Prevalentemente in bianco e nero
Pittura, fotografia e scultura si incontrano per narrare di rivelazioni e nascite nell’intensità e nel carattere del Bianco e Nero, dove si manifesta con forza l’essenza delle cose, l’intimità di ogni espressione …
Comunicato stampa
Una mostra d’arte contemporanea “prevalentemente in bianco e nero” è l’evento proposto dall’Ass. Cult. Magazzini della Lupa di Tuscania, con vernissage sabato 13 aprile alle ore 17,30. Pittura, fotografia e scultura si incontrano per narrare di rivelazioni e nascite nell’intensità e nel carattere del Bianco e Nero, dove si manifesta con forza l’essenza delle cose, l’intimità di ogni espressione … Il bianco è luce stessa, l’assoluto in cui tutto può avvenire. Il nero é assenza di luce e silenzio ma è anche il mistero e l’inspiegabile ... E repentina può sopraggiungere una sfumatura tra le infinite gradazioni del bianco e nero, a sottolineare il passaggio dal buio alla luce……
Partecipano: Alfonso Talotta, Antonio Grieco, Simona Poncia, Elettra Cipriani, Mirna Manni, Petra De Goede, Ambra Loreti, Tiziana Rivoni.
Interviene il critico d’arte Luciano Marziano.
Per Simona Poncia è il bianco e nero della fotografia dove "la nebbia rende tutto più affascinante e si riscoprono, nella loro vera essenza, paesaggi che si pensava di conoscere. Le cose non appaiono subito nella loro complessità ma si mostrano pian piano, modellandosi attraverso la luce che continuamente cambia … la nebbia regala scenari incantevoli, quasi metafisici, fino a quando svanisce portandosi via anche il sogno che ha creato".
Bianco e nero per le teste in grès dai profili taglienti e carichi di energia vitale di Antonio Grieco, che nella sua opera “Genesi della forma vitale” fissa l’istante in cui la materia delle cose si fa vita e assume l’immagine archetipa del primo volto umano, già liberato nella forma ma ancorato con la memoria al blocco inerte da cui ha tratto origine.
Alfonso Talotta propone opere che ci permettono di avere i due estremi temporali della sua attività artistica sul tema del bianco e nero. Da “Tracciato Urbano” del 1979 a “Bianconera” del 2007 fino ad “Obliqua” del 2012. Visioni di un artista per cui è fondamentale “Costruire con l’assenza… più che aggiungere, togliere, liberarsi del superfluo, arrivare all’essenza delle cose, secondo il credo che la semplicità è una complessità risolta. Suonare con il silenzio. Come il bianco, considerato non colore, ma che in realtà contiene i sette colori dello spettro solare, così il silenzio, considerato non suono, può contenere tutti i suoni, i rumori, della nostra vita… Vivere con il sogno… attraverso la nostra capacità di sognare, di guardare le cose con gli occhi della mente, per modificare, trasformare il mondo oggettivo in soggettivo e costruire, così, il nostro mondo”.
Elettra Cipriani presenta grandi Scudi, cerchi in ceramica dalla forma pulita ed uniforme in una immensa sequenza sulla cui ‘pelle nera’ insistono lacerazioni più scure e insieme strappi di luce… Gli Scudi sono moduli evocativi, che suggeriscono quell’idea di circolarità degli eventi e di interconnessione e collegamento tra le cose nel mondo. Il cerchio nero e la luce ottenuta dai frammenti fusi dei vetri, delle lamine di rame e ferro e dagli smalti fluidi che legano e inglobano, prefigurano il conflitto tra l’invisibile e la realtà, lo spirituale e la materialità, in una infinita sequenza di contrasti e di armonie…..
Bianco/nero inteso come luce/buio, chiusura/apertura, nella scultura intitolata “Elevazione” di Mirna Manni che si rivela quale “emblematica simbiosi naturalistica con la Terra sorgente di vita e metafora archetipica della nascita e del divenire… e individua semanticamente un’esistenza in bilico tra la spinta pulsionale vitale e quella di morte, tra il “fuoriuscire” come redenzione della coscienza, ed il soffocare intimamente nella propria interiorità”. Strati scuri e frammentati si sovrappongono a coprire e negare piccole forme nere, custodie di sogni e visioni, a volte la luce arriva, trasforma e porta all’elevazione……
Grande forza e suggestione nelle Teste di Moro, le sculture proposte da Tiziana Rivoni, un progetto cui l’artista lavora dal 2009, reinterpretando la leggenda della bella ragazza siciliana ai tempi della dominazione araba e il suo desiderio di possesso dell’aspetto del bel moro che l’aveva sedotta. Da qui l’appropriarsi della sua testa per averla sempre lì, a dispetto del tempo e della storia….
Sfumature di luce emergono dall’oscurità e si rivelavano in arabeschi e volute sulle tele di Ambra Loreti, lasciando trasparire intensità ed emozioni ma anche il lato poetico della memoria, dove permane il senso di sacralità di spazi spirituali segnati dal ricamo di fragili rosoni. Il vuoto materico risulta così pieno di luce, in un viaggio interiore che trascende il mondo terreno ……..
Cinque piccoli cubi bianchi e neri che ospitano emozioni tra immagini e parole è l’opera presentata da Petra De Goede. Una installazione fotografica, microcosmi accolti si rivelano tra luce ed ombre, universi a sé stanti dove il cinque, circolare e fluido, è il numero dell’uomo, come mediano tra terra e cielo con la sua possibile trascendenza verso una condizione superiore … “ The thriump of the spirit over the flesh ...” … il trionfo dello spirito sul limite del corpo … Bianco e nero, l’illuminazione sull’essenza della vita, il desiderio di avvicinarsi all’origine, la sintesi delle azioni….