Profonda Apparenza
Questa mostra è un incontro fa due artiste, o meglio due personalità che finalmente si danno appuntamento e si ritrovano in una mostra che vuole far emergere la Profonda Apparenza delle cose, degli istanti, delle emozioni.
Comunicato stampa
DANIELA MONICA – LENA ALTAN
Profonda Apparenza
Istinto ed esperienza, grande tecnica pittorica e sensibilità si mescolano nel nuovo e coinvolgente progetto artistico dell'affermata pittrice parmigiana Daniela Monica che presentiamo venerdì 19 aprile alle 19.30 presso lo Spazio Audiomedica (via Repubblica, 49).
Questa mostra è un incontro fa due artiste, o meglio due personalità che finalmente si danno appuntamento e si ritrovano in una mostra che vuole far emergere la Profonda Apparenza delle cose, degli istanti, delle emozioni. Daniela Monica (la pittrice) come un regista studia minuziosamente, con grande raffinatezza e stile, le inquadrature dei suoi dipinti; riflessiva, grande osservatrice, è in grado di cogliere delicatamente l’intima essenza di quello che vede, di un ricordo, di un sogno. Lena Altan (la fotografa) è più istintiva, vive di momenti, di incontri fugaci e imprevisti, seguendo il movimento della luce, cercando di catturare l’istante decisivo degli avvenimenti, delle situazioni. Sensibili comunicatrici, anime uguali e diverse in un unico corpo, raccontano con toni e modi differenti microstorie che ci incuriosiscono e ci coinvolgono in un percorso intimo dai tratti evanescenti e rarefatti, al di là dello spazio-tempo. Uno sguardo ai grandi maestri (da Munch a Bacon, a Rothko, Picasso, Hopper e Morandi), riferimenti imprescindibili nella formazione dell’artista, così come fondamentale è la musica di Bob Dylan che ispira molti dei suoi personaggi sospesi in suggestive ambientazioni. Un aspetto sensuale, invece, domina le fotografie, volutamente imperfette, sfocate, a tratti psichedeliche. La danza di un ballerino, un passo di flamenco, la corsa di un bambino, si trasformano grazie alla spontaneità dell’occhio fotografico di Lena Altan in apparizioni sognanti, oniriche, epifanie dai volti sdoppiati, dove corpi metafisici dai colori accesi e irreali rimandano ai manichini surrealisti ed a una dimensione psichica e simbolica.
Grazie all’obbiettivo fotografico si rimane ancorati al dato reale, alla concretezza di quel preciso istante che è stato congelato e fissato nel tempo, vero scopo degli scatti di Lena, elemento che non può essere ottenuto con la pittura, forma d’arte più eterea e spirituale, animata da personaggi non necessariamente reali.
Personaggi ritratti di spalle, tagli fotografici, zoommate su particolari significativi dominano i dipinti e per mezzo di essi Daniela ci offre un punto di vista differente, uno sguardo nuovo sulle cose, al di là della forma sensibile, senza paura del vuoto e dei silenzi. Spesso il vero significato del racconto pittorico è sotteso, appena evocato, forse non completamente espresso perché altrove, oltre l’apparenza.