Da Como a Kalongo
Prosegue il suo viaggio la mostra fotografica “Da Como a Kalongo: sulle Orme di padre Giuseppe Ambrosoli” realizzata dalla Fondazione Dr. Ambrosoli Memorial Hospital. Dopo Como, dove è stata allestita per la prima volta lo scorso marzo, Milano e Uggiate Trevano (CO), la mostra si sposta a Verona presso il Ma-Museo africano, dei Missionari comboniani.
Comunicato stampa
Prosegue il suo viaggio la mostra fotografica “Da Como a Kalongo: sulle Orme di padre Giuseppe Ambrosoli” realizzata dalla Fondazione Dr. Ambrosoli Memorial Hospital. Dopo Como, dove è stata allestita per la prima volta lo scorso marzo, Milano e Uggiate Trevano (CO), la mostra si sposta a Verona presso il Ma-Museo africano, dei Missionari comboniani, dal 20 aprile – inaugurazione alle ore 16.00 – fino al 20 ottobre.
Ospitata a Verona presso il MA-Museo africano che da anni è un efficace strumento di dialogo interculturale, la mostra vuole far conoscere la straordinaria testimonianza di vita e l’opera di padre Giuseppe, medico e missionario comboniano di cui è in corso la causa di beatificazione, divulgando così l’eredità e il carisma che ha lasciato a tutti noi.
Padre Giuseppe ha operato in Uganda dal 1957 al 1987. Il “Medico della Carità”, soprannome con il quale era conosciuto, viene ricordato oggi quale figura di spicco per le alte qualità spirituali e morali unite ad uno spiccato spirito imprenditoriale, che lo legano a doppio filo alla tradizione e alla sua terra comasca.
La mostra racconta con immagini di ieri e di oggi la storia dell’Ospedale di Kalongo, il “Memorial Hospital” e della scuola di ostetricia “St. Mary Midwifery School”, entrambi fondati da padre Ambrosoli; i progetti intrapresi grazie alle persone che nel tempo hanno lavorato a favore dell’Ospedale e collaborato a questa “impresa sociale e solidale” dall’Italia e dal mondo.
La mostra è suddivisa in 5 aree tematiche precedute da pannelli descrittivi e pannelli di foto e testimonianze secondo le seguenti aree tematiche di riferimento:
- Padre Giuseppe Ambrosoli
- L’Ospedale e la Scuola di Ostetricia Ieri
- L’Ospedale e la Scuola di Ostetricia Oggi
- Il nord-Uganda e il contesto storico-sociale
- Volontari e sostenitori
Durante la mostra sarà disponibile un catalogo fotografico ricco di immagini di ieri e di oggi che ripercorrono il percorso di vita di padre Giuseppe e della sua opera.
Verona, Missionari Comboniani di Verona c/o MA-Museo africano - Vicolo Pozzo 1
Orari di apertura al pubblico:
Da martedì a sabato: 09.00 -12.30 e 14.30 -17.30
domenica e festivi: 14.00 - 18.00
BIGLIETTO UNICO DI ENTRATA AL MUSEO (COLLEZIONE PERMANENTE E MOSTRA): INTERO 3,00€,
RIDOTTO 2,00€ (STUDENTI, INSEGNANTI, SOCI FNAC, SOCI FIAF, SOCI TOURING CLUB),
RIDOTTO 1,00€ (STUDENTI DAI 8 AI 18 ANNI) ,
OMAGGIO (DISABILI E ACCOMPAGNATORI, BAMBINI FINO A 7 ANNI)
Per info e visite guidate prenotarsi su: [email protected] - tel. 045 8092199
La Fondazione Dr. Ambrosoli Memorial Hospital
“Garantire al maggior numero di persone l’accesso a servizi sanitari qualificati - in particolare alle fasce più povere e vulnerabili - e contribuire concretamente al miglioramento delle condizioni di vita e di salute della popolazione del nord Uganda.”
Con questa missione nel 1998 viene costituita la Fondazione Dr. Ambrosoli Memorial Hospital ad opera dei Missionari Comboniani e della famiglia di Padre Giuseppe Ambrosoli, al fine di dare continuità e futuro all’ospedale e alla scuola specialistica di ostetricia di Kalongo (nord Uganda) da lui fondati.
La Fondazione mette a disposizione risorse economiche e competenze manageriali per sostenere:
- i costi di gestione corrente dell’ospedale, condizione imprescindibile per l’erogazione continuativa assistenza dei servizi sanitari;
- l’attività di formazione della scuola di ostetricia al fine di ridurre, attraverso cure tempestive alle donne in gravidanza, il problema della mortalità materno-infantile e contribuire al miglioramento della condizione femminile;
- la formazione e lo sviluppo professionale del personale.
L’opera di padre Giuseppe negli anni dello sviluppo dell’ospedale ugandese ha potuto contare sul fondamentale sostegno di medici, privati, imprenditori e istituzioni provenienti dal territorio comasco, rafforzando e consolidando il legame col territorio locale.
