Giovanni Campus – Tempo in processo
La mostra comprende principalmente le opere provenienti dalla personale dedicata all’artista nel 2012 dal CAMeC, Centro Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, saranno inoltre esposte altre opere inedite dell’ultimo periodo di lavoro.
Comunicato stampa
Sabato 13 aprile alle ore 18 sarà inaugurata negli spazi della galleria Giraldi, in piazza della Repubblica n.59, una mostra dell'artista Giovanni Campus, con il quale la galleria collabora sin dagli anni sessanta.
La mostra comprende principalmente le opere provenienti dalla personale dedicata all'artista nel 2012 dal CAMeC, Centro Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia, saranno inoltre esposte altre opere inedite dell'ultimo periodo di lavoro.
Come evidenziato in occasione della presentazione della mostra al CAMeC, "in Campus non vi è alcuna separazione tra pittura e scultura risultando entrambe presenti in modo sostanziale e costante in tutto il suo lavoro cinquantennale. Anziché generi separati il Maestro affronta la pittura e la scultura come mezzi espressivi in continua possibilità di dialogo e di confronto."
Marco Meneguzzo nel catalogo edito in occasione della personale presso il CAMeC, afferma: "In ogni suo gesto Campus 'misura' qualcosa, e prima ancora, in ogni suo sguardo Campus 'misura' lo spazio entro cui si trova, ne stabilisce coordinate, decide il proprio punto d'osservazione, indirizza lo sguardo dello spettatore, gli suggerisce addirittura come percepire quello spazio segnato dalle proprie linee. (...)
il suo intento è di rendere visibile una misura, senza che questa perda la sua capacità di astrazione o, meglio, senza che venga meno il suo invito a considerare lo spazio che ci circonda anche come uno spazio ideale, nel vero senso platonico dell'aggettivo.
Del resto, tutta la sua attività è stata improntata a questo concetto, a questo senso dello spazio, sin da quando, negli anni Settanta, in piazza Duomo a Milano tendeva un lunghissima molla d'acciaio tra lo stupore dei passanti, o quando, qualche anno dopo, sulle scogliere sarde, faceva aderire delle robuste cime agli anfratti, alle sporgenze degli scogli, con l'intento, ancora una volta, di dare forma, misurandolo, a uno spazio umano.
Nel corso degli anni la sua arte è mutata non tanto nell'azione artistica, quanto nella definizione e nella considerazione dello spazio e della sua metaforica misura; un'azione sostanzialmente identica a se stessa, la storia fa corrispondere idee anche diversissime tra loro, e l'opera dell'artista – coerente col proprio linguaggio ma non con lo spirito del tempo – assume significati persino contrastanti tra di loro, se si pensa al prima e al dopo: non è importante, perché la coerenza nel caso dell'arte è infinitamente meno interessante della capacità di essere flessibili, di trasformarsi, di assorbire, di essere testimoni, pur restando fedeli a se stessi.
Giovanni Campus misura lo spazio: lo faceva negli anni Settanta e lo fa ora, ma ai nostri occhi la sua opera ha un significato profondamente diverso, segno che quel lavoro è capace di attraversare le trasformazioni e di trasformarsi a sua volta, di non essere perciò archeologia della Modernità".
cenni biografici
Giovanni Campus nasce a Olbia nel 1929.
Studi classici a Genova al liceo G.Leopardi. Sono del 1960 le prime esposizioni a carattere nazionale ‘Premio Abano Laziale’ e ‘Premio Loffredo, Latina’. Formativa, nel periodo, la frequentazione di lavoro a Roma con lo storico dell’arte Giuseppe Appella ed invito alla ‘Mostra Internazionale’, Palazzo Odescalchi, Roma 1962.
Dal 1961 al 1965, residente a Livorno, vi frequenza la Libera Accademia di Belle Arti “Trossi Uberti”, diretta dall’incisore Carlo Guarnieri.
Sono anni di particolare attività e curiosità progettuale, di partecipazione alle realtà culturali della città.
Nel 1968.69 lascia il lavoro per dedicarsi interamente alla pittura e si trasferisce a Milano.
Soggiorni di lavoro negli anni fine sessanta e settanta a Parigi e negli ottanta e novanta a New York.
Rapporti sul lavoro poetico con gli storici U.Apollonio, GC.Argan, G.Beringheli, L.Caramel, C.Cerritelli, G.Cortenova, E.Crispolti, M.Meneguzzo, S.Naitza, A.Passoni, C.Pirovano, F.Tedeschi, A.Veca, L.Vinca Masini.
Partecipa alla “II Triennale Internazionale d’Arte India” Lalit Kala Akademi. Padiglione Italiano a cura di Palma Bucarelli, New Delhi 1971 ed alla ”3-->00 Multiple Art”. Whitechapel Art Gallery, London 1971; alle “Salon Comparaison – Grands et Jeunes – Realites Nouvelles”, Paris 1974; “Luce e Materia”, Centro Industria, Milano 1975; alla “XI Malerwochem”, Neue Galerie am Landes.museum Joanneum, Graz 1976; alla “Six British Printing Biennale” Sezione Italiana, Bradford 1979; alla “International Experimenthal Art”, Yamanashi Museum, Kofù 1986; alla “L’Arte Italiana nell’ultimo mezzo secolo”, Vasto 1994; alla “Arte in Italia negli anni settanta. Arte e Ambiente 1974.1977”, Erice 2002; alla “Confini Infranti. Una collezione permanente”, Galleria Comunale, Palazzo Forti, Verona 2008; alla “Pittura Aniconica. Arte e Critica in Italia. 1968.2007”, Casa del Mantenga, Mantova 2008; alla “54 Biennale di Venezia”, Pad. Italia, Reg Sardegna, Maxedu –sala personale- Sassari 2011; alla “percorsi riscoperti dell’ Arte italiana. Vaf-Stiftung 1947-2010”, MART, Museo Arte Contemporanea, Rovereto 2011; alla “Superfici Sensibili. Dialoghi con il supporto”, CAMeC, Centro Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia 2012.
Nel 1977 nella Piazzetta di Palazzo Reale a Milano realizza una “installazione continua” a dimensione ambientale: percorsi di tratti di molle metalliche, sospese in tensione, coinvolgenti la spazialità urbana.
Nel 1978 nella Galleria d’Arte Moderna di Bologna e nel 1979 nel Museo Civico in Progress di Livorno, con la collaborazione per la parte tecnica di Achille Castiglioni ed a latere una conversazione di Luciano Caramel, presenta un “ambiente fenomenico di estensione e variazione segnica”.
Delle mostre personali a carattere antologico si ricordano le recenti al Museo Civico G.Fattori, Granai Villa Mimbelli, Livorno 2007; alla Accademia Belle Arti di Brera, Biblioteca, Milano 2007; al Museo Archeologico, Villa Peddone, Olbia 2009; al CAMeC, Centro Arte Moderna e Contemporanea, La Spezia 2012.
Numerosi e particolari gli interventi e le installazioni all’aperto, con sculture a dimensione ambientale relazionate alle “misure” naturali del luogo ed al contesto urbano. Si cita la recente all’Idroscalo di Milano nel 2012.2013.