Federico Gori – Di fragilità e potenza

Informazioni Evento

Luogo
CCCS - CENTRO DI CULTURA CONTEMPORANEA STROZZINA - PALAZZO STROZZI
Piazza Degli Strozzi 1, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
30/04/2013
Contatti
Email: chiara.a.costa@gmail.com
Patrocini

L’installazione è realizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi grazie al sostegno dell’Azienda Vannucci Piante di Pistoia.

Artisti
Federico Gori
Uffici stampa
ALESSANDRA SANTERINI
Generi
arte contemporanea, personale

In occasione della Notte Bianca di Firenze del 30 aprile 2013, la Fondazione Palazzo Strozzi presenta la nuova opera dell’artista italiano Federico Gori, Di fragilità e potenza, in un progetto a cura del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina per il Cortile di Palazzo Strozzi.

Comunicato stampa

In occasione della Notte Bianca di Firenze del 30 aprile 2013, la Fondazione Palazzo Strozzi presenta la nuova opera dell’artista italiano Federico Gori, Di fragilità e potenza, in un progetto a cura del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina per il Cortile di Palazzo Strozzi.

Federico Gori propone una suggestiva installazione che trova il suo fulcro in un grande albero sospeso, una quercia da sughero di oltre sette metri che si eleva nel cortile stagliandosi contro la pietra grigia del colonnato rinascimentale. Attorno ad essa l’artista crea una composizione scultorea fatta di lastre di rame sulle cui superfici, attraverso diversi processi di ossidazione, egli ha catturato e reso visibili impronte di foglie, rami, cortecce.

L’artista crea un paesaggio minimale fortemente simbolico per un riflessione sul rapporto tra uomo e natura. L’opera diviene una meditazione poetica su due polarità: forza e potenza contrapposti a leggerezza e fragilità. La quercia da sughero costituisce un elemento iconico dell’ambiente mediterraneo e un simbolo del rapporto tra natura e cultura. Estremamente longeva e resistente, questa pianta trova nella continua rinascita della sua corteccia, utilizzata da sempre dall’uomo per diversi scopi, l’elemento che l’ha resa così diffusa fin dall’antichità. Parallelamente, un materiale come il rame costituisce uno dei simboli del lavoro umano con i materiali naturali. Uno dei primi metalli utilizzati dall’uomo, il rame trova la sua principale caratteristica nell’elevata conducibilità e nella sua alta duttilità e malleabilità.

L’opera conduce il visitatore a riflettere sulla temporalità della natura e sul tentativo dell’uomo di porsi in dialogo con essa attraverso tre elementi: una quercia vissuta quarant’anni, l’età di un essere umano adulto, e morta prima del tempo, gli elementi scultorei in rame che conservano le tracce indelebili di elementi organici deperibili e l’architettura del palazzo rinascimentale, simbolo dell’eterna aspirazione dell’uomo a lasciare un segno, a costruire qualcosa che vada oltre la propria transitorietà.
L’installazione rimanda dunque a diverse condizioni temporali che l’uomo esperisce attraverso il rapporto con la ciclicità tra vita e morte della natura: da una parte la propria dimensione di finitezza, dall’altra la tensione verso l’eternità.

Grazie alle lastre in rame Gori riesce a catturare le tracce di un vissuto effimero, in una tensione tra realtà e immagine della realtà. Tramite l’utilizzo di particolari sali e ossidi, l’artista accelera il naturale processo di ossidazione del metallo nel contatto con elementi naturali come foglie, rami e cortecce di cui restano visibili impressioni sulla materia, le ombre del loro passaggio. Forme geometriche e forme naturali si uniscono in un incontro che ha avuto luogo in un tempo finito, ma che lascia il segno sugli elementi scultorei per un tempo indefinito. La forma quadrata del singolo modulo diviene espressione di una logica razionale, che entra in dialogo con le forma dell’architettura e l’apparente eternità della pietra serena del palazzo. Questi moduli gravitano tuttavia in una griglia spaziale irregolare, posti a diversi livelli e altezze intorno alle radici dell’albero come infiniti frammenti sospesi.