Padre Giuseppe Ambrosoli
Nasce a Ronago nel 1923, si laurea in Medicina a Milano e si specializza in malattie tropicali a Londra e diventa missionario comboniano con il sogno di partire per l’Africa per dedicare la sua vita ai più poveri della terra.
Nel febbraio 1956 Padre Giuseppe viene inviato a Kalongo in nord Uganda per gestire un piccolo dispensario medico, che con competenze dedizione e spirito imprenditoriale trasformerà negli anni in un ospedale efficiente con più di 300 posti letto e standard di cura elevati. Nel 1959 fonda una scuola di ostetricia perché la formazione qualificata alle giovani generazioni possa promuovere autonomia e sviluppo.
Nel 1987 la guerra civile in nord Uganda porta all’evacuazione forzata dell’ospedale per ordine militare. Provato dalla fatica e dalla sofferenza padre Giuseppe, muore a Lira il 27 marzo nel 1987.
Dopo la sua morte viene avviata la causa di beatificazione, che è tutt’ora in corso.
Nel 1989 l’ospedale di Kalongo viene riaperto ed intitolato al suo fondatore, alla sua guida arriva padre Egidio Tocalli, missionario comboniano e medico, che lo dirige sino al 2009 portando avanti il processo di “africanizzazione” iniziato dal fondatore.
Il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital e la St. Mary’s Midwifery School Kalongo (Nord Uganda)
L’Ospedale, fondato nel 1957 da padre Giuseppe Ambrosoli, missionario comboniano e chirurgo, è un ente privato non profit appartenente alla Diocesi di Gulu. E’ una delle più importanti organizzazioni sanitarie ugandesi per numero di letti (302) e garantisce assistenza sanitaria qualificata a circa 40.000 persone l’anno: il 70% donne e bambini.
Dotato di 7 reparti - maternità, pediatria, malnutrizione, medicina generale, chirurgia, tbc, aids - un poliambulatorio per pazienti esterni, un laboratorio di analisi e radiologia e 2 sale operatorie. Impiega 212 occupati, 208 ugandesi e 4 italiani.
La Scuola viene fondata nel 1959 da padre Ambrosoli per trovare una soluzione sostenibile al grave problema della mortalità materno - infantile in Africa.
Punta sulla formazione qualificata quale fattore primario per dare alle future generazioni la possibilità di un futuro autonomo anche in campo sanitario.
Dalla sua nascita ad oggi la St. Mary's Midwifery School ha qualificato 1126 ostetriche.
Oggi è considerata una struttura di eccellenza nella formazione medica specialistica e le sue ostetriche diplomate vengono richieste non solo nelle strutture ugandesi, ma anche in quelle di Tanzania, Kenia, Sudan, Congo e altri paesi dell'Africa sub sahariana.
Museo africano di Verona
Il Ma-Museo africano dei Missionari Comboniani è nato da un'intuizione del vescovo Francesco Sogaro. I primi oggetti inviati a Verona dai missionari furono messi in mostra in una stanza del grande edificio della “Casa Madre” dell'Istituto. Si dovette aspettare il 1938 per decidere di istituire il Museo africano di Verona. L'iniziativa aveva un carattere prettamente missionario: offrire una vetrina delle attività dei missionari comboniani in Africa.
La vera rivoluzione del Museo si ha nei primi anni Settanta, quando si decise di renderlo uno spazio aperto e uno strumento didattico per chi desiderasse conoscere l'Africa. In pochi anni, il Museo si trasformò in luogo di studio etno-antropologico sull'Africa, anche per mezzo della Biblioteca di Nigrizia (ricca di circa 20.000 volumi). Studenti di ogni grado ebbero modo di svolgere ricerche e preparare tesi di laurea su tematiche d'interesse etno-antropologico.
Gli anni successivi hanno visto un importante coinvolgimento di antropologi, ricercatori ed esperti di culture africane. Pur disponibile a ogni tipo di visitatore, il Museo si aprì sempre più al mondo scolastico e universitario. Nel 1996 vi fu un ulteriore rinnovamento per rispondere a nuove sensibilità e a nuovi modi di porsi di fronte all'Africa.
Da allora, pur continuando a essere una “vetrina etnografica” per la conoscenza dell'Africa, il museo ha acquistato vitalità nuova, per radicarsi sul territorio e diventare vero strumento di dialogo interculturale. Internamente ristrutturato, ha offerto ai visitatori percorsi multimediali, integrandoli con attività collaterali quali l'allestimento di mostre e l'organizzazione di laboratori didattici. Nel 2006 il museo si è ulteriormente rinnovato. L'attuale percorso museale intende illustrare la visione antropologica nell'Africa tradizionale, raccontando la vita attraverso la ricostruzione delle tappe fondamentali dell'esistenza umana.