Arimortis

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DEL NOVECENTO
Piazza Duomo, 8, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

LUN. 14.30 - 19.30
MAR. MER. VEN. e DOM. 9.30 - 19.30
GIO. e SAB. 9.30 - 22.30

L’ultimo ingresso consentito avverrà un’ora prima della chiusura del Museo.
Ingresso gratuito ogni giorno a partire da due ore prima dalla chiusura del Museo.
Ogni venerdì gratis dalle 15.30.

Vernissage
04/04/2013

ore 18.30 su invito

Contatti
Email: c.museo900@comune.milano.it
Biglietti

Biglietto intero 5 euro Biglietto ridotto 3 euro Hanno diritto al biglietto ridotto: Studenti universitari con tesserino Anziani over 65 Dipendenti del Comune di Milano Hanno diritto all'ingresso gratuito: Minori di 25 anni Insegnanti accompagnatori di scolaresche Guide turistiche e interpreti turistici Accompagnatori di gruppi Disabili Giornalisti con tesserino Studiosi con permesso speciale della direzione del museo Funzionari della soprintendenze statali e regionali e funzionari dei musei comunali Membri dell'ICOM Associazioni autorizzate

Editori
ELECTA
Curatori
Milovan Farronato, Roberto Cuoghi
Uffici stampa
ELECTA
Generi
arte contemporanea, serata - evento

Nell’ambito della collaborazione tra il Museo del Novecento e DOCVA (Documentation Center for Visual Arts), la Sala Archivi “Ettore e Claudia Gian Ferrari” ospita la mostra Arimortis, in occasione della quale Milovan Farronato per Viafarini ha invitato l’artista Roberto Cuoghi a proporre una lettura personale dei materiali dell’Archivio, a compimento del suo impegno dal 2006 al 2012 presso il DOCVA.

Comunicato stampa

Nell’ambito della collaborazione tra il Museo del Novecento e DOCVA (Documentation Center for Visual Arts), la Sala Archivi “Ettore e Claudia Gian Ferrari” ospita la mostra Arimortis, in occasione della quale Milovan Farronato per Viafarini ha invitato l’artista Roberto Cuoghi a proporre una lettura personale dei materiali dell’Archivio, a compimento del suo impegno dal 2006 al 2012 presso il DOCVA.
Arimortis è la richiesta di una pausa. Ci si riallaccia le stringhe allentate delle scarpe sospendendo temporaneamente il gioco. Il termine che dà il titolo alla mostra - spesso abbreviato in “arimo” - è infatti usato convenzionalmente tra i bambini duranteil gioco, per chiederne una sospensione.
Nelle vetrine della Sala Archivi del Museo del Novecento la pausa consente “un’intricata, inusuale e suggestiva catalogazione di dati: le opere convivono con gli oggetti d’affezione, i “memorabilia” con i tentativi faticosi - talvolta persino drammatici - di esternare le proprie intime risposte emotive”.

Viafarini DOCVA dal 1991 raccoglie senza filtri i materiali degli artisti italiani - o residenti in Italia - che hanno manifestato un intento professionale o in altri casi quasi compulsivo. Per la mostra - dopo aver visionato integralmente i materiali raccolti in quasi 4.000 portfolio archiviati presso la Fabbrica del Vapore - sono stati avviati, laddove possibile, dialoghi individuali con ciascuno degli artisti coinvolti allo scopo di capire come l’universo ossessivo della loro ricerca potesse “esplodere sotto vetro”. I curatori hanno attinto a queste prospettive: non un hortus siccus, ma fragranze caratterizzanti germogliate in seno all’Archivio.

Per Arimortis non sempre sono state scelte opere da esporre, talvolta sono stati avviati progetti in collaborazione con altri specialisti, come nel caso dell’artista siberiana Olga Schigal che partecipa alla mostra aderendo e complicando il progetto Madrelinguadel musicista Saverio Lanza, o della pittrice Lorenza Boisi che interpreta gli esiti di un percorso di regressione personale accompagnato dall’ipnotista Felice Perussia. Vera Morra e Katthy Cavaliere - prematuramente scomparse - sono presenti attraverso la rievocazioni di altre due artiste, rispettivamente Chiara Fumai e Sabrina Sabato.Sissi collabora con se stessa: Daniela Olivieri.
In mostra anche le dissolvenze incrociate di Gino Lucente e l’allegorico funerale in papier maché di Luigi D’Eugenio; le anamorfosi di Francesco Mannarini e il pellegrinaggio di Giorgio Andreotta Calò; la vita ritirata di Christian Tripodina e i fragili equilibri di Manuel Scano; le confessioni di Betty Bee e gli abiti nuziali di Paola Pivi e Karma Lama; i crocefissi di Cecile Genovese e l’armatura di Carlo Gabriele Tribbioli; i ricami di Maria Stella Tiberio con il marito Michele Napoli e i residui della vita troppo complicata di Giona Bernardi.

“Le opere esposte in mostra rappresentano un mondo intenzionalmente pulsionale che forza i sigilli delle algide bacheche in corian bianco e cristallo progettate da Italo Rota: oltre la finitezza e la perfetta funzionalità un vortice di “vetrofanie” fuori scala e fuori misura che vira le prospettive di valutazione artistica per la durata dell’esposizione”. Si manifesta così la presunzione paradossale di costringere smisuratezze sotto teca, di confinare attitudini pulsionali senza visione d’insieme né progettualità.

Accompagna la mostra un approfondimento monografico che intende riflettere sul valore e il contenuto della smisuratezza. La pubblicazione, edita da Mousse e prodotta da Fiorucci Art Trust, raccoglie le riflessioni di Massimo Carboni, Roberto Cuoghi, Michele Ernandes, Gian Antonio Gilli, Luciano Manicardi, Luca Scarlini e Pier Paolo Tamburelli.