Bruno Varacalli – Dal fluire dell’occhio
Ogni esposizione è un momento d’attesa, l’azione imminente che si proietta e s’espande nel territorio del pensiero, radice di un processo immaginativo che dal fluire dell’occhio e nella percezione dello spazio genera l’istante necessario dell’idea.
Comunicato stampa
Ogni esposizione è un momento d’attesa, l’azione imminente che si proietta e s’espande nel territorio del pensiero, radice di un processo immaginativo che dal fluire dell’occhio e nella percezione dello spazio genera l’istante necessario dell’idea.
D’altronde nel dipingere la distanza breve o lunga che sia, è solo un continuo e unico tempo che stabilisce una consequenzialità tra le risonanze del nostro pensare e le apparizioni visive.
Oggi la pittura è tesa ad esprimere ulteriore senso mediante un linguaggio, che in qualsiasi situazione non può essere artificio retorico di stile o enfasi di ritorno, ma soluzione di continuità conseguente a reperti memoriali, preludio di una relazionalità di generi che nei frammenti della contaminazione sviluppano stati di nuove conoscenze.
Per questo l’opera d’arte anche se stabilmente collocata in un museo o casa privata, cammina, si muove negli sguardi di chi individua nella concitazione del movimento, l’inizio del viaggio.
Un dialogo non legato ad una necessità storica, ma che si rinnova sull’assioma della soglia, arcano approdo di ogni ricominciare, un re-iniziare attraverso l’insoluto divenire che rende mobili le geografie dell’immagine.
Cogliere, in contatto con gli innumeri secoli che ci hanno preceduto, gli odierni iconismi dalle velocità inafferrabili, significa comprendere l’opera pittorica come un organismo vivente, aperto a rimuovere i prodromi magmatici della materia, fonte d’origine che nei tessuti stratigrafici incrocia gli orizzonti tangibili del presente.
Bruno Varacalli
Novembre 2012