Lucie Skřivánková – São Paulo / Prague
Nella mostra personale São Paulo / Prague della pittrice praghese, curata da Susanna Horvatovičová in collaborazione con il Centro della Repubblica Ceca di Milano, saranno presentati una serie di dipinti, di collage colorati su carta ed acquarelli dedicati alla zona praghese di Bubenská.
Comunicato stampa
Palazzi galleggianti come navette spaziali, edifici barcollanti che slittano lungo la strada, vetrine di gallerie e di atelier illuminati con luci al neon lungo la strada Bubenská di Praga, zone industriali delimitate da macchie di colore dai toni acidi e brillanti, questi sono i motivi dei paesaggi urbani estroversi e surreali di Lucie Skřivánková. Nella mostra personale São Paulo / Prague della pittrice praghese, curata da Susanna Horvatovičová in collaborazione con il Centro della Repubblica Ceca di Milano, saranno presentati una serie di dipinti, di collage colorati su carta ed acquarelli dedicati alla zona praghese di Bubenská (10.1.- 1.2.2013).
Nella mostra personale di Lucie Skřivánková emerge la grande tela di 2 x 3 metri “São Paulo / Prague”, dipinta dall'artista al suo ritorno da un viaggio nel Brasile nel 2012 nell’atelier di Bubenská nella zona di Holešovice a Praga, sede di numerosi studi d’artisti. Il lavoro è nato dalla combinazione di due città dall´atmosfera culturale comune: São Paulo e di Praga, nella zona di Holešovice presso il fiume della Moldava. Vi assembla case brasiliane fatiscenti con palazzi gremiti di gallerie e negozi, vetrine degli studi d'artista brasiliani mischiati a quelli praghesi.
Che sia il riflesso della globalizzazione oppure soltanto dell'interpretazione personale, sicuramente i paesaggi urbani di Lucie Skřivánková sembrano confluire nella filosofia della “società liquida” del sociologo britannico Zygmunt Bauman. Il venir meno di confini stabili si traduce in atmosfere ambigue ma vitali e riflette gli umori di una società che vive in una fluidità continua. Gli affetti e le relazioni umane mutano sempre più velocemente, allo stesso modo delle trasformazioni dell'ambiente di vita sempre più dominato dalla speculazione edilizia e dall'omologazione della società globalizzata. Nella serie di collage e acquarelli la pittrice praghese pare a prima vista ispirarsi all'architettura decostruzionista e dinamica di Frank O. Gehry, Daniel Libeskind o di Renzo Piano. In realtà la resa rapida ed espressionista della pennellata permette all'artista di passare dalla precisione del dettaglio urbano alla pura astrazione, dando vita a visioni siderali e fantastiche al limite del paesaggio postmoderno. Skřivánková gioca sull'ambiguità dello spazio urbano postmoderno, che da una parte vuole essere il luogo della condivisione della comunità e dall'altro può trasformarsi nell'immagine dell'alienazione e dell'isolamento della grande metropoli. I suoi paesaggi urbani appaiono, infatti, isolati, quasi messi sottovuoto, soffocati spesso nel silenzio e nella notte in cui la gente pare quasi scomparire. Le luci sfuocate e fredde illuminano le facciate dei palazzi praghesi e poi si disperdono in spazi asettici e opachi destinati all'evanescenza. Le costruzioni perdono la loro saldezza architettonica e si deformano in strutture pericolanti, secondo gli umori dell'artista, e tendono a dissolversi in trasparenze e atmosfere liquide. Come afferma il sociologo Bauman in diversi saggi gli uomini tendono oggi a modificare sempre più frequentemente i loro comportamenti, tanto che non arrivano più a consolidarsi in abitudini e pratiche a lungo termine. Tale fluidità pare estendersi sempre più velocemente anche ai loro ambienti di vita. Le periferie sono soggette all’assalto edilizio dei speculatori, mentre il centro storico langue assalito dai turisti in cerca di attrattive e di consumi. Cosa resta se non rifugiarsi in zone periferiche vicine ai soporiferi centro commerciali, oppure al contrario, tornare nei vecchi quartieri ancora vivibili della città dove piccole comunità, anche di artisti, possono riunirsi e convivere in maniera creativa. Sommersi nella modernità liquida, ogni luogo può diventare temporaneamente la propria “casa”, mentre il senso di incertezza e precarietà può trasformarsi in maniera positiva in una forma di libertà e di creatività. Secondo Bauman il sistema moderno può essere paragonato ad un alveare di api che si muove in branchi autogestiti, in cui non esistono gerarchie ma solo una democratica coesistenza che si modifica in base alle esigenze del momento. Allo stesso modo, l'ambiente di vita urbano può divenire lo specchio del proprio modo di essere, poiché subisce gli stessi cambiamenti, visibili, subitanei, a volte invasivi e imprevedibili. L'uomo sceglie continuamente, sostiene Bauman, ma a sua volta subisce l'instabilità delle istituzioni, delle condizioni economiche e lavorative, i mutamenti culturali ed etici. La liquidità è anche una costante dei paesaggi di Lucie Skřivánková, come l'acqua. Le sue tele sono costellate di povere baracche accostate ad edifici postmoderni, le strade si riversano suoi ponti ove scorre il fiume Moldava. Sono scenari urbani che mostrano l'apocalisse tecnologica, tra ricchezza e povertà. La pittrice sembra in bilico tra la modernità e la postmodernità, passa dal paesaggio industriale postcomunista all'era digitale e informatizzata. Gli spazi urbani si dilatano in masse colorate, divengono atolli, isole nell'iperspazio o nel cielo carico di nuvole creando un dispositivo di evasione. Nella società avanzata, afferma Bauman, l'evasione è necessaria per reagire alla forte alienazione, derivata dalla catena di montaggio, dalla fabbrica all'ufficio e al settore terziario, è fornita ogni giorno dal centro commerciale e dal centro benessere che alimentano appunto il mito della giovinezza e del benessere. Tutto deve apparire moderno e nuovo, uomini, case, macchine. La frenetica mobilità ed inquietudine della società è resa nelle tele di Lucie Skřivánková da una forma una compressa e nervosa, i profili delle costruzioni si sciolgono in macchie di colore fluide alterando le proporzioni dell’assetto urbano.
Lo stile dell'artista segue dunque le tracce della tendenza figurativa neoespressionista degli anni '90, a partire dalla pittura di Michael Rittstein, sia per la forte carica visionaria che per la sensibilità soggettiva resa con un cromatismo accesso e per l'impiego aggressivo di materiali extra pittorici. La condizione di impermanenza che ne deriva spalanca le porte ad epifanie imprevedibili, al racconto di avventi e di realtà inaspettate che prendono vita dalla visione della città. Grazie al tratto pittorico leggero e vitale, Lucie Skřivánková riflette pertanto gli umori della nostra società “liquida” e dei suoi rapidi cambiamenti.