Caterina Saban – Delizia e Meraviglia
Piante selvatiche, erbacce, fioriture interstiziali, rampicanti tenaci, un mondo verde spontaneo, vitale. Caterina Saban presenta una selezione di circa 50 fotografie che ritraggono la “terra di nessuno” del regno vegetale, dove le piante più umili nascono, vivono e muoiono inavvertite.
Comunicato stampa
Piante selvatiche, erbacce, fioriture interstiziali, rampicanti tenaci, un mondo verde spontaneo, vitale. Caterina Saban presenta una selezione di circa 50 fotografie che ritraggono la “terra di nessuno” del regno vegetale, dove le piante più umili nascono, vivono e muoiono inavvertite. Quando non vengono calpestate senza la minima attenzione. Chinandosi su di esse, invece, l’artista porta in primo piano l’insospettabile nobiltà che spesso, anche tra gli individui, acquistano gli ultimi, gli appartati, i marginali e tutti quelli che origini modeste nelle periferie del mondo condannano a diventare massa indistinta, superflua, inservibile.
Molte delle piante ritratte sono le progenitrici delle specie vegetali attualmente coltivate, sono una presenza familiare nella nostra vita, parte di tradizioni alimentari locali e della cultura dei luoghi. La loro esistenza, come quella di tutti gli ecosistemi naturali, è oggi minacciata dai cambiamenti ambientali e tuttavia senza un costante interscambio con geni selvatici le stesse specie coltivate potrebbero non sopravvivere. Come dice Caterina Saban: “Conoscere meglio queste umili piante permette di entrare in sintonia con esse, comprendere le relazioni di interdipendenza che le uniscono le une alle altre, all'ambiente in cui vivono e quindi a noi stessi. Si acuisce il desiderio di proteggere questo delicato equilibrio, di orientarlo eventualmente, ma mai di distruggerlo indiscriminatamente.”
In questo senso le fotografie esposte conciliano una prospettiva scientifica, accurata, insieme con uno sguardo più empatico, affettivo. Riportano alla memoria immagini di splendidi antichi erbari illustrati. Le erbe e i loro fiori, spesso minuscoli, sono ritratti da una distanza molto ravvicinata, favorendo l'acquisizione di una certa capacità di riconoscimento ma lasciando nello stesso tempo inalterato il mistero, il senso di meraviglia nello scoprire una ricchezza di forme e di armonie che non si sarebbe mai sospettata in piante etichettate per lo più come indesiderabili.
Caterina Saban ama guardare e far vedere. Le sue immagini non si limitano a documentare o a offrire un innegabile piacere estetico, ma generano riflessione, sfiorano le relazioni più intime e segrete della natura, creano un nuovo paesaggio visivo, una nuova esperienza dello sguardo.
Nelle due stanze adiacenti alla sala principale installazioni dal carattere più libero e avvolgente enfatizzano il senso di stupore che pervade sottilmente tutta la mostra.
La mostra sarà accompagnata da un testo critico di Maria Francesca Bonetti, responsabile delle Collezioni fotografiche dell’Istituto Nazionale per la Grafica (Roma). Ha contribuito alla realizzazione di mostre e a pubblicazioni di fotografia storica e contemporanea.
La mostra è promossa nell'ambito della manifestazione 'Un soffio di primavera' organizzata dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) a Villa Necchi Campiglio il 2 e 3 marzo.
Biografia: Caterina Saban nasce a Milano, dove frequenta la Facoltà di Filosofia all’Università Statale, indirizza in seguito i suoi interessi al reportage fotografico, alla programmazione e alla critica cinematografica collaborando con la rivista Scena e a ricerche sulla decorazione con lo Studio Alchimia.Nell’89 si trasferisce a Londra dove frequenta prima il Chelsea College of Art e si laurea poi in Belle Arti alla Middlesex University. Sempre a Londra realizza a partire dal ’95 le sue prime installazioni. Dal '98 prosegue la sua attività artistica a Milano.
Tra le sue mostre: 1995 Galleria 152c-Brick Lane, Londra, a cura di Stella Santacatterina, (personale )---1995 ‘Melange d’Aout’, Galleria Laure Genillard, Londra---1996 Pretext:Hheteronyms’, Clink Street Studios, Londra, a cura di Peer---1997 ‘Heteronymous ovvero un percorso dell’io’, Complesso del San Michele a Ripa, Roma, a cura di Peer e Achille Bonito Oliva---2000 ‘Anableps’ - Studio Stefania Miscetti, Roma, a cura di Michele De Candia---2002 ‘Foto e Installazioni’, Via dell’Orso 16, Milano, a cura di Marco Meneguzzo (personale)---‘2005 Fantastiche molecole’, Galleria Studio Gariboldi, Milano, a cura di Francesca Pasini. (personale)---2009 'Just around the corner" Capalbio Fotografia, a cura di Marco Delogu.