Linguaggi diversi
La collettiva, in programma al civico 55 di Via Margutta, punta ad attirare l’attenzione dello spettatore sull’arte come momento di condivisione delle emozioni, a prescindere dalle tecniche utilizzate, così come dal linguaggio, dalle tematiche e dagli stili.
Comunicato stampa
Roma, 23 febbraio 2013 – L’arte come collante e aggregatore capace di mettere in contatto e far dialogare culture completamente diverse fra di loro, ma anche veicolo attraverso il quale l’artista, mediante il proprio linguaggio, riesce a comunicare sé stesso. Questo il leit-motiv a partire dal quale prende vita la mostra “Linguaggi diversi”, organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’arte” e in programma a Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) dal 23 febbraio al 2 marzo prossimi (ingresso gratuito).
La kermesse - che è uno degli appuntamenti più attesi nel calendario della nota galleria romana – punta, oltre che a sviluppare come sempre la capacità critica dello spettatore, ad azzerare qualsiasi “distanza” tra pubblico e i pittori in esposizione fino a creare un ponte tra i due soggetti.
Raccolte in questa preziosa collettiva e perfettamente amalgamate tra di loro, trovano il proprio spazio tele, dai colori molti intensi o decisamente più tenui ma sempre di enorme impatto visivo, sulle quali pennellate lineari diventano vere e proprie traiettorie emozionali capaci di spingere lo spettatore in un interminabile viaggio all’interno dell’animo umano, talvolta a metà strada tra suggestioni oniriche e colorati tuffi nella memoria, ma anche sculture che, leggere ed eleganti, sono il segno incisivo del mondo interiore da cui l’artista trae ispirazione e riescono, pertanto, ad evocare un vigore espressivo di grande suggestione.
Assolutamente diversi tra loro i generi in esposizione: dal figurativo all’astratto passando per un surrealismo fiabesco. A selezionare i pittori - che presentano origini, percorsi formativi, esperienze e linguaggi assolutamente differenti tra di loro - il Maestro Elvino Echeoni, direttore artistico della società Il Mondo dell’Arte che, da anni, propone nella sede espositiva di Via Margutta Maestri che hanno portato l’arte italiana nel mondo.
“In quest’esposizione – ha detto il Maestro Elvino Echeoni, Presidente dell’Associazione Margutta Arte – abbiamo cercato di mettere ancora più in evidenza le differenze stilistiche e tematiche di questi artisti, sia italiani che stranieri, di provenienza, non soltanto culturale, assolutamente diversa. Così facendo siamo riusciti, a mio avviso, a presentare visioni differenti della realtà da cui prendono forma lavori eterogenei ma ugualmente coinvolgenti”.
L’organizzazione della mostra è stata curata dal Maestro Elvino Echeoni unitamente a Remo Panacchia e Adriano Chiusuri. A prendere parte a questo piacevole confronto artistico: Silvia Faria, Filip Jovanović, Mario Liberace, Gianni Manni, Paola Guia Muccioli (in arte GUIA) e Ivana Protić.
L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 23 febbraio 2013 dalle 18.30 alle 22.00.
Silvia Faria: nasce e cresce in Brasile. In Europa, dove giunge poco più che adolescente, soggiorna in vari paesi per poi fermarsi definitivamente in Italia. Qui trova l’ambiente ideale per dedicarsi alla sua innata passione per la pittura. Allieva di Lorenzo Donghi, ha affinato sotto la sua guida la propria tecnica espressiva.
Di lei hanno detto: “Nonostante lo studio delle tecniche pittoriche, rimane fondamentalmente un’autodidatta; e come tutte le persone dotate di naturale talento, insofferente verso formalismi scolastici, sentiti come vincoli espressivi. Sviluppa così uno stile tutto suo, incentrato su una serie di topoi iconografici con suggestioni vagamente naif, dove il colore, retaggio delle sue origini sudamericane, la fa da protagonista. Ingenua e sapiente al tempo stesso la pittura fluisce dalle mani di Silvia; dalle sue opere ci raggiunge una visione della realtà entro cui si sentono vibrare forti e profonde pulsioni.” (Maurizio Cannavò)
Filip Jovanović: nasce nel 1974 a Belgrado. La sua prima fase artistica è collegata alla sua città di nascita. Ha vissuto e lavorato anche a Barcellona, Istanbul e Atene. La sua ricca opera comprende i quadri appartenenti a molte correnti pittoriche e realizzati con varie tecniche. Tra le esposizioni a cui ha preso parte vale la pena ricordare quelle di Belgrado (1999 e 2007), Barcellona (2001), Atene (2003), Istanbul (2003) e Praga (2009).
