Passive Aggressive / Sanford Biggers
Massimo De Carlo presenta la prima mostra personale in Italia dell’artista americano Sanford Biggers Sugar, Pork, Bourbon e Passive Aggressive, una mostra collettiva.
Comunicato stampa
SUGAR, PORK, BOURBON
Sanford Biggers
Il 5 aprile Massimo De Carlo presenta la prima mostra personale in Italia dell'artista americano Sanford Biggers Sugar, Pork, Bourbon.
Sanford Biggers è il cantore degli afro-americani: newyorkese di adozione, ma nato a Los Angeles, Biggers è una delle voci più interessanti dell’arte di oggi. Le opere di Sanford Biggers sono un crogiuolo di culture e sono capaci di intersecare la tradizione afro-americana con i simbolismi giapponesi, l’eleganza mitteleuropea con le esperienze urbane contemporanee, la tecnica italiana con i ritmi della musica hip-hop.
Con Sugar, Pork, Bourbon, Sanford Biggers porta a Milano una serie di nuove opere che sono una sintesi del suo percorso artistico e culturale.
Al centro della mostra di Sanford Biggers sono i quilts, trapunte patchwork, sulle quali l’artista dipinge motivi decorativi e complessi sistemi di immagini fortemente simboliche. Per realizzare i suoi quilts Sanford Biggers ha recuperato le trapunte originali realizzate nel secolo scorso dagli schiavi d’America con pezzi di tessuto ricavati da abiti dismessi e poi cuciti insieme. I quilts, con i loro diversi motivi decorativi, erano usati dagli schiavi per raccontare con un linguaggio in codice la storia di una comunità o di una persona, il proprio status sociale o la religione di appartenenza. Nel profondo Sud si potevano vedere appesi fuori dalle case, nelle stazioni, sulle facciate delle chiese.
Sanford Biggers amplifica questi temi dipingendo direttamente sul tessuto elementi simbolici come il fiore di loto – che proviene dalla tradizione figurativa giapponese – i cui petali riproducono minuziosamente lo schema di posizionamento degli schiavi nelle stive delle navi che dall’Africa li deportavano nel Nuovo Continente.
Grandi nuvole di cotone sospese nell’aria – che assurgono a simbolo di ritrovata libertà - e frammenti degli antichi mobili delle case coloniali, sono un’ulteriore esortazione di Sanford Biggers a rileggere la storia americana dalla prospettiva degli ultimi e a liberarsi da tutte le oppressioni.
PASSIVE AGGRESSIVE
John Armleder, Dan Colen, Gelitin, Rashid Johnson, Nate Lowman, Steven Parrino, Josh Smith, Piotr Uklański, Kaari Upson
passivo [pas-sì-vo] agg. [dal lat. tardo passivus, der. di passus, part. pass. di pati «patire, subire»]. – aggressivo [ag-gres-sì-vo] agg. e s. m. [der. del lat. aggressus, part. pass. di aggrĕdi «aggredire»].
Denota un tipo di personalità o comportamento connotato dall'espressione di emozioni negative in modi passivi o indiretti, attraverso la manipolazione o la non-cooperazione.
Espressione usata per descrivere intenzioni e azioni aggressive nascoste da azioni apparentemente non aggressive.
Un meccanismo di difesa che permette alle persone, che non sono a proprio agio con l'essere apertamente aggressive, di ottenere ciò che vogliono cercando di compiacere gli altri.
Il 5 aprile inaugura presso la galleria Massimo De Carlo Passive Aggressive, una mostra collettiva con opere di John Armleder, Dan Colen, i Gelitin, Rashid Johnson, Nate Lowman, Steven Parrino, Josh Smith, Piotr Uklański e Kaari Upson.
Passive Aggressive mette in insieme grandi maestri e giovani artisti di importanza internazionale e offre uno sguardo inusuale sul loro lavoro. In Passive Aggressive le opere sono strappate, perforate, logorate, macchiate, bruciate: gli artisti di Passive Aggressive esprimono una resistenza al sistema combattendo quotidianamente la loro battaglia contro la superficie, lo spazio e perfino contro la natura.