26 pietre d’inciampo

Informazioni Evento

Luogo
MUNICIPIO I
Via Veneto, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
14/01/2013
Patrocini

SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

ENTI PROMOTORI: ANED (Associazione Nazionale ex Deportati)
ANEI (Associazione Nazionale ex Internati)
CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea)
Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane Museo Storico della Liberazione

PATROCINI: Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Comunità Ebraica di Roma

Curatori
Adachiara Zevi
Uffici stampa
MARIA BONMASSAR
Generi
serata - evento

Dopo le tre edizioni (2010, 2011, 2012) in cui sono state posizionate 156 pietre d’inciampo, per la quarta volta l’artista tedesco Gunter Demnig sarà a Roma il 14 e il 15 gennaio 2013 per installare personalmente 36 Stolpersteine (pietre d’inciampo) in memoria dei deportati razziali e politici nei marciapiedi prospicienti le loro abitazioni.

Comunicato stampa

Dopo le tre edizioni (2010, 2011, 2012) in cui sono state posizionate 156 pietre d’inciampo, per la quarta volta l’artista tedesco Gunter Demnig sarà a Roma il 14 e il 15 gennaio 2013 per installare personalmente 36 Stolpersteine (pietre d’inciampo) in memoria dei deportati razziali e politici nei marciapiedi prospicienti le loro abitazioni.

Cinque i MUNICIPI coinvolti: Municipio I (Centro Storico); Municipio II (Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario, Trieste); Municipio IX (Prenestino Labicano, Tuscolano, Appio Latino); Municipio XVII (Borgo, Prati); Municipio XVIII (Aurelio, Trionfale, Primavalle).

L’idea di Demnig risale al 1993 quando l’artista è invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All’obiezione di un’anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l’artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, rom, omosessuali. Un segno concreto e tangibile ma discreto e antimonumentale, a conferma che la memoria non può risolversi in un appuntamento occasionale e celebrativo ma deve costituire parte integrante della vita quotidiana.

Sceglie dunque il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto uno o più deportati e vi installa altrettante “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (10x10). Li distingue solo la superficie superiore, a livello stradale, perché di ottone lucente.
Su di essa sono incisi: nome e cognome del/lla deportato/a, età, data e luogo di deportazione e, quando nota, data di morte.

Il giorno e l’ora della collocazione delle pietre è annunciata agli inquilini da una lettera del Municipio in cui si spiega che il progetto vuole “ricordare abitanti del quartiere uccisi e perseguitati dai fascisti e dai nazisti, deportati, vittime del criminale programma di eutanasia o oggetto di persecuzione perché omosessuali”. L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale, costringe chi passa a interrogarsi su quella diversità e agli attuali abitanti della casa a ricordare quanto accaduto in quel luogo e a quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità.

I primi “Stolpersteine” sono stati installati a Colonia nel 1995; da allora a oggi ne sono stati distribuiti oltre 37.000 in diverse città tedesche ed europee.
Invitato per la prima volta in Italia nel 2010, Gunter Demnig ha consentito al nostro paese di entrare a far parte di questo grande circuito internazionale della memoria.

Memorie d’inciampo a Roma è promosso da: ANED (Associazione Nazionale ex Deportati), ANEI (Associazione Nazionale ex Internati), CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane, Museo Storico della Liberazione.
La quarta edizione è organizzata dall’Associazione culturale arteinmemoria.
Istituita nel maggio 2012, si prefigge il compito di rendere vivi e attuali la storia e la memoria attraverso manifestazioni artistiche e architettoniche che privilegino linguaggi decisamente innovativi rispetto a quelli tradizionali e accademici.

Il progetto, posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha il Patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità Ebraica di Roma e dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania.

A cura di Adachiara Zevi, si avvale di un Comitato scientifico costituito dagli storici Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti e di un Comitato organizzativo composto da Marina Fiorentino, Annabella Gioia, Elisa Guida, Daniela Mantarro, Eugenio Iafrate, Sandra Terracina.

Gli Stolpersteine sono finanziati da sottoscrizioni private; il costo di ognuno, compresa l’installazione, è di 120 euro.

Presso la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia è attivo uno “sportello” curato da Daniela Mantarro, con la collaborazione di Elisa Guida.([email protected]
tel. 06/45460501 e [email protected]). A loro possono rivolgersi quanti intendono ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di una Stolpersteine davanti alla loro abitazione.

Il sito web www.arteinmemoria.it, realizzato da Giovanni D’Ambrosio e Paolo La Farina, documenta interamente le prime tre edizioni: la mappa dei luoghi dove sono stati installati i sampietrini, fotografie, film e testimonianze, il lavoro svolto dagli studenti che hanno aderito al progetto didattico, testi storici e critici relativi alla deportazione di ebrei, politici e militari, un profilo biografico dell’artista e una vastissima rassegna stampa.
Alla quarta edizione sarà nuovamente affiancato il progetto didattico curato da Annabella Gioia e Sandra Terracina: ogni Municipio coinvolto sceglie una o più scuole cui affidare una ricerca storica sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini. I risultati delle ricerche saranno pubblicati, come i precedenti, sul sito. I Municipi sono coadiuvati dal Progetto Memoria della Fondazione CDEC e del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, dalla FNISM (Federazione Nazionale Insegnanti) – Sezione Roma e Regione Lazio e dall’Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza).
Roma, gennaio 2013