The Camera’s Blind Spot
La mostra The Camera’s Blind Spot indaga le relazioni fra scultura e fotografia attraverso il punto di vista di un gruppo composito di artisti europei e statunitensi nati negli anni Settanta. Il termine “Blind spot” definisce la parte oscurata del campo visivo, il punto cieco del nostro sguardo.
Comunicato stampa
A partire da sabato 23 marzo (inaugurazione ore 19.00) il Museo MAN propone un nuovo progetto espositivo dedicato ai linguaggi della contemporaneità.
Curata da Simone Menegoi e Lorenzo Giusti, The Camera’s Blind Spot indaga le relazioni tra scultura e fotografia attraverso il punto di vista di un gruppo composito di artisti europei e statunitensi nati negli anni Settanta. Il termine “Blind spot” definisce la parte oscurata del campo visivo, il punto cieco del nostro sguardo.
Oltre ai più recenti sviluppi della formula canonica, in cui la fotografia documenta, rivisita e ricrea opere tridimensionali già esistenti (formula nata con la fotografia stessa e che ha conosciuto una straordinaria svolta creativa quando scultori comeMedardo Rosso e Costantin Brancusi, al principio del XX secolo, hanno iniziato a fotografare le loro stesse opere in condizioni mutevoli di luce e di spazio), la mostra ambisce a dare conto di altre possibilità oggi non meno importanti, in particolare quella in cui la materialità dell’immagine fotografica è spinta a tal punto da diventare essa stessa scultura. Una sfida a ciò che, sino dalle origini della tecnica fotografica, ne costituisce il limite maggiore, l’impossibilità di restituire su una superficie piana un oggetto tridimensionale. Accompagnerà la mostra un catalogo bilingue pubblicato da NERO.
Dieci gli artisti coinvolti nel progetto: Becky Beasley (Regno Unito 1975) Bruno Botella (Francia 1976), Stefan Burger (Svizzera 1977), Michael Dean (Regno Unito 1977), Giuseppe Gabellone (Italia 1973), Francesco Gennari (Italia 1973), Curtis Mann (Usa 1979), Taiyo Onorato & Nico Krebs (Svizzera 1979), Erin Shirref (Usa 1975), Sara VanDerBeek (Usa 1976).
Accompagnerà la mostra un catalogo bilingue pubblicato da NERO con testi di Barbara Casavecchia, Lorenzo Giusti e Simone Menegoi.
Curated by Simone Menegoi and Lorenzo Giusti, The Camera's Blind Spot investigates the relationship between sculpture and photography as seen through the eyes of a composite group of European and American artists born in the 1970s.
In addition to the latest trends in the traditional approach in which the photograph revisits and recreates three-dimensional works that already exist (a formula established by photography itself and which saw an extraordinary creative breakthrough when, at the beginning of the 20th century, sculptors like Constantin Brancusi and Medardo Rosso began to take pictures of their own works under changing conditions of light and space), the exhibition seeks to narrate other possibilities that are no less important today - especially when the materiality of the photographic image is pushed to the limit, becoming a sculptural object, challenging what has been the major limitation of photographic technique since its origins: the inability to reproduce a three-dimensional object on a flat surface.
The exhibition presents prints, videos, installations, and sculptures made of photographic paper or "weighted down" by other materials like wood, metal, and concrete - all ambiguously suspended between the second and third dimensions.
The show includes the following ten artists: Becky Beasley (United Kingdom 1975) Bruno Botella (France 1976), Stefan Burger (Switzerland 1977), Michael Dean (United Kingdom 1977), Giuseppe Gabellone (Italy 1973), Francesco Gennari (Italy 1973), Curtis Mann (Usa 1979), Taiyo Onorato & Nico Krebs (Switzerland 1979), Erin Shirref (Usa 1975), Sara VanDerBeek (Usa 1976).
A bilingual catalogue published by Nero with texts by Barbara Casavecchia, Lorenzo Giusti and Simone Menegoi accompanies the exhibition.