Mario Rizzi – L´Attesa
I film dell’artista italiano Mario Rizzi raccontano la vita di persone sconosciute, spesso sradicate dal loro tessuto familiare e sociale per motivazioni economiche, politiche, religiose, da forze che li sovrastano, quali la gentrificazione o la guerra.
Comunicato stampa
I film dell’artista italiano Mario Rizzi raccontano la vita di persone sconosciute, spesso sradicate dal loro tessuto familiare e sociale per motivazioni economiche, politiche, religiose, da forze che li sovrastano, quali la gentrificazione o la guerra. Con affetto ed empatia l'artista narra la loro quotidianità, la loro dignità e perseveranza nell'affrontare le difficoltà della loro situazione. Li ritrae con psicologica introspezione, evidenziando la complessità del loro momento di passaggio culturale ed identitario e al contempo sottolineando gli stereotipi ed i pregiudizi di cui sono fatti oggetto. Sono intimi ritratti ricchi di una curiosità sincera per la cultura dell'altro, in cui i protagonisti diventano attori della loro stessa vita, perdendo ogni inibizione davanti alla telecamera.
Mario Rizzi presenta in mostra il suo ultimo lavoro, Al Intithar (L’Attesa), un film di 30 minuti proiettato per la prima volta lo scorso febbraio, in competizione, al Festival del Cinema di Berlino. Il film – girato per sette settimane, tra settembre e novembre 2012, nel campo profughi Zaatari, nel deserto giordano – racconta la storia di Ekhlas, una rifugiata siriana di Homs, ed attraverso lei, la vita dei suoi figli e del campo, con le loro speranze, delusioni e lunghe attese.
Al Intithar è il primo film della trilogia Bayt (Casa), che ricerca la possibilità di raccontare un evento rivoluzionario attraverso la quotidianità di persone sconosciute ed è ispirata dagli scritti di Anthony Shadid sull'importanza della casa nella cultura araba. Nella mostra Al Intithar sarà in dialogo, simbolicamente e visualmente, con una installazione neon creata da Mario Rizzi ad hoc per Villa Romana.
Il 7 aprile Al Intithar sarà anche proiettato in un cinema di Firenze nell'ambito del Middle East Film Festival.
Kazın Ayağı (Lucciole per lanterne) è il terzo lavoro in mostra, un film di un'ora del 2012. Girato ad Istanbul, utilizza il linguaggio del teatro delle ombre per riflettere sulla gentrificazione di stato e sul dislocamento coatto di intere popolazioni, in particolare Rom e Curdi, da interi quartieri della città. In collaborazione con Emin Senyer, che ha realizzato 30 nuove marionette su disegno dell'artista, Mario Rizzi ha ideato una pièce teatrale che accosta al linguaggio ed ai personaggi del teatro Karagöz, altri linguaggi espressivi quali la musica rap e la tragedia greca. Il film documenta i tre spettacoli live avvenuti ad Istanbul nel settembre 2011. I due film in mostra saranno proiettati ad orari alternati.
In occasione della mostra verrà pubblicato un libro di 60 pagine sul film Al Intithar, con un saggio del rinomato studioso di cinematografia e letteratura iraniano Hamid Dabashi, docente alla Columbia University di New York.
I film di Mario Rizzi sono stati presentati, tra l’altro, al MAK, Vienna (2013), al National Center for Contemporary Arts, San Pietroburgo (2011), nella Biennale di Taipei (2008); al Van Abbemuseum, Eindhoven (2008); al Contemporary Art Center, New Orleans (2008); al Museum of Modern Art, New York (2007); alla Tate Modern, Londra (2007); alla Kunsthalle Fridericianum, Kassel (2007); nella Biennale di Istanbul (2005) ed in quella di Sydney (2004). Il film Murat ve Ismail fa parte della collezione permanente del MoMA di New York. Nel 2012 il progetto di trilogia Bayt ha vinto il Production Programme Award della Sharjah Art Foundation.
La mostra è co-prodotta dalla Galleria Gagliardi Art System di Torino, dove Rizzi avrà una personale nel novembre del 2013.