Federico Arcuri – Oltre il senso del luogo
Federico Arcuri presenta una installazione di disegni e una serie di grandi opere inedite realizzate per l’occasione sul tema prescelto, frutto dello studio di un percorso messo a fuoco a Berlino, con soggetti metropolitani in bianco e nero, nelle quali la realtà reale si mischia con la comunicazione virtuale.
Comunicato stampa
Sabato 23 marzo dalle ore 18.00 nelle sale del Palazzo del Podestà di Rimini sopra al FAR inaugura la personale di Federico Arcuri “Oltre il senso del luogo” a cura di Francesca Baboni e Stefano Taddei, in collaborazione con le gallerie Emmeotto Living Gallery e Paola Cardano Arte Contemporanea di Roma.
Il tema della mostra riguarda l'influenza dei social network nella contemporaneità e il titolo stesso fa riferimento alla tesi del saggio omonimo di Joshua Meyrowitz. La socialità al giorno d'oggi passa attraverso l'inevitabilità dei sistemi virtuali. L’essere umano, sempre più solo e disgregato interiormente, si affida alla comunicazione mediatica come ad un viatico per una mera sopravvivenza collettiva. Chi sta fuori dai giochi, vive la solitudine vera o una più vera vita. La maggioranza degli individui, non riuscendo a riempire il vuoto delle loro esistenze, instaura rapporti personali fittizi, rimanendo in contatto continuo con gli altri ma di fatto sempre più sola. Federico Arcuri presenta una installazione di disegni e una serie di grandi opere inedite realizzate per l'occasione sul tema prescelto, frutto dello studio di un percorso messo a fuoco a Berlino, con soggetti metropolitani in bianco e nero, nelle quali la realtà reale si mischia con la comunicazione virtuale. Due mondi paralleli che paiono trovare una sorta di equilibrio nella loro rappresentazione, ma rimangono altresì come due universi inconciliabili, lasciando trasparire un'ambiguità tra le due dimensioni, destinata ben presto a collassare. La comunicazione virtuale sembra soltanto colorare superficialmente l’esistenza, senza dare quella vera sostanza che ne intenziona i passaggi più ragguardevoli. La realtà virtuale inoltre, come ci ricorda Joshua Meyrowitz, toglie il senso dello spazio, uno dei motori che accompagna da sempre le relazioni interpersonali. L'ideale per l'individuo contemporaneo sarebbe rimanere dunque fuori da questa babele del nulla, per evitare la pena di scadere nell’anonimato più martoriante. (Francesca Baboni, Stefano Taddei)