Di lui hanno detto: “Solo colui che dipinge conosce i segreti delle tinte spalmate, degli strati di tinta pura, delle interruzioni durante il lavoro….il segreto dell’idea”. (Nebojsa Savovic)
Mario Liberace: partendo da un’ispirazione post-impressionistica con incursioni e sconfinamenti nell’astrattismo, ha sempre più affinato le proprie capacità tecniche e creative riscuotendo consensi da parte di pubblico e critica. La sua attività artistica si è sviluppata durante un ampio arco temporale, nel corso del quale la ricerca di uno stile personale non si è mai arrestata. I contatti sempre più fecondi con l’arte contemporanea lo hanno portato verso nuovi approdi, tuttavia egli non ha mai rinnegato la sua precedente attività artistica. La sua esperienza estetica non soggiace a dettami formali rigidi: libero come le emozioni che sa trasmettere con le sue opere, egli è capace di rinnovarsi anche nel linguaggio cromatico, con l’utilizzo prevalente del blu e del rosso o di campiture caratterizzate da meravigliose nuances, e di conservare la sua dimensione intimista.
Gianni Manni: vive e lavora a Roma. Ancora adolescente manifesta talento per il disegno, la grafica e il modellato. Consegue i diplomi di Maturità Artistica e di Maestro d’Arte. E’ stato allievo dello scultore Emilio Greco e di Ernesto Rossetti, docente all’Accademia di Belle Arti di Roma. Le sue sculture si dividono in due grandi filoni: quelle in terracotta a grandezza naturale, che arrivano a toccare anche i 2 metri, e le opere in bronzo, ottenute con il procedimento della fusione a cera persa, di centimetri 30 e 60. Dopo molti anni dedicati alla scultura, nel 2012, Manni ha deciso di confrontarsi con la pittura e mostrato particolare interesse per quella astratta. Nel 1994 ha esposto a Roma (Palazzo Valentini), nel 1996 sempre nella Capitale alla Galleria Agostiniana, nel 2000, ancora a Roma, alle Sale del Bramante. Numerose anche le collettive alle quali ha preso parte: a Roma alla Galleria d’Arte Moderna, alla Galleria “Incontri in Arte”, alla I^ Biennale d’Arte Internazionale, dove è risultato vincitore della targa d’Argento, a Palazzo Barberini, dove è risultato primo classificato per il Premio Primavera, a Palazzo delle Esposizioni e a Palazzo dei Priori di Perugia.
Di lui hanno detto: “I bronzi raffinati, stilizzati ed eleganti rappresentano figure aeree, leggere immerse nello spazio, che sprigionano gioia di vivere e aneliti di libertà. Le tele, di grande impatto visivo, realizzate usando colori acrilici, danno vita, pur nell’armonico accostamento dei colori, a forme dense di tensione, fantasia e creatività, che catturano lo spettatore, coinvolgendolo ed emozionandolo”.
Paola Guia Muccioli, in arte GUIA: pittrice, ceramista, grafica, ha frequentato l’Accademia di Arti Ornamentali S. Giacomo in Roma e vari corsi di aggiornamento e tecniche. Sulla scena romana già dal 1990 con prime di copertina e CD, è iscritta all’annuario COMED già dal 1996. Ha preso parte a varie manifestazioni e mostre pittoriche nel Lazio - tra cui quelle del litorale romano e la celebre “Cento Pittori Via Margutta” - e in Italia ed è presente in collezioni private e pubbliche nel nostro paese e all’estero e nel Museo del libro d’Artista di Ripe. Nel 1996 e 2006 partecipa al “Festival dei Due Mondi. I protagonisti dell’Arte a Spoleto” e al Premio Internazionale Trastevere nel Centro Spazio Visivo Roma.
Di lei hanno detto: “L’artista romana, sollecitata dalla luce naturale, conferisce una tensione drammatica all’opera, capace di suscitare nello spettatore profonda commozione, e abbandona definitivamente le forme geometriche e figurative, per scoprire un avvincente linguaggio artistico, in cui lo sviluppo dei segni e dei metodi della composizione informale, siano proposti, sulla tela, all’insegna di una improvvisazione creativa evanescente ed effimera” e ancora “La pittrice cerca un diverso contatto con la natura che non si fondi più su oggetti e valori reali esistenti, ma su esperienze della sensibilità interiore che riconoscano il valore autonomo della creazione artistica, indipendentemente della realtà oggettiva…” (Antonio Sorgente, critico d’arte)
Ivana Protic: nata nel 1978 a Belgrado, ha cominciato gli studi presso l’Accademia delle Arti Applicate a Belgrado. Ha partecipato al I Incontro Internazionale dei pittori a Knjaz (Podgorica, Montenegro, 2003) nonché all’VIII Internazionale biennale dell’Arte della miniatura a Gornji Milanovac (Serbia, 2008). Tra le ultime esposizioni alle quali ha preso parte vale la pena menzionare quella del 2005 a Cacak, quella del 2006 a Praga, quella del 2008 a Gornji Milanovac e quella del 2010 a Colonia.
Di lei hanno detto: “Dipingere per non finire mai il quadro o almeno per sentire il desiderio di non finirlo…finché le immagini delle immagini siano nel te, finché esista l’occupazione del gesto e dell’attività del pennello, del campo tinto o della superficie…..Completamente libero e aperto, lasciarsi nell’impostazione delle nuove-vecchie dimensioni del processo pittorico, libero fino a quel punto quando esso ti permette di usare le nuove vitali libertà artistiche….fino all’impensabile”.