Acquafortisti e xilografi della prima metà del ‘900

Informazioni Evento

Luogo
GONNELLI CASA D'ASTE
via Fra’ Giovanni Angelico 49 , Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
18/04/2013

ore 17

Curatori
Emanuele Bardazzi
Uffici stampa
SPAINI & PARTNERS
Generi
collettiva, disegno e grafica

Esposta una cospicua e preziosa collezione di fogli di valore storico che rappresentano al meglio i più importanti esponenti di queste tecniche, che videro in Italia un momento di grande risveglio nei primi del secolo scorso. Periodo che fu anche costellato di esposizioni particolarmente significative proprio nella città di Firenze, come le mostre d’incisione internazionale del 1914 e del 1927 e 1932.

Comunicato stampa

Da giovedì 18 aprile sino al 17 maggio 2013 si terrà, all’interno degli storici locali della Libreria Antiquaria Gonnelli di Firenze, la mostra Acquafortisti e xilografi della prima metà del ‘900, a cura di Emanuele Bardazzi.
Esposta una cospicua e preziosa collezione di fogli di valore storico che rappresentano al meglio i più importanti esponenti di queste tecniche, che videro in Italia un momento di grande risveglio nei primi del secolo scorso. Periodo che fu anche costellato di esposizioni particolarmente significative proprio nella città di Firenze, come le mostre d’incisione internazionale del 1914 e del 1927 e 1932.
Tra gli xilografi è senz’altro di rilievo lo spazio dedicato ad Adolfo De Carolis, insegnante all’Accademia fiorentina e maestro indiscusso della rinascita xilografica in Italia. A De Carolis è dedicato uno spazio di rilievo che comprende quasi l’intera produzione incisoria con esemplari rari in prova d’artista. Tra questi spiccano fogli di grandi dimensioni, come Aurora (1914), una monumentale xilografia a più legni, oppure Cristo morto (1922). Il percorso artistico di De Carolis xilografo è quindi ampiamente documentato, dai tempi del “Leonardo” (Eros, Autoritratto, 1904) fino agli ultimi legni come Olimpo (1926), passando attraverso le famose scene marinaresche del lido piceno.
Accanto a lui sono raccolti gli allievi di più stretta osservanza, Antonello Moroni, Gino Barbieri, Ettore Di Giorgio, progressivamente indirizzati verso il classicismo fluente, manierista e neomichelangiolesco del maestro che divenne la cifra tipica del gruppo nei primi anni Dieci.
Nel 1911 nasceva a La Spezia “L’Eroica”, la rivista diretta da Ettore Cozzani, principale baluardo del revival xilografico in Italia, all’inizio quasi totalmente all’insegna di De Carolis e della sua “Bella Scuola”, dominante alla prima mostra di xilografia a Levanto nel 1912. A partire da La madre comparsa in copertina del numero di agosto 1914, irruppero sul “L’Eroica” le prime xilografie di Lorenzo Viani che nella rudezza segnica e deformazione espressiva rivelavano forte sintonia con gli espressionisti tedeschi di Die Brücke. Era il momento in cui scoppiava all’interno della rivista la rottura con De Carolis e i suoi da parte della Nuova Corporazione degli Xilografi all’insegna di un linguaggio essenziale, sincero e primitivo, assecondando quello che era ritenuto l’uso più veritiero e genuino del mezzo xilografico. Proprio alla personalità rappresentativa di Lorenzo Viani è dedicato un ampio spazio della mostra con fogli rari, taluni firmati in prova d’artista. Sulle pagine de “L’Eroica” si alterneranno tutti i migliori incisori su legno della prima metà del secolo, da Publio Morbiducci a Aldo Patocchi, da Benito Boccolari a Bruno da Osimo, fino alla straordinaria pattuglia degli xilografi sardi Mario Delitala, Remo Branca e Stanis Dessy. Dal 1924 al 1926 un’altra rivista, “Xilografia” diretta a Faenza da Francesco Nonni, porterà un ulteriore contributo alla diffusione e conoscenza di questo mezzo e dei suoi principali maestri, a partire dallo stesso Nonni con i suoi legni policromi di gusto giapponizzante e Déco. Delle varie espressioni che nei primi decenni del secolo caratterizzarono la xilografia italiana il catalogo e la mostra danno ampio resoconto. I primi anni Dieci avevano dato in Italia un nuovo forte impulso anche alla pratica dell’incisione su rame. A Firenze nel 1912 su iniziativa di Carlo Raffaelli, allievo di Giovanni Fattori, veniva creata una famosa scuola d’incisione come libero corso associato all’Istituto di Belle Arti, diretta di lì a poco dall’umbro Celestino Celestini. Anche a Celestini e agli allievi, da Francesco Chiappelli a Betto Lotti fino ad arrivare a Pietro Annigoni, è dedicato un particolare spazio in questo contesto. Del maestro sono esposte le sue tipiche acqueforti con vedute di città e borghi medievali, mentre del pistoiese Chiappelli sfilano le grandi lastre del primo periodo dominate dal senso scenografico e imponente delle architetture e dagli effetti drammatici di inchiostratura pittorica.
Nel frattempo si era costituita con sede a Milano l’Associazione Acquafortisti e Incisori, di cui facevano parte Vico Viganò, Giulio Aristide Sartorio, Umberto Prencipe, Emanuele Brugnoli, Carlo Casanova, Giuseppe Graziosi, Giovanni Greppi, Fabio Mauroner, Emilio Mazzoni Zarini. All’indomani della I Biennale Romana del 1921, si costituì un’altra famosa associazione, il GRIA (Gruppo Romano Incisori Artisti), fondato dal sovrintendente alle gallerie e ai musei di Roma, già direttore del Gabinetto Nazionale delle Stampe, Federico Hermanin. Ne facevano parte ventiquattro incisori per lo più maestri dell’acquaforte, tra cui Enrico Arcioni, Vittorio Grassi, Carlo Alberto Petrucci, Umberto Prencipe, Angelo Rossini, Dante Ricci, Raoul Dal Molin Ferenzona.
Di vari di questi artisti dediti all’incisione calcografica e di molti altri il catalogo e la relativa mostra offrono al pubblico esaustiva documentazione.