Marilù Eustachio – Di luogo in luogo
Per la mostra a La Nuova Pesa, l’autrice ha sottratto al paesaggio della sua abitazione un materiale vario e multiforme. Una raccolta di olii, disegni, fotografie e sculture e collage, realizzati nell’arco degli ultimi anni.
Comunicato stampa
Martedì 5 marzo alle ore 19.00 si inaugura alla Nuova Pesa la mostra personale di Marilù Eustachio intitolata Di luogo in luogo. Trasferimenti, accompagnata da un catalogo con testi di Daniela Lancioni e dell’artista.
Entrare nella casa o nello studio di Marilù Eustachio, entrambi a Trastevere, è come vivere un’esperienza del tempo. Sincronico se l’occhio abbraccia una sola porzione dell’ambiente, diacronico se lo percorre interamente. Anche a una osservazione distratta, qualora non si rimanesse soggiogati dalla densa atmosfera degli spazi, la vista coglierebbe la stratificazione inusitata di utensili da lavoro, di libri, di disegni, acquerelli, piccole tele, oggetti esotici e artigianali, fotografie, cartoline, giocattoli in latta e in legno, che ci parla degli interessi e delle curiosità del suo abitante, della cui professione saremmo a lungo in dubbio tra lo scrittore e l’artista. E forse Marilù Eustachio è entrambe le cose, anche se ha scelto la pittura come linguaggio preferenziale nel quale trasferire, depurandole, anche le sue esperienze di lettrice.
Per la mostra a La Nuova Pesa, l’autrice ha sottratto al paesaggio della sua abitazione un materiale vario e multiforme. Una raccolta di olii, disegni, fotografie e sculture e collage, realizzati nell’arco degli ultimi anni. Hanno cornici diverse, alcune di fattura recente, altre dorate o intagliate, acquistate negli anni e di volta in volta assegnate a un diverso lavoro. Sfilate dalla trama e dall’ordito del suo habitat, queste opere sono accostate in mostra rispettando, almeno in parte, le loro affinità: la serie “astratta” delle tavolozze, i ritratti (Proust e Benjamin), alcuni paesaggi a tratto, le teste e le altre visioni con i segni a china che delimitano e irradiano le campiture dell’acquarello…
La diversità dei segni e delle loro cornici è del tutto estranea a una logica omologante e per essere stata così concepita, questa mostra legittima una riflessione sul modo in cui Marilù Eustachio si dedica all’arte. Con costanza e applicazione, esercitando quotidianamente la mano e con essa l’immaginazione e una stupefacente capacità visionaria. Accumulando, giorno dopo giorno, immagini la cui epifania è del tutto autonoma da appuntamenti espositivi o da altri generi di committenza.
Di luogo in luogo. Trasferimenti è anche e soprattutto una riflessione sul tempo e sullo spazio, perché l’esperienza messa in atto del trasferimento dallo studio e dalla casa in galleria ha conferito alle opere una duplice possibilità: una “permanenza e un movimento”, come scrive Marilù Eustachio nel testo in catalogo, “un essere e un divenire, una contrazione e una dilatazione del tempo”.