La riflessione dell’artista trae inoltre ispirazione dal lavoro del grande regista russo Andrej Tarkovskij e alla sua straordinaria capacità di proporre meditazioni visive su principi esistenziali. Nel film Stalker (1979) Tarkovskij fa dire a uno dei suoi personaggi la seguente frase, ispirata al cosiddetto daodejing, un testo classico cinese del VI secolo a.C. fondamentale per la filosofia e la religione taoista: "La debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l'uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l'albero: mentre cresce è tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagne della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell'esistenza, ciò che si è irrigidito non vincerà."

Con Di fragilità e potenza l’artista crea una nuova configurazione dello spazio rinascimentale di Palazzo Strozzi, arrivando a una radicale e poetica trasformazione della percezione di questo luogo. Quest’intervento continua la serie di installazioni e opere di arte contemporanea site specific a cura del CCC Strozzina per il Cortile di Palazzo Strozzi, uno spazio espositivo a cielo aperto che permette all’arte contemporanea di dialogare con la storia e l’armonia dell’architettura rinascimentale. Tra gli artisti coinvolti ricordiamo il cinese Wang Yu Yang (Artificial Moon, 2008), lo svizzero Yves Netzhammer (Inventory of Abstraction, 2009), il maestro italiano Michelangelo Pistoletto (Metrocubo d’Infinito in un Cubo Specchiante, 2010), il collettivo austriaco Numen/ForUse (Tape Florence, 2011), l’italiano Loris Cecchini (Aerial Boundaries, 2012). Il cortile di Palazzo Strozzi è la piazza-galleria del centro storico di Firenze, un luogo frequentato e visitato ogni anno da oltre 700.000 persone che la Fondazione Palazzo Strozzi, grazie a un vasto programma di eventi culturali, è riuscita a ridare alla città come spazio dinamico, fruibile da mattino a tarda sera e con attività che si susseguono durante il corso di tutto l’anno.

Federico Gori è nato a Prato nel 1977, vive e lavora a Pistoia. Ha studiato pittura all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2002 viene invitato da Sergio Risaliti ad esporre nel Palazzo del Comune di Prato, all'interno della manifestazione Gemine Muse, giovani artisti nei musei d'Europa. Nel 2003 viene selezionato per una residenza presso la Fondazione "Il Giardino di Daniel Spoerri. Hic Terminus Haeret" dove realizza un’opera site-specific all’interno del parco. Tra le mostre a cui ha preso parte negli ultimi anni si segnala: Apocalisse, a cura di Giovanna Uzzani, Bianca Pinzi e Daniele Franchi, Villa Medicea La Màgia, Quarrata, Pistoia, 2007; Abitanti Ambienti, a cura di Silvia Lucchesi, Galleria Il Ponte, Firenze, 2008; Eternal Sunshine, a cura di Fabio Migliorati, Alexander Alvarez Contemporary Art, Alessandria - MAEC, Museo dell’Accademia Etrusca città di Cortona, 2010; 1910-2010. Un secolo d’arte a Pistoia, a cura di Lara-Vinca Masini, Palazzo Fabroni, Pistoia, 2010; Von, a cura di Fabio Migliorati, Galleria Lara e Rino Costa, Valenza, Alessandria, 2010; Video Art Yearbook, a cura di Renato Barilli, Dipartimento delle Arti Visive Università di Bologna, 2010; Dalla terra al cielo, a cura di Giannella Demuro, Progetto Arti Visive, Berchidda, Olbia-Tempio; Seeds, Galleria Biagiotti Progetto Arte, Firenze 2012; Memorie, a cura di Nicola Davide Angerame, Galleria Whitelabs, Milano, 2012; Le stagioni del nostro amore, a cura di Chiara Canali, Antico Frantoio di Quiesa, Lucca – Villa Castello Smilea, Montale, Pistoia, 2012.