Alessandro Saturno Martinelli – L’eclissi dell’occhio

Informazioni Evento

Luogo
CASTEL DELL'OVO
Via Luculliana , Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal lunedì al sabato 10.00 – 18.00
Domenica 10.00 – 13.30

Vernissage
02/03/2013

ore 17,30

Artisti
Alessandro Saturno Martinelli
Generi
arte contemporanea, personale

L’approccio site-specific di Alessandro Saturno Martinelli, che prevede una profonda relazione tra le opere e gli spazi espositivi, individua nella Sala delle Carceri il sito ideale in cui assorbire le suggestioni del luogo da connettere alla sua indagine estetica sul corpo, sul suo apparire ed il suo dileguarsi, frutto di un’intensa ricerca durata due anni.

Comunicato stampa

L’Associazione culturale Divago nasce esattamente un anno fa dall’entusiasmo di quattro giovani napoletani con il proposito di operare sul proprio territorio e favorire la sinergia tra le diverse realtà artistiche della nostra città attraverso iniziative che mostrino il potenziale nascosto, spesso dimenticato, celato tra gli inesauribili tesori di Napoli.
Tra le sue iniziative, il 9 giugno 2012, la Divago ha dedicato una giornata alla promozione e valorizzazione del Complesso Monumentale di Santa Maria della Pace attraverso una visita accompagnata all’interno degli spazi visitabili dell’edificio e l’installazione “Ciò che non tramonta” dell’artista emergente napoletano Alessandro Saturno Martinelli all’interno del Lazzaretto, in una perfetta sintonia tra antico e contemporaneo. Il felice riscontro ottenuto durante tale giornata ha portato a “L’eclissi dell’occhio”, una mostra più ampia dell’artista napoletano che si terrà presso il Castel dell’Ovo dal 2 marzo al 12 marzo 2013. Il progetto dell’esposizione vuole proseguire il discorso estetico iniziato con la precedente mostra eleggendo, non a caso, come location ideale un scenario storico ed evocativo quale la pregevole Sala delle Carceri del Castel dell’Ovo.
L’approccio site-specific di Alessandro Saturno Martinelli, che prevede una profonda relazione tra le opere e gli spazi espositivi, individua nella Sala delle Carceri il sito ideale in cui assorbire le suggestioni del luogo da connettere alla sua indagine estetica sul corpo, sul suo apparire ed il suo dileguarsi, frutto di un’intensa ricerca durata due anni. Indagine che si lega al concetto di limite, di costrizione dello spazio e del suo superamento, evocato dal potente contrasto che si viene a creare all’interno di un luogo dalla forte identità come una prigione sul mare, che congiunge il luogo di segregazione e lo spazio sconfinato e continuamente in movimento che lo accoglie. Concepire uno luogo di prigionia come corpo chiuso in possibile dialogo con uno spazio senza confini definiti come quello del mare è la perfetta metafora ed il contrappunto ideale all’opera di Alessandro Saturno Martinelli.

“Attraverso il linguaggio della pittura ricerco una visione altra del corpo e del suo spazio. Le due istanze, apparentemente opposte, del materiale e dell’immateriale si ricongiungono così nel momento pittorico che genera immagine. (…)
Le figure che si manifestano hanno consistenze fluide e nebbiose, dai confini indefiniti e rarefatti, ma che si mostrano e si costituiscono in corpo.
Sono presenze che appaiono lentamente allo sguardo dello spettatore, figure venute da un tempo remoto, passato o futuro che diviene un sempre presente.
Sono volti ancestrali dallo sguardo rivolto all’interno, dalle bocche dischiuse quasi pronte a svelare i segreti che custodiscono. Segreti che si muovono sul filo del silenzio e che possono essere accolti solo da chi sa ascoltarli.
Apparizioni che con la loro presenza vengono a mostrarci qualcosa di sconosciuto, e che eppure risuona in noi familiare come un ricordo sepolto."

Alessandro Saturno Martinelli

Alessandro Saturno Martinelli attualmente vive e lavora Bologna, dove ha avuto modo di portare avanti il suo progetto estetico ed emergere nell’ambiente artistico bolognese con due mostre personali e la presenza in svariate esposizioni collettive. “L’eclissi dell’occhio” rappresenta, dunque, un passaggio importante dal punto di vista professionale ed anche emotivo per il giovane artista partenopeo che, per la prima volta, ha l’opportunità di esporre nella sua città natale e di confrontarsi con i suoi spazi ed i suoi abitanti.