Lino Budano – Layers
Un linguaggio figurativo di matrice espressionista che plasma un nuovo mondo secondo una singolare visione proiettata verso l’universale. Budano ci parla di un “altro” tempo che è passato, ma anche venturo e possible, figlio di un ideale sospeso e vagamente apocalittico.
Comunicato stampa
LINO BUDANO
Layers. Varese Ri-velata
Ore 18.00 vernissage aperto al pubblico
“Un fine propositivo quello di Lino Budano che, sfiorando le emozioni, invita al pensiero.“
Federica Soldati
“Opere che colpiscono a tradimento per la loro capacità di rivelare ciò che non sapevamo di poter ricordare…”
Tibe
Lino Budano è un artista piacentino di rara e complessa personalità.
Una personalità trasversale che abita le opere da lui prodotte fin nei loro dettagli più nascosti. Opere che sono figlie di un procedimento complesso all’interno del cuore e delle intenzioni di un “modo di vivere l’arte” che ha fatto della commistione tra linguaggi espressivi differenti, la chiave di lettura di tutto il suo “esprimersi e divenire”.
Budano orchestra infatti abilmente fotografie, frames video, immagini in 3D e sculture filtrando, attraverso un uso sapiente delle più moderne tecniche di photo-editing, le possibilità espressive che ognuno di questi “strumenti” porta in sè per arrivare ad un risultato finale estremamente visionario ed evocativo quanto materico e concreto.
Si avverte infatti, nell’opera di Lino, un amore per la costruzione materiale dell’immagine. Le fotografie digitalmente rielaborate vengono ritoccate, cucite, spatolate, strappate e, finalmente, stampate. Interventi manuali che permetto all’artista di “tornare” sulle opere rompendo la separazione con le stesse per andarle a ”contaminare” con il fine di renderle, come Budano stesso afferma, “umane”.
Un linguaggio figurativo di matrice espressionista che plasma un nuovo mondo secondo una singolare visione proiettata verso l’universale. Budano ci parla di un “altro” tempo che è passato, ma anche venturo e possible, figlio di un ideale sospeso e vagamente apocalittico.
Sabato 9 Febbraio allo Spazio Lavit di Varese ci troveremo pertanto di fronte ad opere spiazzanti e coinvolgenti nel loro essere da un lato fortemente ancorate a qualcosa che è trascorso e che si manifesta nella resa fotografica stessa (il bianco e nero riporta infatti alla memoria vecchie fotografie ed anche nel video “Sea passages”, che anima le stampe, riecheggiano produzioni cinematografiche dell’est dall’oramai superata lentezza) e dall’altro foriere di suggestioni su un presente parallelo e decadente.
É con questi presupposti che lo sguardo di Budano si posa sulla città di Varese che viene mostrata in maniera inedita utilizzando anche parziali fotografie di Alberto Lavit rivisitate appositamente dall’artista per raccontarci una città surreale e marittima, circondata dalle acque in un tempo “così lontano così vicino” dove riaffiorano sfuggenti ricordi.
Un tempo sospeso e collocato in un imprecisato limbo dove enormi conchiglie prendono forma su sabbiosi tappeti di sfarzo barocco nei giardini di Palazzo Estense, ossa di balene si stagliano davanti alle Ville Ponti e una coda di balena emerge dal parco di Villa Panza. Testimonianze di un antico oceano che ritorna a bagnare la città, a circondarne i palazzi, i monumenti, le ville: edifici di affettiva memoria varesina dove prendono forma vite “differenti” da ciò che noi conosciamo.
In questo mondo surreale Budano non raffigura infatti l’uomo, ma ci suggerisce altro tipo di presenze. Allo stesso modo lo spettatore che attraverserà lo Spazio Lavit per vivere questa intrigante mostra, sarà intimamente invitato a prendere parte delle emozioni celate fra le pieghe di queste opere che colpiscono a tradimento per la loro capacità di rivelare ciò che non sapevamo di poter ricordare…