Maddalena Migliore – Stultifera Navis
Il progetto in questione prende il nome di “Stultifera navis”, per l’appunto la nave dei folli dove lo spazio e il tempo fuggono da qualsivoglia schema logico, perdendo la loro funzione principale di coordinamento di rotta.
Comunicato stampa
Biografia Maddalena Migliore:
Maddalena Migliore nasce a Modica il 17 Novembre 1986 e cresce sperimentando
varie forme artistiche. Terminato il liceo, decide di trasferirsi a Bologna per
dedicarsi a studi storico-artistici presso la facoltà di Lettere e Filosofia. In
quegli anni incontra la fotografia e parte alla volta di Milano dove frequenta
l’Istituto Italiano di Fotografia collaborando con importanti realtà quali:
Rolling Stone Magazine, Teatro Strehler e Teatri Possibili. Attualmente vive e
lavora a Catania.
“Stultifera Navis” in SS Nicolò ed Erasmo:
La personale della fotografa Maddalena Migliore nasce dall’esigenza di
promuovere un giovane talento in uno spazio che è condivisibile da tutti. La
location è infatti un’ex chiesa del comune di Modica attualmente sede
dell’Accademia teatrale Clarence. “On organization” in collaborazione con
l’artista plasma un progetto con la finalità di sintetizzare in tre giorni, 15-
16-17 Febbraio 2013, un percorso tematico che attraversa il teatro e la
fotografia.
Il progetto in questione prende il nome di “Stultifera navis”, per l'appunto la
nave dei folli dove lo spazio e il tempo fuggono da qualsivoglia schema logico,
perdendo la loro funzione principale di coordinamento di rotta. La follia,
poiché incontrollabile, viene bandita e zittita. Potrebbe essa stessa farsi voce
di pensieri indomabili come libertà, evoluzione, condivisione. Pertanto viene
gettata in mare in balìa di se stessa,in balìa dell'ignoto. Eccoci a bordo di
una nave-teatro, dove i folli custodiscono con dedizione e passione la loro
follia. Un equipaggio che non teme i mari in tempesta e che riesce a plasmare
l'errore in ricchezza e l'arte in nobile mezzo per creare nuovi modelli di
pensiero, di azione e di socialità. Eccoci sul ponte di una navis, in cui si può
assistere alle movenze scomposte del suo equipaggio, che ha scelto di navigare
nell'abisso e che fa dell'arte l'unica bussola possibile dell'esistenza. Qui il
folle e l'abisso ci coinvolgono mettendo in discussione ogni tipo di limite che
ci rende prigionieri di noi stessi.