza, assieme ai giovani Soldà e Contant.
Gooble, gobble, la accettiamo, la accettiamo, è una di noi, è una di noi!