Lo straniero. L’alterità dentro e fuori da sé
Un’esposizione complessa che mette in scena alcuni dei temi fondamentali del dibattito filosofico contemporaneo: la questione teorica del soggetto e la sua “crisi”, il tema dell’intersoggettività, il confronto tra il sé e l’altro da sé.
Comunicato stampa
Eduardo Secci Contemporary inaugura, venerdì 24 maggio, alle ore 18:30, la mostra collettiva dal titolo Lo straniero. L’alterità dentro e fuori da sé. La mostra propone le opere di quattro artisti, Mrdjan Baijc, Paolo Grassino, Bernardi Roig, Francesco Sena che attraverso tecniche e linguaggi differenti, riflettono sul concetto di alterità, sull’estraneo, sullo straniero, come figure necessarie al confronto e alla conoscenza del sé. Un’esposizione complessa che mette in scena alcuni dei temi fondamentali del dibattito filosofico contemporaneo: la questione teorica del soggetto e la sua “crisi”, il tema dell’intersoggettività, il confronto tra il sé e l’altro da sé.
Come ha sottolineato Alessandro Demma: “Se a partire da Cartesio il soggetto costituisce l’asse fondamentale della filosofia moderna, si può comprendere come la messa in crisi del soggetto abbia aperto nuove interpretazioni, addirittura abbia raggiunto una svolta epocale che dal moderno ci ha portati al postmoderno. Riflettere oggi sul soggetto e sull’intersoggettività rappresenta una condizione necessaria che permette di confrontarsi con la complessità estrema di queste problematiche. Il Novecento ha segnato, in maniera decisive, sia da un punto di vista teorico che reale, le dinamiche che hanno portato a queste derive dell’esistenza, indicandoci i sentieri più significativi di questa metamorfosi. Figure come Marx, Nietzsche e Freud hanno attuato una sorta di seconda rivoluzione copernicana, nella quale hanno ribaltato il senso e il concetto dell’essere umano, hanno spostato l’oggetto del dubbio dalla realtà del mondo esterno al mondo stesso della coscienza soggettiva, imponendo il “compito” lungo e faticoso del divenire cosciente, attraverso il riconoscimento in sé delle molteplici tracce dell’altro.”
É proprio questo il nodo fondamentale del progetto Lo staniero. L’estraneo dentro e fuori da sé, la ricerca della propria identità attraverso l’altro, il confronto fisico e mentale, filosofico, antropologico e sociale con l’alterità. “La prospettiva sull’identità - spiega Demma - risulta così spostata alla radice: l’appartenenza originaria del soggetto a se stesso, data quasi per scontata, si ribalta nell’estraneità di un io costitutivamente e originariamente decentrato da sé. A partire dalle questioni teoriche nasce la riflessione di questi quattro artisti sul concetto di straniero, di estraneo, sulla complessa relazione tra hostis, termine che designa lo straniero e che contiene contemporaneamente in sé l'intero repertorio delle accezioni semantiche dell'alterità: il forestiero, l'estraneo, il nemico, lo strano, lo spaesante; situazioni che costantemente attraversano il nostro vissuto quotidiano e che ci permettono di capire, interpretare, conoscere meglio noi stessi”.