Marcello Polacci – Versilia sognata
Le opere dell’artista toscano Marcello Polacci saranno esposte nelle vetrine della prestigiosa sede centrale della banca svizzera.
Comunicato stampa
La Versilia sognata di Marcello Polacci in una personale
alla Ubs di Lugano
Dal 27 marzo, e per i tre mesi successivi le opere dell'artista toscano Marcello Polacci saranno
esposte nelle vetrine della prestigiosa sede centrale della banca svizzera
Del pittore Marcello Polacci si apre il 27 marzo prossimo una personale alla sede centrale
della Ubs di Lugano. Un evento importante, introdotto da un pezzo critico di Cristina
Acidini, soprintendente del Polo Museale fiorentino e curata dall'architetto Claudio Rossi
di Lugano.
Le ventotto opere che l'artista ha scelto per questa mostra saranno collocate nelle vetrine
esterne della banca, nella hall e nelle sale di rappresentanza ai piani superiori della banca,
da tempo diventata un vero percorso espositivo per grandi eventi artistici.
Polacci ha sempre avuto un amore smisurato per la pittura, iniziando a dipingere dalla
metà degli anni Cinquanta. Un percorso iniziale che non si fonda su un vero e proprio
linguaggio personale, ma trae linfa dai vari pittori e stili pittorici che di volta in volta lo
attraggono e incuriosiscono. Espone in quegli anni in alcune collettive che destano
l'interesse di pubblico e critica tanto che, nel 1960, il gallerista Enzo Pagani, direttore della
Galleria del Grattacielo di via Brera a Milano, gli consiglia di prendere una decisione “o fai
il pittore e vieni con me a Milano a lavorare, o fai il pediatra e lasci stare i pennelli”.
L'artista versiliese non risponde a questo allettante richiamo e decide di conciliare la
passione per la pittura con la professione medica.
Ma è nel 1995 che, raggiunta la pensione, si risveglia prepotente il vecchio amore al quale,
finalmente, può dedicarsi a tempo pieno. “Una lucida vena di cultura – come ricorda nel
testo introduttivo Cristina Acidini – ha attraversato fin dalle prove più lontane la pittura di
Polacci, elevando a una dimensione d’intesa introversa e silente il dialogo tra lo sguardo del pittore
e le cose intorno. Che sono poi le cose della sua Versilia, a cominciare dai blocchi di marmo apuano
in riva al mare, forme geometriche di approssimativa purezza posate sulla rena, in dialettica con le
linee dell’orizzonte e della battigia”.
Una Versilia, quella dipinta da Marcello Polacci, idealizzata in simboli senza tempo: “Ho
cercato di far vedere la mia Versilia in chiave moderna, simbolica, sognata – afferma – in una mia
visione interna che è quella che guida la mia ultima pittura, perché ho sempre sentito lo stimolo che
mi davano i temi offerti dai paesaggi della terra dove sono nato”. Nel suo studio di Forte dei
Marmi porta avanti queste ricerche di nuovi rapporti fra le cose, accosta i simboli della sua
terra: il pino, il mare, la cabina, le Apuane, la linea dell’orizzonte, i blocchi di marmo inuna visione che è al di fuori del senso comune delle cose ”Sono immagini nuove di vecchie
cose”.