Ugo Valeri – Volto ribelle della Belle Epoque
Ugo Valeri, definito per affinità di vita e rapidità di tratto, il Toulouse Lautrec italiano, sarà protagonista della più approfondita antologica che gli sia mai stata dedicata, allindomani del centenario della morte che ne troncò la vita a trentasette anni, quanto cadde da un balcone di palazzo Pesaro a Venezia.
Comunicato stampa
Ugo Valeri, definito per affinità di vita e rapidità di tratto, il Toulouse Lautrec italiano, sarà protagonista della più approfondita antologica che gli sia mai stata dedicata, allindomani del centenario della morte che ne troncò la vita a trentasette anni, quanto cadde da un balcone di palazzo Pesaro a Venezia. Commentando la sua scomparsa, Arturo Martini scriveva al fratello di Ugo, il poeta Diego Valeri, Tuo fratello fu per noi tutti una tromba: la tromba del nuovo mattino.
Ugo Valeri, pittore, illustratore e artista di genio, anticonformista dichiarato con passioni e frequentazioni avverse al perbenismo dellepoca, fu uno straordinario interprete ed effervescente protagonista del gusto della modernità che inebriò la nascita del XX secolo, sottolinea Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova.
Dal 20 aprile al 21 luglio 2013, la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco (sua città natale) e il Comune di Padova Assessorato alla Cultura - Musei Civici, gli dedicano una ampia antologica curata da Virginia Baradel e Federica Luser, con la direzione di Davide Banzato. In mostra oltre un centinaio di opere, tra cui diversi inediti e due omaggi: degli artisti illustratori bolognesi e degli amici di Ca Pesaro. Provenienti da istituzioni museali e collezioni private, le opere in mostra evidenziano come elemento principe il suo segno rapido e corsivo che suscita con formidabile destrezza i moti delle figure: la linea diventa una serpentina che costruisce i corpi, li fa volteggiare e contorcere fino al limite della caricatura, con un ritmo sfrenato che si diluisce dun tratto, per effetto dellacquarello, in unatmosfera rarefatta, come in Ballo popolare: preludio e Ballo popolare: fine. Differente il risultato invece negli splendidi dipinti a olio che hanno un respiro più simbolista, più largo e pacato, anche se non cancellano la veemenza tipica del suo stile come in Autunno e Primavera, La Sagra e La Popolana.
Nato a Piove di Sacco, in provincia di Padova il 22 settembre del 1873, Ugo Valeri frequentò lAccademia di Venezia e quella di Bologna ma, incapace di sottostare a qualsiasi disciplina, fu espulso da entrambe. Caparbio e ribelle, visse al di fuori degli schemi preordinati del mondo artistico, seguendo la propria indole insofferente che lo costrinse a una vita raminga alla ricerca di quei gruppi di artisti, definiti allepoca scapigliati, con cui condivideva lo stesso stile di vita. Padova, Venezia, Bologna, un breve soggiorno a Napoli, poi Milano e quindi nuovamente Venezia, sono le tappe fondamentali della sua vita artistica.
Lambiente stimolante incontrato a Bologna e Milano, lo spirito che aleggiava allora in quelle città, permise a Valeri di maturare la propria particolare visione rispetto la realtà che lo circondava. Divenne il poeta della strada che dipinse senza veli, attingendo a un campionario di uomini e donne assolutamente variegato: le sartine, i dandies, i ricchi borghesi, i frequentatori di teatri, le ballerine, tutti immersi nel proprio mondo fatto di feste popolari, rappresentazioni teatrali, case di tolleranza.
Disegnatore abilissimo si lasciò trasportare dal proprio estro, affidando alla linea il ruolo di protagonista, una linea che costruisce i corpi, li fa volteggiare e avvitare ai limiti della caricatura. Un gusto grafico che lo portò a essere uno dei maggiori illustratori italiani, sue opere apparvero nel primo decennio del 1900, su riviste quali La Lettura, Illustrazione Italiana, Varietas, Secolo XX, Italia Ride e libri di Marinetti, Neera, Cavicchioli, Notari.
Valeri non fu solo un illustratore ma deve essere apprezzato anche per lalto valore della sua opera pittorica, attraverso cui seppe offrire esempi di grande modernità che gli aprirono le porte a importanti esposizioni quali Premio Francia a Bologna (dove vince nel 1898), il Concorso I sette peccati al Circolo filarmonico e artistico di Padova (1904), lEsposizione Internazionale per lapertura del Sempione (1906), la Biennale (1907) e le mostre di Ca Pesaro del 1909 e del 1910 a Venezia.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito dalle Edizionitrart e da Peruzzo Editoriale corredato da studi storico-critici che approfondiscono, attraverso ricerche e indagini mirate, un periodo della storia dellarte italiana che ancora necessita di adeguate riflessioni.