Domenico Riccardo Peretti Griva – E il pittorialismo in Italia
In anteprima nazionale sarà presentato un album inedito dell’autore, composto da 42 fotografie, autografato e datato 1929, proveniente da una collezione privata in deposito a Modena dal 2009. La mostra sarà inoltre arricchita da una selezione di 15 preziose fotografie provenienti dal Museo Nazionale del Cinema di Torino che, dal 2011, grazie alla donazione della figlia del fotografo Maria Teresa Peretti Griva e della nipote Giovanna Galante Garrone, conserva tutto il vasto archivio di positivi e negativi di Peretti Griva.
Comunicato stampa
Dal prossimo 15 dicembre al 7 prile 2013 è in programma a Modena un appuntamento con la fotografia storica. Negli spazi dell’ex Ospedale Sant’Agostino, Fondazione Fotografia-Fondazione Cassa di Risparmio di Modena presenta la ricerca di uno dei grandi interpreti della fotografia italiana di inizio Novecento, Domenico Riccardo Peretti Griva (1882-1962). La mostra, curata da Chiara Dall’Olio, arricchisce il ciclo avviato nel 2010 dal Fotomuseo Giuseppe Panini, dedicato alla corrente artistica del pittorialismo, già indagata attraverso il lavoro di esponenti italiani (Salvatore Andreola) e internazionali (Yasuzo Nojima).
In anteprima nazionale sarà presentato un album inedito dell’autore, composto da 42 fotografie, autografato e datato 1929, proveniente da una collezione privata in deposito a Modena dal 2009. La mostra sarà inoltre arricchita da una selezione di 15 preziose fotografie provenienti dal Museo Nazionale del Cinema di Torino che, dal 2011, grazie alla donazione della figlia del fotografo Maria Teresa Peretti Griva e della nipote Giovanna Galante Garrone, conserva tutto il vasto archivio di positivi e negativi di Peretti Griva.
Tra suggestivi paesaggi naturali e ritratti di persone comuni, la mostra presenta il lavoro dell’artista piemontese. Attratto dal bello ed educato alla scuola positivista di Benedetto Croce, Peretti Griva regala immagini dai contorni evanescenti, ritratti pastorali e atmosfere rarefatte costituite da semplici altenanze di luci ed ombre. Nelle sue fotografie tutto è fermo e tranquillo, lontano dalla frenesia della vita moderna e dalle sperimentazioni estetizzanti del modernismo o del futurismo. “Le immagini di Peretti Griva – spiega la curatrice Chiara Dall’Olio – trasmettono quella pace e serenità, a tratti un po’ artificiosa, ricercata fortemente da chi era immerso come lui nella complessità della vita reale. Le sue fotografie sono spesso state accusate di essere un fuga dalla realtà, ma per Peretti Griva, di professione magistrato rigoroso ma anche “ribelle” nell’espletamento del suo ruolo, esse rappresentano il controaltare alla meschinità incontrata quotidanamente nelle aule della Corte d’appello di Torino di cui fu primo presidente dal 1945 al 1952.”
Attraverso le preziose stampe dell’autore, realizzate al bromolio ma anche con la più moderna tecnica della gelatina d’argento, la mostra conduce alla scoperta di uno stile spesso dimenticato, ma che è rimasto fino ai primi anni Sessanta il canone visivo di riferimento di molti circoli fotografici in Italia e all’estero. Le immagini pittorialiste di Domenico Riccardo Peretti Griva – annoverato negli anni Cinquanta tra gli autori italiani maggiormente presenti nelle esposizioni internazionali – sono espressione di un gusto estetico diffuso, nella scelta dei soggetti come nelle tecniche utilizzate.
Il catalogo, edito da Franco Cosimo Panini, conterrà tutte le immagini presenti in mostra, un saggio critico di Chiara Dall’Olio sul lavoro dell’artista e un approfondimento di Roberta Russo sulle tecniche di stampa usate dal fotografo.
Domenico Riccardo Peretti Griva
Note biografiche
Domenico Riccardo Peretti Griva (Coassolo Torinese, 28 novembre 1882 – Torino, 12 luglio 1962) è considerato uno dei più longevi esponenti del movimento pittorialista italiano nel mondo, nel periodo compreso fra il 1920 e il 1950.
Benchè non fosse un fotografo di professione ma avesse imparato la fotografia da autodidatta, si avvicinò subito alla Scuola Piemontese di Fotografia Artistica (nata in seno alla Società Fotografica Subalpina) nella quale introdusse la tecnica della oleobromia. Aderì alla corrente artistica del pittorialismo portandone avanti i dettami estetici per tutta la vita, soffermandosi particolarmente sul tema della natura. La sua produzione fotografica si concentra sul paesaggio, sui ritratti e sulle vedute di monumenti di grandi città come Torino e Roma. Come molti dei fotografi pittorialisti utilizzò soprattutto la tecnica al bromolio, dove interveniva ritoccando manualmente e accentuando lo sfocato e il contrasto, mentre utilizzò meno frequentemente la stampa al bromuro d'argento.
Le sue opere furono ampiamente esposte in Italia e all'estero e, secondo le stime dell'Annual Photography, negli anni cinquanta il suo nome risultava al primo posto tra i fotografi italiani più presenti ai Salon e alle Esposizioni internazionali. Pubblicò diversi volumi con le raccolte delle sue immagini, alcuni dei quali eseguiti su commissione, come quello realizzato per la Società Idroelettrica Piemontese nel 1949.
La sua carriera lavorativa fu quella di magistrato: nel 1915 ebbe il primo incarico di pretore e nel 1922 fu nominato pretore a Torino. Durante la Guerra prestò servizio presso il tribuanle di Piacenza e dopo l’8 settembre si schierò a fianco del C.N.L. del Piemonte di cui fu consulente giuridico. Dopo la Liberazione fu vicecommissario all'epurazione, poi presidente della Corte d'Appello di Torino fino al 1952 e presidente onorario della Corte di Cassazione. Fecero scalpore alcune decisioni prese sotto la sua presidenza dalla Corte d'Appello di Torino che riconoscevano validità in Italia a divorzi ottenuti all'estero da cittadini italiani quando ancora in Italia il divorzio era considerato illegale. In particolare la sentenza di annullamento del matrimonio del regista Roberto Rossellini dalla prima moglie, avvenuta nel 1950. L’attività forense si intersecò inoltre con la passione per la fotografia: Peretti Griva fu tra i primi in Italia a trattare di diritto d’autore in campo fotografico, scrivendo in merito numerosi saggi che rimangono tuttora un punto di riferimento per chi si occupa della materia.
Scrisse inoltre delle favole per bambini raccolte e pubblicate nel 1952 sotto il titolo “Un’allegra comitiva di animali”, in cui compaiono le due tematiche che lo accompagnarono per tutta la vita, nel lavoro come nella fotografia: la ricerca della bellezza e della giustizia.