Angela Viola – MA(ta)SSE

Informazioni Evento

Luogo
OLDONI GRAFICA EDITORIALE
via Giovanni Pezzotti 8, Milano, Italia
Date
Dal al

ore 15.30 - 17.30

Vernissage
28/03/2013

ore 19

Contatti
Sito web: http://www.angelaviola.com
Artisti
Angela Viola
Curatori
Annalisa Bergo
Generi
arte contemporanea, personale, disegno e grafica
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Per la prima volta viene presentata la serie MA(ta)SSE nella sua interezza, illustrandone il percorso di genesi e sviluppo attraverso i disegni e le tele.

Comunicato stampa

Prosegue il ciclo di mostre personali promosse da Route 42 e Oldoni Grafica Editoriale, organizzate negli spazi della casa editrice.
Il 28 marzo inaugura MA(ta)SSE, personale di Angela Viola a cura di Annalisa Bergo.
Per la prima volta viene presentata la serie MA(ta)SSE nella sua interezza, illustrandone il
percorso di genesi e sviluppo attraverso i disegni e le tele.

I primi disegni a china su carta, in cui il caschetto di capelli neri si districa dai fili rossi che avvolgono il corpo di giovani donne, sono del 2010 mentre l’anno successivo Angela dipinge grandi tele lasciando che le sue matasse assaporino la grande dimensione. Bianco, nero, rosso: toni scelti per la loro immediatezza e particolare efficacia evocativa, sono i protagonisti della ricerca artistica di Angela.
La sintesi cromatica si unisce, poi, al tratto preciso ed essenziale del disegno in una ricerca di purezza e intimità.
Osservare le protagoniste delle MA(ta)SSE è come sbirciare dal buco della serratura, lo sguardo si sofferma su alcune parti del corpo che si intravedono attraverso il filo rosso, sostegno e legame al tempo stesso di una fragilità fisica ed emotiva.
Recuperando un’antica leggenda cinese, nella quale il filo rosso era simbolo del destino inevitabile poiché deciso da un volere superiore, Angela costruisce un percorso che si snoda attraverso tutte le opere della serie, rendendola un unico grande racconto.
Il filo rosso, metafora delle esperienze passate e dei ricordi che si accumulano attorno e dentro di noi, si attorciglia sommandosi al filo delle decisioni che non ci appartengono, creando delle matasse che sono più simili a masse, pesi che ci portiamo legati e da cui non riusciamo a liberarci. Le figure rimangono immobili, sospese a un filo nello spazio bianco del foglio, o della tela, in attesa che ancora, qualcos’altro accada e ne cambi la sorte.