Andrea Bernardis – Voci oltre le quinte
Quante identità abitano un corpo, in particolare questo che ci appare ogni giorno quando ci guardiamo allo specchio? Quali le “Voci oltre le quinte”, cui Andrea Bernardis dà immagine con la sua ricerca fotografica?
Comunicato stampa
Chi ci appare quando guardiamo allo specchio il nostro sembiante? Quante identità abbiamo che pure ci sembrano eguali e mutevoli ogni giorno, e ogni giorno inafferrabili e così ogni mese, ogni anno? Cosa cambia in noi? E cos’è questo nostro continuo essere e apparire e ancora essere in una metamorfica identità che sfugge alla percezione dello stesso soggetto che la abita?
Sono queste le domande cui Bernardis cerca di dare risposta con “Voci oltre le quinte”, serie di brani fotografici di recente definizione, ma che seguono a una complessa ricerca sull’identità che l’autore conduce in forma larga sin dalle origini della sua storia fotografica. Emergono possibili “io” diversi e imprevedibili che l’autore indaga nelle forme che i soggetti del suo sguardo rivelano nel continuo modificarsi e plasmarsi per vivere, sopravvivere, assoggettarsi al tempo, agli altri, alla vita. Nascono così immagini che scaturiscono dalla quieta intimità dei propri pensieri, per calare sguardi sottili e simultanei, che nell’adozione della multi-esposizione come processo del significante porta al significato primo del soggetto. Come al cuore letterario e drammatico del Novecento. Quanti sono, domanda ancora l’autore, i “fantocci impagliati” che teniamo appoggiati alle fragili pareti della nostra esistenza?
Biografia
Andrea Bernardis, nato nel 1964, abbandona il Liceo Classico all'età di 17 anni e con il primo stipendio acquista la prima reflex. Inizia a fotografare da autodidatta e apprende le tecniche di stampa in bianco nero da un amico al tempo studente di Architettura a Venezia.
All’iniziale periodo di forte entusiasmo, Andrea alterna momenti di assenza dalla fotografia esplorando diverse discipline come il disegno e la pittura. Nel 1997 riprende la ricerca fotografica e avvia una prima attività espositiva che lo vede presente in diverse collettive regionali in FVG. Nel 2001 pubblica una raccolta di foto per un testo poetico di Nicola Pezzetta dal titolo "Erotica Ritmica" edito da Campanotto Editore.
Nell'aprile 2006 è pronta la prima personale: “La biacca e la luce", raccolta di paesaggi mediterranei, è accompagnata da una trama poetica di Marco Paglionico. Nell’interesse verso aspetti sociali e umani, realizza nel 2009 la serie “Colors” legata al tema dell’immigrazione. Colors viene esposta a Udine nella cura dell’Associazione Vicino e lontano, corredata dal primo catalogo dell’autore. Sempre nel 2009 svolge una ricerca sugli ospiti dell’istituto geriatrico di Assistenza di Udine raccogliendo per immagini piccole storie di persone anziane. Lavora a “Ultima frontiera”, ciclo che ha per tema l’ideologia filonazista in Italia ed Europa.
Da allora espone con regolarità presentando le serie che articolano la sua ricerca fotografica: nel 2010 a Gemona espone Volti e Comunità, una serie di ritratti a carattere sociologico, e nel 2011 pubblica” Alterum non ledere” legato alla tragedia del Vajont.