Dal Medioevo alla Maniera
La Pinacoteca Mus’a al Canopoleno di Sassari, grazie alla recente conclusione del restauro di oltre cento pregevoli dipinti, si arricchisce di nuove sezioni espositive permanenti, articolate in diverse aperture.
Comunicato stampa
La Pinacoteca Mus’a al Canopoleno di Sassari, grazie alla recente conclusione del restauro di oltre cento pregevoli dipinti, si arricchisce di nuove sezioni espositive permanenti, articolate in diverse aperture:
• Dal Medioevo alla Maniera: dal 1° maggio (Inaugurazione martedì 30 Aprile)
• Giovanni Marghinotti “Il Pittore del Re”: fine maggio. La più consistente raccolta esistente sull’attività del pittore cagliaritano, pittore di camera di sua maestà il Re di Sardegna.
• L’Ottocento: metà luglio
Il primo appuntamento (30 Aprile) è veramente ricco, perché prevede oltre all’apertura al piano terra delle sale espositive della Sezione permanente della pinacoteca, con opere scultoree e dipinti dal Trecento al Cinquecento, intitolata "Dal Medioevo alla Maniera", anche due Mostre parallele: "Il ‘500 ai raggi X " e "Tesori Riscoperti dalla Collezione Sanna".
Nella sezione permanente, il pregevole crocifisso ligneo policromo datato alla fine del Duecento, costituisce l’opera plastica più antica che, pur nella schematizzazione geometrizzante, mostra punti di contatto con i modelli del Cristo doloroso di matrice germanica, diffusi in Italia, Spagna ed Europa. Tra le opere pittoriche si segnalano il Trittico dei Libri, attribuito ad artista di ambito pisano della fine del Trecento, o a Mariotto di Nardo, e la quattrocentesca Madonna col Bambino del veneziano Bartolomeo Vivarini, firmata e datata 1473, e quella attribuita al Maestro di Castelsardo nota come Santo diacono, ma in realtà raffigurante Santo Stefano di proprietà del FEC.
Per la prima volta, inoltre, vengono esposte e confrontate, alla luce delle approfondite indagini multi spettrali, cinque opere su tavola, in passato variamente attribuite all’attività del Maestro di Ozieri e/o alla sua cerchia.
Gli studiosi basandosi fondamentalmente sulla sola lettura stilistica di queste opere, hanno avanzato finora diverse ipotesi e nomi, per individuare mani e artisti. Le indagini ai raggi X e all’infrarosso, condotte in occasione dei recenti restauri, hanno convalidato alcune ipotesi ma hanno soprattutto aperto uno scenario ancora più ricco e vario rispetto a quello delineato finora dagli studiosi, aprendo una finestra sulla ricca cultura pittorica esistente a Sassari e circondario.
La figura del Maestro di Ozieri, inizialmente considerata un'unica personalità trova, grazie all’analisi comparata della lettura multispettrale delle opere, l’attestazione anche scientifica che si tratti di personalità artistiche diverse.
La sezione permanente presenta inoltre opere riferibili al Cinquecento di soggetto religioso, tra cui la superba tempera acquerellata su carta, raffigurante la Deposizione di Cristo, il Compianto sul Cristo morto del piemontese Bernardino Lanino (1512 ca.-1583), l’arcaizzante S. Lucia su tavola a fondo oro di Gerolamo Giovenone (Novara 1490-Vercelli 1555) o l’olio su tavola di sapore nordico, raffigurante Santa Caterina d’Alessandria, oltre a opere di soggetto biblico e mitologico ed una serie di opere fiamminghe, fra cui la pregevolissima Madonna dell’Uva una volta appartenente alla chiesa di san Pietro di Silki, e a pregevoli tele di cultura manieristica.
La mostra temporanea "Tesori Riscoperti" propone finalmente alla fruizione, dopo il recente restauro, una serie di opere già appartenenti alla Collezione di Giovanni Antonio Sanna che hanno riservato anche esaltanti scoperte come l’esistenza di un dipinto diverso sotto un opera ritenuta fiamminga. Le opere in mostra documentano inoltre, ancora una volta, la sapienza con cui l’abile industriale minerario condusse l’acquisto delle opere d’arte, sia in Sardegna che in giro per l’Italia presso alcuni antiquari.