Paolo Ventura – Il teatro della memoria
Fotografie in bilico tra sogno e realta’, dove sembra riemergere il passato di un’Italia immaginata, immersa in un tempo stranamente immobile e al contempo vacillante. In mostra sono esposte alcune delle sue ricerche piu’ recenti e significative, suddivise in due sedi di Rimini: Far e il Museo della Citta’.
Comunicato stampa
E’ quasi una mostra antologica Il teatro della memoria, l’esposizione alla FAR di Rimini delle ricerche di Paolo Ventura, artista che si è imposto all’attenzione internazionale grazie alle sue fotografie in bilico tra sogno e realtà, dove sembra riemergere il passato di un’Italia immaginata, immersa in un tempo stranamente immobile e al contempo vacillante. Simili a un teatro delle ombre, dove si aggirano personaggi solitari che popolano paesaggi cittadini nebbiosi e inquieti, misteriosi e al contempo famigliari. Sospese in un silenzio malinconico, che sottrae la realtà al divenire, le sue opere trasportano gli spettatori in un universo quasi onirico e fanno riemergere mondi dimenticati come per incanto. Danno voce alla nostalgia di un passato mai vissuto, ma fervidamente immaginato attraverso i racconti, i libri e le illustrazioni che hanno nutrito la sua fantasia fin da piccolo. Un mondo ricostruito, meraviglioso e un po’ triste, a cui egli dà una nuova vita, come se emergesse da un’emozione duratura della sua infanzia. Simile a un tenace custode del passato, ancora capace di fantasticare e sognare a occhi aperti, Paolo Ventura crea immagini enigmatiche e giocose, ci guida per mano in mondi incantati ed enigmatici, al contempo anacronistici e ambiguamente verosimili. A proposito della sua ultima serie Lo zuavo scomparso, l’autore racconta: “Non amo ricreare mondi passati come se fossi davvero stato negli anni 50 a Roma. Mi interessa cogliere un’atmosfera e lavorarci sopra con la fantasia. Perché certe atmosfere ci sono ma poi in realtà non sono così, sono dei mondi complessi in cui le epoche si sovrappongono e si contraddicono a vicenda”.
In mostra sono esposte alcune delle sue ricerche più recenti e significative, come: Behind the walls (2011), dove un personaggio reale si aggira in un’imprecisata città italiana del primo Novecento; Lo zuavo scomparso (2012), viaggio poetico in una Roma trasfigurata e metafisica; The Automaton (2010), fiaba malinconica dove si narra la storia di un vecchio che, nel ghetto ebraico di Venezia, costruisce un automa durante i tristi anni dell’ultima guerra; Winter Stories (2007-09), raffigurazione affascinata del mondo del circo, dove giocolieri, mangiafuoco, clown, domatori, equilibristi paiono riprendere vita, come per un omaggio a Federico Fellini; Il pittore futurista (2012) e un’ampia serie di polaroid. Per avvicinare il pubblico all’universo fantastico di questo artista – al contempo fotografo, narratore e pittore – verranno inoltre esposti scenografie e personaggi da lui creati per realizzare le sue immagini. Nella sala delle teche del Museo della Città vengono presentati libri e altri oggetti che egli raccoglie in parallelo al suo lavoro e che potranno avvicinare lo spettatore alla sua formazione artistica.
In occasione della mostra verrà presentato il libro: Paolo Ventura [An invented world], con testi di: G.Foschi, W.M. Hunt, L. Panaro, M. Pulini; Danilo Montanari Editore, Ravenna, 2013.
Nato a Milano nel 1968, Paolo Ventura vive tra New York e la cittadina toscana di Anghiari, dove ha trasformato il suo studio in un regno di meraviglie popolato da colorati pupazzi, strade ed edifici in miniatura. I suoi lavori sono stati esposti al MART di Rovereto, al Museum of Art and Design di New York, alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi, al Museo Fortuny di Venezia, al Lowe Art Museum di Miami e Fondazione Forma per la Fotografia di Milano. Di recente è stato protagonista di un’importante personale al MACRO/Museo di Arte Contemporanea di Roma dove ha presentato Lo zuavo scomparso.