Nicola Montalbini – Quando i donosauri erano galline
Nicola Montalbini è il primo artista esposto da Artierranti. La scelta è stata facilitata dalla lunga amicizia che a lui ci unisce e dalla volontà stessa dell’associazione di promuovere giovani artisti al limite dell’inesperienza. L’evidente trasporto per le sue creature e la gravosa violenza nella loro costruzione, si impastano piacevolmente con un’essenza ludica tipica del suo carattere.
Comunicato stampa
Nicola Montalbini è il primo artista esposto da Artierranti. La scelta è stata facilitata dalla lunga amicizia che a lui ci unisce e dalla volontà stessa dell’associazione di promuovere giovani artisti al limite dell’inesperienza. L’evidente trasporto per le sue creature e la gravosa violenza nella loro costruzione, si impastano piacevolmente con un’essenza ludica tipica del suo carattere. Un’esposizione che evidenzia l’ipotetica realtà di un passato sconosciuto che contrasta con le sommarie ricostruzioni di plastica rigida ridotte nelle dimensioni del gioco di un bambino. Non amo la parola “estinzione”. L’idea di una catastrofe piovuta dallo spazio infinito che ciecamente ha interrotto il “lungo regno dei rettili” è andata sovrapponendosi all’immagine stessa dei dinosauri. Non mi piace questa parola forse proprio perché alla luce della consapevolezza umana, non riesco ad accettare l’idea stessa di “fine”. Preferisco piuttosto pensare ad un’energia inesauribile condivisa da ogni essere vivente, di cui il mondo e l’universo intero sono costituiti; un’energia eterna ed uguale a se stessa così da non poter neppure concepire il fenomeno dell’estinzione. Lo studio di questi animali che camminarono, volarono e nuotarono nella terra per oltre centottanta milioni di anni, nasce dalla volontà di conoscere le forme possibili che la vita assunse, le tracce di un passaggio purtroppo afono e privo di cromie, poiché forse mai verremo a conoscenza dei suoni che producevano o dei colori che decoravano la loro pelle. Il quadro dipinto si fa così pretesto per una sintesi delle conoscenze assimilate che, nell’atto formativo stesso andrà oltre il dato oggettivo fornito dalle tante testimonianze fossili che la terra ci restituisce. Non sono ricostruzioni, anche se fortemente radicate sulla indagine scientifica delle forme, ma piuttosto apparizioni; sono forme che forse scaturiscono dalla “meraviglia”: lo stupore necessario alla base di ogni filosofare; lo sgomento per il fatto che le forme, manifestandosi nel tempo, appaiono e scompaiono; come fiamma di candela, laddove esaurendosi la cera non vorrà significare che il fuoco non esiste. Nicola Montalbini è il primo artista esposto da Artierranti. La scelta è stata facilitata dalla lunga amicizia che a lui ci unisce e dalla volontà stessa dell’associazione di promuovere giovani artisti al limite dell’inesperienza. L’evidente trasporto per le sue creature e la gravosa violenza nella loro costruzione, si impastano piacevolmente con un’essenza ludica tipica del suo carattere. Un’esposizione che evidenzia l’ipotetica realtà di un passato sconosciuto che contrasta con le sommarie ricostruzioni di plastica rigida ridotte nelle dimensioni del gioco di un bambino. Nicola Montalbini Artierranti è un gruppo di persone che gravita attorno a un’idea di arte poco accademica, anche se il primo incontro è (ac)caduto all’interno delle aule dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nomade per inclinazione caratteriale, percorre spazi fisici e mentali, declina le sue azioni nel metamorfosare dei diversi linguaggi artistici, segue le traiettorie e le dimensioni dell’arte visiva e non. Crea delle falle o delle aperture all’interno di un sistema artistico molto spesso autoreferenziale, delinea confini che, naturalmente, vengono superati dal suo stesso procedere. Come una fumosa locomotiva di un treno, come una barca con le sue vele, Artierranti viaggia trasportando nella sua stiva l’arte che ognuno porta con sé nel proprio bagaglio, custodita nelle proprie borse. Laddove approda, le valigie vengono disfatte e ciò che ne esce viene diffuso e lasciato libero. Come una storia, che si stende sulle pagine di un libro e le cui parole continuano a viaggiare nella mente di chi l’ha letta.