Gilberto Zorio
La mostra si svilupperà sui tre piani della galleria, in un’alternanza di luce e di buio. Gilberto Zorio si confronta con lo spazio affrontando “temi” che oscillano tra l’esperienza, il confronto, e l’ignoto.
Comunicato stampa
La Galleria Lia Rumma è lieta di annunciare la mostra personale dell'artista Gilberto Zorio nella sede milanese di Via Stilicone.
La mostra si svilupperà sui tre piani della galleria, in un’alternanza di luce e di buio. Gilberto Zorio si confronta con lo spazio affrontando “temi” che oscillano tra l’esperienza, il confronto, e l’ignoto.
Nella grande sala del piano terra la mostra si apre con una “Torre Stella”, costruzione di blocchi di gasbeton a pianta stellare. La stella, sin dall’antichità, è strumento d’orientamento e desiderio. Le punte della Torre si prolungheranno e si propagheranno nello spazio a raggiera, in senso orario. L’interno della Torre sarà parzialmente visibile e si vedranno nette le luminescenze provocate dall’improvvisa oscurità.
In tutta la sala appariranno i segni alchemici normalmente non visibili.
Le siviere sono portantine utilizzate per il trasporto a mano di crogiuoli che contengono il bronzo fuso, incandescente, pronto per essere colato nella forma-valva della scultura in negativo. Esse normalmente svolgono il ruolo di strumenti fabbricanti la scultura, ma nel caso della mostra di Zorio si trasformano lavorando per diventare esse stesse opere d’arte.
Al primo piano la mostra prosegue con un’altra Torre Stella; nello spazio di luce solare la costruzione si propaga nell’area esterna, percorrendo il terrazzo, mentre l’opera Luci, 1968, tenta di competere con il bagliore del sole pronta comunque ad illuminare se stessa e il buio a venire.
Al secondo piano, oscurato, ci saranno contenitori in pyrex, contenitori di gomma, segni e interventi visibili grazie all’uso dei materiali-coaguli ricorrenti nel lavoro di Zorio.
Le luminescenze e le scariche, le scintille Tesla, saranno privilegiate nei tre piani. Luce, buio ed esplorazioni sono temi collegati, come gli elementi che indicano le portantine, la stella, le reazioni chimiche, le energie.
Loro sono energie che si raccontano.
Gilberto Zorio è nato nel 1944 ad Andorno Micca, Biella. Vive e lavora a Torino. Protagonista del movimento formatosi a metà degli anni Sessanta in Italia, denominato “Arte Povera”, Gilberto Zorio dal ‘67 ad oggi oltre alle mostre in gallerie private ha esposto in numerose mostre personali allestite presso spazi espositivi pubblici come il Kunstmuseum di Lucerna (‘76), lo Stedelijk Museum di Amsterdam (‘79), la Pinacoteca di Ravenna (’82), la Biennale di Venezia (‘78, ‘80, ‘86, ‘95, ‘97), il Kunstverein di Stoccarda (‘85), il Centre d'Art Contemporain di Ginevra e il Centre Georges Pompidou di Parigi (‘86), il Tel Aviv Museum e lo Stedelijk Van Abbemuseum di Eindhoven (‘87), la Philadelphia Tyler School of Art (‘88), il Museu Serralves di Oporto (‘90), l'IVAM di Valencia (‘91), il Centro per l'Arte Contemporanea Pecci di Prato, Documenta di Kassel e il Musèe d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza (‘92), la Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Trento ('96), il Dia Center for the Arts di New York (2001), Le Creux de l'Enfer Centre d'Art Contemporain in Thiers e l'Institut Mathildenhöhe di Darmstadt (2005), la Milton Keynes Gallery di Milton Keynes (2008), il MAMbo di Bologna (2009), il CGAC di Santiago de Compostela (2010), il MACRO di Roma (2010).
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The Lia Rumma Gallery is pleased to announce the solo show by the artist Gilberto Zorio at the space of the gallery in Via Stilicone in Milan.
The exhibition will be developed on the three floors of the gallery, which will alternate between light and darkness. Gilberto Zorio explores space by dealing with themes that oscillate between experience, contrasts and the unknown.
The exhibition begins in the large room on the ground floor with “Torre Stella” (Star Tower), a construction of Gasbeton blocks arranged in a star-shaped plan. Since antiquity, the star is an instrument that has been linked both to orientation and desire. The points of the star will get longer and spread clockwise within the radial area. The interior of the tower will be partly visible and the luminescence caused by the sudden darkness will be clearly visible.
Alchemic signs, which are usually not visible, will appear throughout the room .
The foundry ladles are vessels used for the manual transport of crucibles containing incandescent molten bronze which is ready to be poured into the negative mould-valve of the sculpture. The ladles normally act as the tools used to make a sculpture but in Zorio’s show they are transformed into actual art works themselves.
On the first floor the show continues with another Star Tower. In the space illuminated by sunlight, the construction spreads into the outdoor area going along the terrace while the work Luci, 1968, (Lights, 1968) tries to complete with the glare of the Sun and is ready to illuminate itself and the ensuing darkness.
On the second floor, which is in darkness, there will be Pyrex containers, rubber containers, signs and works that are visible thanks to the use of coagulated materials which are frequently employed in Zorio’s work.
The luminescence and the discharges, the Tesla coils, will occupy privileged positions on the three floors. Light, darkness and exploration are inter-connected themes like the elements that indicate the vessels, the star, the chemical reactions and forms of energy.
They are forms of energy that have stories to tell.
Gilberto Zorio was born in 1944 in Andorno Micca, Biella. He lives and works in Turin. He was a leading member of “Arte Povera”, the movement that formed in Italy during the mid sixties. From 1967 to the present, besides shows of his work in private galleries, Gilberto Zorio has exhibited in many solo exhibitions in public venues such as the Kunstmuseum in Lucerne (‘76), the Stedelijk Museum in Amsterdam (‘79), the Pinacoteca in Ravenna (’82), the Venice Biennale (‘78, ‘80, ‘86, ‘95, ‘97), the Kunstverein in Stuttgart (‘85), the Centre d'Art Contemporain in Geneva and the Centre Georges Pompidou in Paris (‘86), the Tel Aviv Museum and the Stedelijk Van Abbemuseum in Eindhoven (‘87), the Philadelphia Tyler School of Art (‘88), the Museu Serralves in Porto (‘90), IVAM in Valencia (‘91), the Centro per l'Arte Contemporanea Pecci in Prato, Documenta in Kassel and the Musèe d’Art Moderne et d’Art Contemporain in Nice (‘92), the Galleria Civica d'Arte Contemporanea in Trento ('96), the Dia Center for the Arts in New York (2001), Le Creux de l'Enfer Centre d'Art Contemporain in Thiers and the Institut Mathildenhöhe in Darmstadt (2005), the Milton Keynes Gallery in Milton Keynes (2008), MAMbo in Bologna (2009), CGAC in Santiago de Compostela (2010), and MACRO in Rome (2010).