Mauro Seresini – Fiabe di carta
Mauro Seresini mette in scena un racconto: mediante il proprio vocabolario iconico, fatto di zoomorfie reali e fantastiche, egli narra la sua personale forma di creazione artistica.
Comunicato stampa
Non chiamateli origami!
Effimere zoomorfie svelano nuove dimensioni.
Venerdì 5 aprile 2013, alle ore 19.00, in via Garibaldi 33 ad Arezzo, inaugurerà Galleria33, inedito luogo d’arte, mettendo in scena Fiabe di carta , prima personale di Mauro Seresini, a cura di Tiziana Tommei.
Un duplice evento, che trova speciale sintonia nell’incontro tra la geniale proposta dell’artista milanese e il nuovo spazio mostre, che, per l’occasione, si svela con un’opera unica, esclusiva e temporanea.
La mostra sarà visitabile dal 5 al 28 aprile 2013, ad ingresso libero e con orari: giovedì e sabato h 17|19.30; venerdì h 18.30|23.30; domenica h 11.00|13.00 e 17.00|20.00.
L’evento, patrocinato da Provincia di Arezzo e Comune di Arezzo, è stato realizzato grazie al contributo di Graziella Hotel Patio, con il supporto tecnico di Tenuta la Pineta e la collaborazione di Elle Adv marketing & comunicazione.
In occasione del finissage del 28 aprile 2013., alle ore 17.00, presso Galleria33, sarà presentato il libro Il segreto del Signor L. di Cosetta Zanotti, illustrato da Marina Marcolin e pubblicato nel 2012 da Lapis Edizioni.
Misurare, incidere, tagliare, piegare, modellare, incastrare e montare: la bidimensionalità del foglio di carta si fa scultura, acquisisce nuove forme, assume volume e domina lo spazio, sfidando il tempo.
Un medium povero, comune, ma estremamente complesso: la carta, che da tradizionale supporto diventa opera, dispiega un inesauribile potenziale espressivo ed emozionale attraverso l’inventiva dell’artista milanese.
Mauro Seresini mette in scena un racconto: mediante il proprio vocabolario iconico, fatto di zoomorfie reali e fantastiche, egli narra la sua personale forma di creazione artistica.
L’effrazione e la manipolazione del supporto origina nuovi spazi e suggerisce dimensioni altre. Così, la white cube 33, abitata dall’ephemeral art seresiana, instaura con questa un rapporto osmotico, attirando il riguardante in un gioco di alterazioni percettive. Dinamiche forme sospese, i cui confini si confondono con quelli del luogo, conducono in una dimensione onirica e, parallelamente, ad una folgorazione, che manifesta il modus operandi del suo creatore.
Realtà e fantasia, scultura e carta, vita e arte, si dispiegano in coordinate spazio-temporali sfumate, solo apparentemente definite. Lavorare la carta richiede manualità e meditazione: il materiale non è neutro e la sua fragilità, celata dalla modularità degli incastri e delle incisioni, ha in sé la componente rigenerativa dell’arte, che supera il ciclo di vita della materia per assicurare all’idea nuove forme d’espressione.
Le fiabe seresiane hanno vita propria e come tutte le favole hanno un inizio e una fine.
Nel suo epilogo Fiabe di carta svelerà un segreto: la mostra terminerà infatti con l’invito ad esplorare le pagine di un libro illustrato, liberando, su ali di farfalle, nuove idee e propositi.