Opere Sacre
Come è ormai tradizione dell’Associazione, nel periodo Pasquale verrà inaugurata una nuova mostra di tema sacro. Quest’anno, il Prof. Luigi Marsiglia presenterà Livio Conta (1939) e Giorgio Conta (1978), padre e figlio, che dal 2004 collaborano artisticamente, spesso nella realizzazione di opere monumentali, e di cui verranno qui esposte quattordici opere, tra dipinti e sculture.
Comunicato stampa
L’Associazione Culturale Amici dell’Arte di Aligi Sassu con il patrocinio della Città di Besana in Brianza, presenta nel Padiglione Neoclassico di Villa Filippini, un’interessante mostra dei pittori Livio e Giorgio Conta dal titolo“Opere Sacre”.
Come è ormai tradizione dell'Associazione, nel periodo Pasquale verrà inaugurata una nuova mostra di tema sacro. Quest'anno, il Prof. Luigi Marsiglia presenterà Livio Conta (1939) e Giorgio Conta (1978), padre e figlio, che dal 2004 collaborano artisticamente, spesso nella realizzazione di opere monumentali, e di cui verranno qui esposte quattordici opere, tra dipinti e sculture.
Livio Conta è un pittore, plastificatore, ma soprattutto autentico scultore del legno. Ne conosce i segreti, la vitalità intima, le innervature, i nodi, gli andamenti, la storia, i segni del tempo e a tutto ciò si adegua, ricavando opere di grande "naturalezza", nonostante la materia sia incisa, scavata, scolpita. Si segnala per come soffre la materia, alla stregua di un campo di fermentazione e di tensione dinamica della figura, la quale si moltiplica nello spazio come un'eco plastico-sonora: ritmo che cresce e si ricarica su se stesso, si moltiplica (mani), espandendosi nello spazio, dilatando i riverberi del significato nei movimenti della materia. (Giorgio Segato)
Sensibilità romantica,fantasia,ma anche un perfetto controllo tecnico sono alla base delle piacevoli opere sia scultoree che pittoriche di questo artista, tra il classico e il moderno.Tutte le composizioni sono frutto di una ricerca coltivata con passione, con equilibrio fra sollecitazioni interiori e stimoli esterni. Le donne e gli uomini di Giorgio Conta sembrano, nella loro sacralità terrena, sotto il potere di uno strano incantesimo, il quale li costringe - scolpiti come sono nel loro mondo fantastico, melodico- a sognare un microcosmo che li faccia partecipi di una sorta di moderno presepe. Da questa nicchia i suoi personaggi paiono angelicati, in linee morbide e arcuate, mentre con i loro strumenti musicali sollevano tacite riflessioni e domande che si perdono nell'aria. (Paolo Levi)