Candelieri. 4 Residencies_Dinamiche da un’induzione
Il progetto espositivo è la conclusione di un percorso iniziato ad agosto 2012 con un programma di residenze per artisti realizzato nei comuni dei Candelieri – luoghi nei quali enormi ceri votivi vengono portati in processioni danzanti in onore della Madonna dell’Assunta.
Comunicato stampa
Nel Palazzo della Frumentaria di Sassari, il 14 marzo, verrà presentata Candelieri. 4 Residencies_Dinamiche da un’induzione. Il progetto espositivo è la conclusione di un percorso iniziato ad agosto 2012 con un programma di residenze per artisti realizzato nei comuni dei Candelieri – luoghi nei quali enormi ceri votivi vengono portati in processioni danzanti in onore della Madonna dell’Assunta. La mostra è promossa dal Comune di Sassari – Assessorato alle Culture e curata da Giangavino Pazzola per Progetto Contemporaneo.
Gli interventi realizzati da Gabriele Arruzzo, Silvia Camporesi, Arianna Carossa, Helena Hladilova e Namsal Siedlecki nei comuni di Nulvi, Ploaghe, Sassari e Iglesias, sono la reinterpretazione sia del Candeliere come oggetto in sé, sia del rapporto uomo-ambiente in un contesto socioculturale connotato. Gli imponenti ceri votivi vengono presi a paradigma e pretesto d’indagine, mentre le residenze ricoprono una funzione sperimentale che porta le città a essere luogo di fruizione e spazio per la produzione dell’arte.
Dal 14 marzo al 14 aprile sarà possibile vedere gli esiti di tale processo creativo. Gabriele Arruzzo si concentra sull'aspetto commemorativo e auto-celebrativo dell’esperienza e, mixando estetiche locali a simboli ricorrenti nella sua produzione artistica, compie un mash-up di segni per la ricostruzione del nuovo stemma per il Comune di Nulvi. Silvia Camporesi compie un’indagine percettiva sulla dimensione femminile (quasi anonima) e ambigua che avvolge l’ambiente. Il pathos si ricompone nell'istallazione della fotografia di una Madonna dormiente priva di elementi caratterizzanti e un libro d’artista realizzato con la tecnica orientale del kirigami, all'interno del quale le immagini intagliate e piegate a mano restituiscono forme tridimensionali da un’immagine bidimensionale. Il readymade di Arianna Carossa si sviluppa all'interno della ricerca artistica sull'oggetto e ha come focus narrativo il senso di vertigine conseguente allo sforzo fisico e alla fatica. A una sedia è poggiato un asse di legno con rotella, struttura che definisce un significato dinamico del voto. Helena Hladilova e Namsal Siedlecki (Gum Studio) partono dalla lettura di un libro sulle piante autoctone e velenose della Sardegna per indagare le relazioni tra materiale, oggetto e ambiente. La scomposizione della base del Candeliere evidenzia un paradosso, poiché due tipi di legno su tre che compongono la base dei Candelieri di Iglesias sono nocive. Da questa constatazione sono messi in discussione parametri simbolici alla base dell’esperienza visiva, rapporti relazionali, sistemi produttivi, in una dimensione ironica ed espressivamente dirompente.
A queste produzioni sono affiancati materiali, documenti e carteggi utilizzati durante il programma di residenze e altre opere che sono l’esito di collaborazioni tra Gabriele Arruzzo, Silvia Camporesi, Arianna Carossa, Helena Hladilova e Namsal Siedlecki e un comitato di artisti che hanno agevolato la ricerca nei territori. Il gruppo di artisti è composto da Vittoria Soddu, Alessandra Casadei, Carlo Spiga, Enrico Pitzianti, Stefano Serusi, Nicola Caredda, Paolo Pibi e Pier Paolo Luvoni.