Chiara Luzi – Il bagno

Informazioni Evento

Luogo
HULA HOOP CLUB
Via Luigi Filippo De Magistris 91/93, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
22/03/2013

ore 19,30

Contatti
Email: sury1980@gmail.com
Sito web: http://chiaralu2.tumblr.com/
Biglietti

tessera associativa € 3

Artisti
Chiara Luzi
Curatori
Togaci
Generi
personale, disegno e grafica

Matita e penna grafica danno vita alle sue illustrazioni dal sapore vagamente naïf che, in alcuni tratti, ricordano le immagini ingenue di Saint-Exupéry ne Il piccolo principe.

Comunicato stampa

Una mente caotica quella di Chiara Luzi, illustratrice nata 32 anni fa ad Orvieto.
Matita e penna grafica danno vita alle sue illustrazioni dal sapore vagamente naïf che, in alcuni tratti, ricordano le immagini ingenue di Saint-Exupéry ne Il piccolo principe.
Un linguaggio grafico semplice e diretto, frutto di appunti mentali disordinati, imprecisi, che prendono forma ora di linee decise, ora di segni nervosi ed incerti. Nessun motivo dominante, figure zoomorfe e fitomorfe, apparentemente non rifinite, si alternano nei suoi lavori, quasi a riprodurre i cambiamenti del suo animo.
Se è vero che un disegno pesa quanto il tuo animo nel momento in cui lo fai, quanto peserà un dipinto?
Per Chiara Lu, probabilmente, ha il medesimo peso dei suoi disegni, poiché riesce a trattare la materia tela esattamente come i fogli sui quali è abituata a disegnare. Nel suo primo lavoro pittorico, Il Bagno, ritroviamo lo stesso tratto nervoso ed istintivo, alleggerito da accesi colori pastello che ben rappresentano l'ambiente ritratto: il bagno, centro nevralgico dell'intimità quotidiana, luogo di solitudine, riflessione e relax, in cui si consumano rituali giornalieri. Gesti ed azioni che si ripetono ogni giorno per tutto il corso della vita e che Chiara rappresenta con leggerezza, trasformando l'osservatore in un indiscreto voyeur. Con i suoi dipinti spalanca le porte del luogo privato per eccellenza, attraverso ardite prospettive che rendono lo spazio irreale, quasi a voler rappresentare un inconscio distorto in cui si percepisce il rapporto intimo che si ha con il proprio corpo.
In fondo l'arte non si è mai disinteressata di questo luogo tabù, utilizzandolo come simbolo provocatorio ed evocativo degli aspetti più viscerali dell'uomo. Ma la Merda d'artista di Piero Manzoni è sigillata in un barattolo, così come la Fontaine di Marcel Duchamp o l’Excusado di Edward Weston sono oggetti decontestualizzati, degli objet trouvé privati della loro originaria funzione ed elevati ad elementi estetici decorativi.
I dipinti di Chiara non seguono questo filone provocatorio bensì analizzano e mettono in scena l'intimità quotidiana comune ad ogni individuo. Sono mera rappresentazione di un luogo condiviso e vissuto da tutti, dove i pensieri, spesso, prendono il sopravvento, catapultandoci in luoghi fantastici senza spazio e senza tempo.