Ida Budetta – Sensazioni estatiche e percorsi vitali
Una dimensione onirica e surreale dove corpi, volti ed oggetti sembrano sospesi in un’atmosfera calma ma pregna di significati e significanti nascosti, pieni di rimandi all’inconscio personale, collettivo e di segreti da saper cogliere grazie ad un anelito che spinge il fruitore verso l’alto, verso la sublimazione.
Comunicato stampa
Osservando le tele della pittrice Budetta si varca la soglia temporale alla quale siamo abituati e si entra in una dimensione “altra” che ci lascia attoniti e silenti.
Una dimensione onirica e surreale dove corpi, volti ed oggetti sembrano sospesi in un’atmosfera calma ma pregna di significati e significanti nascosti, pieni di rimandi all’inconscio personale, collettivo e di segreti da saper cogliere grazie ad un anelito che spinge il fruitore verso l’alto, verso la sublimazione.
I volti fissi ed intonsi dei personaggi portano a pensare agli stilemi di Masaccio, al suo maestro Masolino da Panicale, alle icone bizantine o ancora ai volti allungati delle sculture di Modigliani. Le pennellate stese con sapienza denotano un notevole uso della tecnica e si coniugano perfettamente con i panneggi virtuosi che nascondono i corpi per mostrarci l’eleganza ed il rigonfiamento dei tessuti. Inevitabile soffermarsi nella lettura delle analogie esistenti con i drappi dipinti dai Preraffaelliti come Dante Gabriel Rossetti o Burn Jones. Parallelamente la mente torna all’iconografia dei panneggi che si possono osservare nella scultura ellenistica a Pergamo, altare e tempio tanto desiderati da Eumene II tra il 183 ed i 174 a.C o a quelli scolpiti dai grandi greci classici come Skopas, Prassitele e Lisippo (prima metà del IV secolo a.C.).
L’arte di Ida Budetta è raffinata, elegante ed elegiaca; ricca di spunti del lontano passato, del Medioevo, ma declinata in modo del tutto introspettivo con tematiche profondamente personali, autoreferenziali e attuali al contempo. Quasi a volerci narrare di interludi celati ma con profondo rispetto ed assoluta calma ed introspezione.
Ci mostra gli occhi dei suoi interpreti privi di pupille perché privi della volontà di vedere la realtà delle cose paradossalmente celandola a se stessi ed al mondo intero.
Non si pensi che i personaggi che popolano le tele della pittrice Ida Budetta siano il frutto di un semplice “accademismo”, tutt’altro. Bisogna andare ben oltre alla semplice lettura visiva ed avventurarsi in quella psicologica del vissuto personale, spesso doloroso, che lei ci narra con giustezza e grande sensibilità.
Oppure ci troviamo posti di fronte a tematiche molto attuali che sono leggibili sotto varie sfumature, a seconda della sensibilità di chi osserva l’opera o più approfonditamente in relazione alla sensibilità della pittrice Budetta: la politica che genera corruzione, l’ipocrisia, la follia, l’eutanasia, le condizioni inumane dei carcerati in Italia e … molto ancora.
Temi forti, scottanti, che hanno lacerato la nostra Società secondo punti di vista filantropici, filosofici, religiosi, giuridici… Ma Ida Budetta afferma coraggiosamente il suo punto di vista e lo motiva con intelligenza, argomentandone ampiamente i particolari con molta e acuta ironia.