Giancarlo Montuschi – Il Sentiero degli Arcani Maggiori
L’esposizione, a cura dello storico e critico d’arte Michele Loffredo, ospiterà una selezione di opere recenti del pittore faentino, tra le quali si segnalano 22 acrilici su tela che reinterpretano i Trionfi – ovvero il gruppo di carte dei Tarocchi che va a formare gli “Arcani Maggiori” – e dieci sculture policrome realizzate con la tecnica “raku”.
Comunicato stampa
Dal 28 marzo al 9 aprile 2013 la Villicana D’Annibale Galleria D’Arte di via Cavour 57, ad Arezzo, ospita la mostra di pittura di Giancarlo Montuschi dal titolo Il Sentiero degli Arcani Maggiori.
L’esposizione, a cura dello storico e critico d’arte Michele Loffredo, ospiterà una selezione di opere recenti del pittore faentino, tra le quali si segnalano 22 acrilici su tela che reinterpretano i Trionfi – ovvero il gruppo di carte dei Tarocchi che va a formare gli “Arcani Maggiori” – e dieci sculture policrome realizzate con la tecnica “raku”.
Venerdì 28 marzo, alle ore 18, si terrà il vernissage alla presenza dell’artista e del curatore.
Tra gli eventi collaterali alla mostra si segnala l’incontro in galleria, sabato 6 aprile alle ore 18, con lo scrittore e saggista Giordano Berti, uno dei più grandi esperti di storia delle tradizioni popolari e dei tarocchi, nonché autore di numerosi studi dedicati ai rapporti fra arte ed esoterismo.
Dicono di Montuschi:
“I grandi repertori artistici, le opere classiche, i testi non solo letterari ma anche visuali rappresentano un riferimento essenziale e costante nell’immaginario collettivo dell’umanità. Dall’antichità a oggi, dalla Bibbia all’Odissea, dall’Eneide alla Divina Commedia, dal Don Chisciotte a Pinocchio, per citare i più noti, si offrono agli artisti come modelli esemplari, il cui confronto non solo appare opportuno ma per alcuni si manifesta addirittura necessario.
Tra questi repertori, in particolare i Tarocchi hanno da sempre esercitato un indiscutibile richiamo per il doppio ruolo sia di carte da gioco e oracolari sia per i concetti ermetici espressi nelle figurazioni simboliche.
Già in prima battuta si può affermare che Giancarlo Montuschi appartiene a quella rastremata schiera di artisti per cui il confronto, in particolare con l’iconografia degli Arcani Maggiori, detti anche Trionfi, così come ci sono pervenuti dal Medioevo e dal Rinascimento, appare indispensabile, perché si carica di un valore aggiunto, di un duplice richiamo”.
(Michele Loffredo, storico e critico d’arte, direttore del Museo di Casa Vasari ad Arezzo)
“Montuschi compila da anni il suo mondo che è collocato oltre il visibile, con una presenza senza volto che si aggira in costruiti paesaggi, che popola appunto di brani di natura collocati alla rinfusa, aggrappati, affioranti dal nulla, decoranti, non decorativi, deformati, presentati in sintesi estreme –
con un’ascendenza futurista di un’arte-vita, immaginaria però – affollatissime. Li popola anche di navi, pesci... E traccia così progressivamente l’immagine nascosta del suo volto, discreta, matura e gioiosa”.
(Massimo Duranti, critico d’arte e direttore responsabile del trimestrale Contemporart)
“Fra i numerosissimi artisti che hanno reinventato i Trionfi vale la pena ricordare almeno Franco Gentilini, Renato Guttuso, Salvador Dalì, Ugo Sterpini, Niki de Saint-Phalle – quest'ultima, autrice del monumentale Giardino dei Tarocchi di Garavicchio, vicino a Orbetello.
Si può dire che i Tarocchi, oggi, per molti artisti costituiscano un esercizio accademico, per altri un'esperienza profonda e coinvolgente dal punto di vista psichico e, talvolta, spirituale. In ogni caso, ideare e portare a termine un nuovo mazzo, mantenendosi fedeli al proprio stile e aderenti alla tradizione iconografica è un'impresa davvero impegnativa. Quest’impresa è perfettamente riuscita a Giancarlo Montuschi, pittore e scultore che ha già dimostrato ampiamente, nel corso della sua carriera, di saper creare cicli figurativi omogenei, rievocando miti antichi, racconti popolari e luoghi letterari, ai quali è sempre riuscito a infondere una forza direi quasi epica”.
(Giordano Berti, scrittore e saggista)
“Il lavoro di Giancarlo Montuschi può essere sintetizzato con una parola unica: gioioso.
I nudi blu di Matisse, il colore cobalto di Yves Klein, la capacità di catturare la luce del ‘padre’ della pittura moderna Paul Cezanne convergono nell’arte del pittore faentino.
La sua è un’esplosione di vitalità e gioia di vivere che ha portato avanti per tutta la carriera. Lo spettatore è trascinato in un mondo di sogno e divertimento, dove i colori puri, la bellezza della natura, i rapporti umani prevalgono. Con l’amore si cura tutto nel ‘pianeta Montuschi’.
È con piacere e onore che la nostra galleria ospita per la seconda volta le sue opere”.
(Danielle Villicana, artista e titolare della Villicana D’Annibale Galleria D’Arte)
Breve biografia:
Giancarlo Montuschi è nato il 9 agosto 1952 a Faenza (Ra). Ha studiato al Liceo Artistico e all'Accademia di Belle Arti di Bologna, e in seguito a Ravenna. Nel 1976 gli viene assegnata la cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Sansepolcro (Ar), dove ha insegnato fino a oggi.
Da oltre quarant’anni espone con successo in Italia e all’estero. La sua partecipazione a premi e fiere internazionali riscuote puntualmente – sia in ambito pittorico, sia in quello della scultura in ceramica – i più ampi consensi tra i critici, i collezionisti e gli appassionati d’arte.