Lo sguardo di Michelangelo. Antonioni e le arti
La mostra percorrerà la parabola creativa di Antonioni attraverso l’accostamento dei suoi lavori a opere di altri artisti e cineasti, in un inedito e suggestivo dialogo tra film, pittura, letteratura e fotografia. Il fulcro dell’esposizione sarà costituito dallo straordinario fondo di oggetti e documenti relativi alla vita e all’opera del regista di proprietà del Comune di Ferrara.
Comunicato stampa
Nato a Ferrara nel 1912, Michelangelo Antonioni è uno dei padri della modernità cinematografica che ha oltrepassato i confini della settima arte. La sua opera è stata profondamente ispirata dalle arti figurative ed ha esercitato a sua volta un notevole ascendente sull'arte e sul cinema di ieri e di oggi.
A questo protagonista della cultura del Novecento, Ferrara Arte e le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, dedicano una grande mostra, a cura di Dominique Païni, in cui l'opera del maestro ferrarese verrà indagata alla luce del rapporto con le altre discipline artistiche, dalla musica alla fotografia, dalla pittura alla letteratura, attraverso l'accostamento delle sue creazioni alle opere che lui ha ammirato, che ha scelto di far apparire nei suoi film o che egli stesso aveva collezionato.
Michelangelo Antonioni ha contribuito, al pari di Roberto Rossellini, al passaggio dalla vocazione realista del cinema italiano alla sua ambizione di farsi pensiero, come testimoniano opere quali Cronaca di un amore, La signora senza camelie e Il grido, contraddistinte da una scrittura cinematografica fatta di rotture e di misteri, di disgregazione e fallimento. La trilogia in bianco e nero, costituita da L'avventura, La notte, L'eclisse, la sperimentazione cromatico-narrativa di Deserto rosso, i capolavori della maturità quali Blow-Up, Zabriskie Point, Professione: reporter e Identificazione di una donna, formano una costellazione di opere la cui forza non è stata ancora scalfita. Con film come questi egli ha sondato l'animo umano con sguardo innovatore, radiografando le inquietudini del mondo contemporaneo senza mai abbandonare eleganza e seduzione.
La mostra percorrerà la parabola creativa di Antonioni attraverso l'accostamento dei suoi lavori a opere di altri artisti e cineasti, in un inedito e suggestivo dialogo tra film, pittura, letteratura e fotografia. Il fulcro dell'esposizione sarà costituito dallo straordinario fondo di oggetti e documenti relativi alla vita e all'opera del regista di proprietà del Comune di Ferrara. Si tratta di oltre 47.000 pezzi: film e documentari, fotografie di scena, sceneggiature originali, la biblioteca e la discoteca di Antonioni, l'epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso (da Roland Barthes a Luchino Visconti, da Andrei Tarkovsky a Giorgio Morandi), premi, oggetti personali e molti altri materiali, che permetteranno di documentare, con rara esaustività, la vita e l'arte di uno dei più grandi cineasti del Novecento.
Ordinato in 11 sezioni tematico-cronologiche, il percorso espositivo sarà scandito da contrapposizioni che segnano la poetica del maestro: il periodo "del bianco e nero" e quello "del colore", la bellezza notturna della Bosè e la solarità della Vitti, le nebbie della nativa pianura padana e i deserti aridi e polverosi dei lungometraggi della maturità, il leitmotiv dell'"eroe malato" e il tema della vitalità della gioventù pop degli anni Sessanta, il fascino degli angoli nascosti dei parchi pubblici e quello dei rilievi misteriosi delle montagne incantate.