Roberto Budicin – La venezia mitteleuropea
Unica rappresentante in Italia delle opere del maestro Luigi Rocca, uno dei più amati e apprezzati pittori iperrealisti a livello internazionale, espone anche altri artisti contemporanei italiani e internazionali, affermati ed esordienti.
Comunicato stampa
S’inaugura domenica 7 aprile 2013 alle ore 16.00 alla Galleria Melori & Rosenberg di Venezia, situata nella fascinosa e storica cornice del Campo del Ghetto Novo (Cannaregio 2919), la mostra personale del giovane pittore triestino Roberto Budicin, intitolata La Venezia mitteleuropea di Budicin, che sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni. La rassegna propone 26 oli su tavola e su tela, quasi tutti inediti, realizzati dall’artista tra il 2012 e il 2013. Fino al 17 aprile (orario: da domenica a venerdì 10.00 · 13.00/ 15.00 · 18.00).
Talento precoce e figlio d’arte - scrive Accerboni - Roberto Budicin affronta il tema della natura e del paesaggio con una dolcezza che si potrebbe definire quasi insolita per un giovane degli anni Duemila. Con molta professionalità e naturale istinto compositivo il pennello scivola con forza sulla tela, “costruendo” con abilità momenti di luminosa, equilibrata bellezza, che sanno cogliere in modo aderente la realtà, intridendola tuttavia di un lieve senso lirico, che solo la sensibilità di un pittore-poeta sa cogliere e trasfondere con semplicità al fruitore.
Dipingere il silenzio, la luce, le atmosfere, la neve e - a volte - trasporre la cultura mitteleuropea nel milieu veneziano, non è da tutti e Budicin ci riesce con un’elegante naturalezza sostenuta da un approfondito studio delle tecniche e molta dedizione all’esercizio pittorico. In tale ambito sperimentale, il giovane artista ripropone per esempio, tra i vari “segreti” tecnici, un raffinato virtuosismo usato da Tiziano, che consiste nello stendere delle pennellate a secco su un fondo a trama forte, cosicché da lontano l’effetto raggiunto è quello di una morbida vibrazione cromatica.
Attraverso un accurato lavoro nascono in tal modo gli acquerelli, gli oli e le tecniche miste che, oltre al tema del paesaggio silente, spesso scevro di presenze umane, affrontano pure quello quello impervio del ritratto: una pittura spesso idealmente connessa alla grande passione di Budicin per la musica. Il pittore adora infatti Vivaldi, le note classiche e quelle contemporanee - in particolare i gruppi d’avanguardia degli anni ’70 - ha studiato chitarra e suonato in complessi rock; ora invece si esibisce in gruppi che suonano musica irlandese. Lui l’apprezza in special modo per i rimandi antichi che vi echeggiano, così come accade nella mitologia, e per la molteplicità di strumenti, ritmi e modi di cantare che essa offre: una ricerca condotta da un artista profondo e delicato, tra le note, così come tra i colori.
Roberto Budicin, nasce a Trieste nel 1980. Grazie all’influenza del padre, Sergio Budicin, pittore e illustratore affermato, coltiva fin da bambino la passione per il disegno. Gli stimoli e le critiche lo spingono a continuare finché, a sedici anni, comincia a frequentare l’atelier del pittore accademico Walter Falzari, dove studia i soggetti dal vero e si esercita nel ritratto; nel contempo approfondisce la prospettiva, la figura nelle tre dimensioni, la teoria dei colori e la composizione.
Durante gli anni universitari partecipa, assieme al padre, a Udine, Tarvisio e Pordenone, ad alcune esposizioni collettive incentrate sull’arte naturalistica. Nel 2006 espone a Trieste al Palazzo della Borsa disegni e tempere raffiguranti creature immaginarie e fantastiche, ispirate ai bestiari medievali. Nel 2007, conclusi gli studi universitari, decide di dedicarsi a tempo pieno alla pittura e intraprende un lungo cammino di sperimentazione di materiali e tecniche, guardando a maestri dell’ottocento quali J. Sargent, C. M. Russell, J. Sorolla, A. Zorn, J. Waterhouse e del seicento come Rembrandt e Velasquez.
La Galleria Melori & Rosenberg, prima galleria d’arte contemporanea del Campo del Ghetto Nuovo, espone arte contemporanea dal 1996: in oltre 15 anni di attività è stata visitata da migliaia di persone di tutto il mondo, tuttora in contatto anche attraverso la newsletter mensile, con cui la galleria divulga le novità e il lavoro dei suoi artisti.
Unica rappresentante in Italia delle opere del maestro Luigi Rocca, uno dei più amati e apprezzati pittori iperrealisti a livello internazionale, espone anche altri artisti contemporanei italiani e internazionali, affermati ed esordienti. Oltre agli originali, di alcuni autori la galleria può fornire riproduzioni su tela a edizione limitata e illimitata, autenticate e firmate.
Tra le mostre curate e allestite vanno menzionate le personali di Luigi Rocca a San Donà di Piave (VE) e al Museo Ebraico di Venezia nel 2004, a San Diego (USA) nel 2005, in galleria nel 2006 e 2009 e a Udine nel 2007; le personali di Lucia Sarto a Venezia nella sala Midrash Leone da Modena e nella sede della galleria (2006-2010); l’importante collettiva Venice - Views on Ghetto (2005), prima mostra organizzata sul Ghetto veneziano, allestita a Venezia al Museo Ebraico e nella storica Sala Midrash Leon da Modena e in seguito esportata a Tel Aviv nella residenza dell’Ambasciatore italiano, ad Haifa e Gerusalemme al Museo U. Nahon; la mostra Oltre il muro (2009) degli artisti Serena Nono e Daniele Bianchi, allestita in collaborazione con l’Istituto Marcianum a Venezia, in galleria e alla Scuola Grande di S. Teodoro, e a Berlino; la mostra Con-sidera De-sidera (2009/ 2010) dell’artista Annalù (presente alla 54° Biennale) alla Chiesa di S. Salvador a Venezia; la collettiva Nello Spazio della Croce (2010) nella Chiesa di San Salvador e nella Chiesa di San Rocco a Venezia; e infine le personali A colorful life (2011) della pittrice finlandese Minna Laaksonen, Made in N.Y.C. (2011) della fotografa Robin Sacknoff e Ghetto… and more di Luigi Rocca.
Alla Galleria è collegata la Casa Editrice Melori&Rosenberg Publisher, che pubblica le monografie degli artisti e i cataloghi delle mostre organizzate.