Far retrocedere dappertutto l’infelicità #4
Incontro con Martina Corgnati ed Enrico Mascelloni Far retrocedere dappertutto l’infelicità L’Internazionale Situazionista e la sua attualità.
Comunicato stampa
Bad museum
Sabato 2 marzo 2013 ore 19.00
incontro con
Martina Corgnati ed Enrico Mascelloni
Far retrocedere dappertutto l’infelicità
L'Internazionale Situazionista e la sua attualità
Ciclo di incontri
a cura di Stefano Taccone
A partire dal 26 gennaio fino al 13 aprile 2013, al BAD museum sarà ospitato un ciclo di incontri con mostra documentaria a cura di Stefano Taccone dal titolo “Far retrocedere dappertutto l’infelicità”, l'Internazionale Situazionista e la sua attualità”. Nell’ambito dei quali di volta in volta uno o più personaggi di varia formazione e profilo saranno invitati a discutere dell’argomento a partire dalle proprie peculiari letture e ricerche. La finalità del progetto è quella di mettere a fuoco il percorso ed i temi dell’I.S. attraverso un approccio assolutamente multidisciplinare ed antispecialistico, fondandosi su di una concezione non parcellare del sapere, bensì su di un’attitudine che ama spaziare in esso a 360 gradi.
MARIO PERNIOLA - ENEA BIANCHI 26 gennaio
ANSELM JAPPE 2 febbraio
GIANFRANCO MARELLI 16 febbraio
ospiti del quarto incontro MARTINA CORGNATI - ENRICO MASCELLONI 2 marzo
PINO BERTELLI 16 marzo
PASQUALE STANZIALE 27 marzo
SERGIO GHIRARDI 13 aprile
Martina Corgnati - Le stupefazioni pittoriche di Pinot Gallizio
Pienamente situazionista è Pinot Gallizio la volontà provocatoria, lo sforzo di andare oltre il quadro e in generale oltre qualsiasi canone accademico, situazioni sta il proposito di inflazionare il quadro tramite la pittura industriale, situazioni sta il desiderio di provocare negli spettatori della Caverna un’autentica dérive psicologica. Ma il situazionismo non basta. I mezzi che Gallizio adopera, infatti, sono peculiarmente suoi, moderni e tradizionali a un tempo, escogitati come veicoli per un vagabondaggio artigianale, avveniristico, espressivo e caleidoscopico intorno alla pittura. La stupefazione, stato creativamente e criticamente contrario alla passività, incarnazione dell’unica autentica vita reale, ma anche permessa soltanto dall’ignoranza critica, sorta di azzeramento, di distruzione della personalità esteriore, della “cultura” intesa come tutto ciò che è appreso e non intrinsecamente necessario, è la meta cui artista e spettatore devono approdare.
Martina Corgnati è curatrice e critica d’arte. Da molti anni si divide fra l’attività didattica (è docente titolare di Storia dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino), le collaborazioni giornalistiche e l’impegno critico: ha scritto fra l’altro per ““Arte”, “Flash Art”, “Panorama”, “Anna”, “The Journal of Art”, “L’Indice”, “La Repubblica”, “Carnet Arte”, “Style” di cui è stata consulente di direzione. Attualmente è titolare della rubrica d’arte di “Chi”. Tra le pubblicazioni recenti: L’opera replicante: la strategia dei simulacri nell’arte contemporanea (2009) e I quadri che (ci) guardano. Opere in dialogo (2011).
Enrico Mascelloni - “Promuovere l'alluvione"
L'internazionale situazionista e l'arte contemporanea
L’Internazionale Situazionista nasce come avanguardia artistica; in seguito la sua critica radicale dell'arte conduce all’espulsione di tutti gli artisti che ne fanno parte del movimento. Con la fine della sua storia come movimento organizzato e più tardi la morte di Guy Debord, il "situazionismo" assurge a fenomeno da salotto.
Enrico Mascelloni viaggia da trent'anni in Africa Subshahariana e Asia centrale, occupandosi dell'arte visuale delle aree in questione. Ha coniato il termine "avanguardie negative", occupandosi con pubblicazioni e mostre di Dada, Fluxus, Poesia Visuale, Lettrismo e Internazionale Situazionista.
L’Internazionale Situazionista costituisce indubbiamente uno dei più rilevanti e significativi quanto complessi e controversi capitoli della vicenda delle avanguardie, se non, più precisamente, come sostiene Mario Perniola, l’ultima effettiva avanguardia storica del Novecento. La sua estremamente dinamica parabola colpisce per il desiderio di radicalità e coerenza assolute che la anima, per la incrollabile, peculiare determinazione dei suoi protagonisti nel procedere convinti di equivalere al «grado più alto della coscienza rivoluzionaria internazionale», rifiutando ogni mediazione o adattamento e sforzandosi di infrangere ogni separazione tra teoria e prassi, così come tra arte e vita. Concetti come la costruzione di situazioni, la deriva, il détournement, la psicogeografia, l’urbanismo unitario; problematiche come il superamento dell’arte, la critica della società spettacolare, la reinvenzione della rivoluzione rappresentano altrettanti motivi che testimoniano il fascino e la pregnanza delle riflessioni e delle intuizioni del movimento, fondamenti di una fortuna sopravvissuta ben oltre la sua stessa fine, inducendo non di rado a parlare delle sue attitudini per molti versi profetiche.
Ad oltre quarant’anni dalla fine ufficiale dell’Internazionale Situazionista, in quali direzioni si muovono le ricerche intorno agli snodi nevralgici della storia del movimento ed alla critica delle sue principali idee-guida? E quali sviluppi ulteriori hanno conosciuto, in anni più recenti, queste ultime ad opera di coloro che hanno continuato ad alimentarsene? Qual è, più in generale, il lascito del movimento alle generazioni successive e come valutarlo? In che misura e modalità esso parla del nostro presente – ed al nostro presente? E riguardo al presente della produzione artistica contemporanea? Queste ed altre le domande che intende sollecitare ed affrontare il progetto, il cui titolo - tratto da un passaggio del Rapporto sulla costruzione di situazioni di Guy Debord - mira ad evidenziare la centralità, irrinunciabile per ogni approccio situazionista, di una prospettiva di trasformazione radicale della vita. Esso si articola in un ciclo di sette incontri a scadenza quindicinale, nell’ambito dei quali di volta in volta un o più personaggi di varia formazione e profilo sono invitati discutere dell’argomento a partire dalle proprie peculiari letture e ricerche. Alle pareti della sala che ospita gli incontri è inoltre allestita una mostra documentaria fondata su scritti ed immagini tratti dalle pubblicazioni del movimento.
Progetto ideato da Peppe Buonanno
Coordinamento Ilaria Tamburro, Silvia Vicinanza
Produzione – organizzazione – mostra documentaria BAD