Le ceramiche del Novecento
Incontro, introdotto dal direttore della Fondazione Ragghianti Maria Teresa Filieri, Le ceramiche del Novecento. Il museo di Doccia. Il Museo di Faenza secondo appuntamento del ciclo “Sguardi sul Novecento” teso ad approfondire il tema delle arti decorative e figurative della prima metà del‘ 900.
Comunicato stampa
SECONDO APPUNTAMENTO ALLA FONDAZIONE RAGGHIANTI PER LA RASSEGNA
“Sguardi sul Novecento”
CLAUDIA CASALI E OLIVIA RUCELLAI PARLERANNO DELLE
CERAMICHE ARTISTICHE DEL ‘900
Giovedì 21 febbraio alle ore 17 si terrà l’incontro, introdotto dal direttore della Fondazione Ragghianti Maria Teresa Filieri, Le ceramiche del Novecento. Il museo di Doccia. Il Museo di Faenza secondo appuntamento del ciclo “Sguardi sul Novecento” teso ad approfondire il tema delle arti decorative e figurative della prima metà del‘ 900.
Ospiti della conferenza saranno i direttori due musei molto diversi per origine e contenuti; Claudia Casali, del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza e Oliva Rucellai direttore del Museo Ginori di Doccia, che tracceranno un profilo della storia delle collezioni del XX secolo dei due musei.
L’incontro permetterà di approfondire i temi della mostra sulle arti in Italia dal 1920 al 1950 in programma alla Fondazione Ragghianti dal 19 aprile al 6 ottobre 2013 per la quale è prevista una collaborazione anche con i due musei in questione; da Faenza arriveranno in prestito opere di Bruno Munari, Tullio D’Albissola, Angelo Biancini, Fillia, Francesco Nonni, Riccardo Gatti,.. e da Doccia opere di Giò Ponti e Giovanni Gariboldi.
L’esposizione, organizzata dalla Fondazione Ragghianti con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, sarà a cura di Maria Flora Giubilei e Valerio Terraroli e si avvarrà della collaborazione del M.I.C. Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, del Museo Richard Ginori di Doccia, della G.A.M, Galleria d’Arte Moderna di Genova, del MART di Rovereto e della Soprintendenza di Lucca e Massa Carrara.
Il Museo Richard-Ginori di Doccia è uno dei più antichi esempi di museo d’impresa e, oltre che ad ospitare la collezione delle produzioni della manifattura Ginori, è anche un museo ceramico che raccoglie oggetti provenienti dalle varie fabbriche, italiane e straniere, offrendo un’ampia panoramica della storia della porcellana e del suo collezionismo dal XVIII ad oggi. Il nucleo iniziale del museo è costituito dalle opere raccolte dal fondatore della manifattura, il Marchese Carlo Ginori, che nella prima metà del 1700 ebbe l’idea illuminata di affiancare attività produttiva e interessi collezionistici. Nel corso dei decenni si sono aggiunte le opere selezionate dai successivi proprietari della manifattura che, di volta in volta, hanno voluto conservare una tangibile memoria delle varie forme e dei più diversi decori impiegati nei serviti richiesti dai più illustri committenti di ogni epoca, dalle grandi famiglie fiorentine, agli Asburgo d’Austria, dai Bonaparte, ai Savoia…
Nella sua sede di Sesto Fiorentino il Museo Ginori raccoglie oggi manufatti della storica fabbrica, collezioni in porcellana e maiolica, prodotti realizzati su disegno di illustri nomi dell’arte e del design italiano contemporaneo, uno su tutti, Giò Ponti. Direttore artistico della manifattura dal 1923 al 1930, Ponti vi mise in atto un rinnovamento integrale che coinvolgeva le forme e i decori delle ceramiche, ma anche la grafica dei cataloghi, i manifesti, le foto pubblicitarie e i loghi delle varie linee di prodotto. Nel 1925, all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi le ceramiche di Ponti ricevettero il premio più prestigioso, il Grand Prix. Il suo eclettismo ripensava ed esprimeva con vivificante sicurezza gli stilemi dell’Art Noveau, ma anche il neoclassicismo, l’arte etrusca ma anche l’esoterismo, come il più impertinente dei surrealisti.
Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza fu fondato nel settembre del 1908 alla conclusione della grande Esposizione Internazionale che ospitò i prodotti di molte manifatture italiane ed europee accanto ad esemplari di antiche fornaci italiane provenienti anche da raccolte private. La donazione delle opere ceramiche da parte degli espositori costituì il nucleo originario del Museo che progressivamente si arricchì nel tempo attraverso acquisti e soprattutto donazioni.
Le finalità originarie espresse nello statuto - acquisire, conservare e soprattutto promuovere la produzione ceramica – sono rimaste attuali fino ad oggi e fanno del museo faentino con una collezione di circa 40.000 opere, uno dei più grandi e rinomati dedicati alla ceramica nel mondo, punto di riferimento per la ceramica antica, moderna e contemporanea, nazionale ed internazionale.
La sezione Italia Novecento, ospita oltre novecento ceramiche d'arte e permette una visione di ampio spettro di quanto realizzato da ceramisti e da artisti che con questo materiale si sono espressi. A raccontare gli sviluppi di questa arte sono, tra le altre, le opere di Galileo Chini Arturo Martini, Giò Ponti, Lucio Fontana..Una novità è costituita dalla presenza anche di opere pittoriche e scultoree (in marmo o bronzo) relativamente a quegli artisti che, pur dedicandosi alla ceramica, hanno raggiunto riconoscibilità e affermazione con altri mezzi espressivi. Un modo per sottolineare quelle relazioni e quei rapporti che la ceramica ha tessuto con i più generali movimenti dell'arte tout court e in cui è oggi, finalmente, inserita a pieno titolo.