Federico Garolla – In scena e fuori scena
La mostra, a cura di Uliano Lucas e Tatiana Agliani, presenta una selezione di oltre 100 fotografie che documentano gli anni nodali dell’attività giornalistica di Garolla.
Comunicato stampa
Sabato 4 maggio 2013 si inaugura la mostra retrospettiva di Federico Garolla, presso Cinecittadue arte Contemporanea che continua il ciclo dedicato ai grandi fotografi italiani del Novecento.
La mostra, a cura di Uliano Lucas e Tatiana Agliani, presenta una selezione di oltre 100 fotografie che documentano gli anni nodali dell’attività giornalistica di Garolla, dagli esordi come fotografo de L’Europeo di Arrigo Benedetti nel 1951, alla lunga collaborazione con i maggiori rotocalchi italiani (Epoca, Oggi, L’illustrazione italiana ecc), fino all’abbandono del fotoreportage agli inizi degli anni ‘70, in seguito al modificarsi del sistema dell’informazione italiano.
Ad essere offerto è un percorso attraverso la produzione di un autore che, con il suo stile, si fa specchio e interprete dell’Italia del tempo, sospesa fra la miseria del dopoguerra e le speranze della ricostruzione. Dunque la Napoli dei film di De Sica, i reportage sociali che raccontano la realtà contadina del Sud e, al contempo, i nuovi volti, i nuovi miti, dell’incipiente miracolo economico: le modelle vestite dai primi grandi stilisti che posano per le strade, la vitalità di un mondo intellettuale che torna ad esprimersi dopo gli anni del fascismo e della guerra, colti spesso nell’intimità del quotidiano grazie ad un’assidua e lunga frequentazione personale. Lo spaccato di un’Italia “perduta”, alle soglie della modernizzazione del Paese, e della cultura che ne è stata espressione. Ne era consapevole anche Graziella Lonardi Buontempo, mecenate dell’arte oltre che collezionista e curatrice di mostre internazionali, che di Federico Garolla volle organizzare una retrospettiva al Museo Pignatelli di Napoli, restituendoci quella visione completa del suo lavoro al quale questa mostra si ispira.
Giornalista nella sua città natale, Napoli, Federico Garolla passa alla fotografia spinto dalla fortuna incontrata dal rotocalco nel primo dopoguerra, specializzandosi negli scatti di moda e delle personalità dello spettacolo tanto ricercati dai giornali del tempo. Chiamato nel 1951 a Milano all’Europeo dal direttore Arrigo Benedetti, lavora negli anni seguenti per i maggiori settimanali italiani e per rotocalchi stranieri come Paris Match, Colliers, Stern e National Geographic. Nel 1952 è inviato di Epoca, poi de Le Ore di Salvato Cappelli. Accanto alle fotografie di divi e indossatrici, di personaggi del mondo della cultura e dell’arte della Roma anni ’50 e ’60, realizza reportage di documentazione sociale, con cui dimostra di inserirsi con sensibilità nella migliore tradizione del realismo del dopoguerra. Nel 1956 gli viene affidata l'organizzazione e la direzione del servizio fotografico dell'agenzia giornalistica Italia. Poi, nel corso degli anni ’60, quando il mondo ritratto dai suoi scatti inizia a scomparire per lasciare spazio ai nuovi protagonisti dell’Italia del boom economico, allenta la sua attività di fotografo. Nel 1976 realizza una serie di documentari per la Rai e di ampie campagne fotografiche dedicate ai luoghi di interesse artistico e museale lungo tutta la Penisola; nel 1980 fonda, insieme a Mario Monti, una casa editrice di guide ai musei italiani.
Infine torna a guardare al suo archivio scoprendovi una testimonianza preziosa di un pezzo di storia italiana. Ne nascono un importante lavoro di catalogazione delle sue immagini e una serie di mostre e pubblicazioni che restituiscono alla fotografia italiana un autore troppo a lungo dimenticato. Federico Garolla ci ha lasciati nella primavera del 2012, affidando alla figlia Isabella la divulgazione e lo studio del suo grande patrimonio iconografico.
www.garolla.net