Pier Francesco Mola (1612-1666)
Presentazione della monografia di Francesco Petrucci Pier Francesco Mola (1612-1666). Materia e colore nella pittura del ’600 (Ugo Bozzi Editore, 2012).
Comunicato stampa
Giovedì 28 febbraio 2013 alle ore 18.00 l’Accademia Nazionale di San Luca ospiterà la presentazione della monografia di Francesco Petrucci Pier Francesco Mola (1612-1666). Materia e colore nella pittura del ’600 (Ugo Bozzi Editore, 2012). Presieduto da Francesco Moschini, Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca, l’evento sarà scandito dagli interventi di Claudio Strinati, Dirigente Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Anna Lo Bianco, Direttrice di Palazzo Barberini; Nicholas Turner, già curatore dei Gabinetto Disegni del Getty Museum e autore del catalogo dei disegni romani del ’600 e del ’700 del British Museum, massimo esperto di Mola disegnatore.
Dopo la monografia di Richard Cocke del 1972, la retrospettiva di Roma e Lugano del 1989-1990, gli studi su Pier Francesco Mola (Coldrerio, Canton Ticino 1612 – Roma 1666), hanno registrato significativi progressi che l’imponente monografia documenta in maniera esaustiva, anche nell’ambito della conoscenza della sua bottega e dei numerosi seguaci. Allievo del Cavalier d’Arpino, dopo vari spostamenti per l’Italia, nelle botteghe dell’Albani e del Guercino, il Mola tornò definitivamente a Roma nel 1649.
Abile disegnatore, mordace caricaturista, si cimentò in tutti i generi, eseguendo opere da quadreria di soggetto sacro e profano, affreschi e ritratti. Il favore goduto presso casate papali come i Pamphilj e i Chigi, la protezione di Cristina di Svezia, oltre alle commissioni ottenute da altre importanti famiglie come i Costaguti, i Colonna, gli Omodei, testimoniano il consenso ottenuto, culminato con l’elezione a Principe dell’Accademia di San Luca nel 1662. La fama del Mola è testimoniata dal pittore di nature morte Abraham Brueghel il quale, alcuni anni dopo la sua scomparsa, affermò: “qui ha lasciato fama del primo Pictor d’Italia”. La sua vasta bottega, la considerevole quantità di copie di sue opere che circolano ancora sul mercato, presenti in raccolte pubbliche e private, l’influsso esercitato su generazioni di pittori fino all' Ottocento, sono un chiaro riflesso del successo ininterrotto della sua pittura. A riguardo, Delacroix suggeriva ai suoi allievi di copiare Mola, mentre Gainsborough riteneva di non essere capace di dipingere come lui. Anche Turner e Fragonard hanno copiato sue opere.
La presentazione del volume sarà accompagnata da una mostra bibliografica sulle più importanti pubblicazioni della Ugo Bozzi Editore - Edizioni per la Storia dell'Arte.