Alberto Orioli – Costruzioni di parole
La stampa che diviene arte. Il carattere tipografico che anima il giornale, diviene tavolozza dalla quale Orioli sceglie e armonizza i tratti che compongono le sue opere.
Comunicato stampa
I pannelli di ALBERTO ORIOLI, eleganti totem di parole, parole stampate ritagliate, segni universali che parlano le lingue del mondo, in mostra alla Galleria ARTissima di Silvia Prelz ad Abano Terme, dal 10 maggio al 20 giugno 2013.
La stampa che diviene arte. Il carattere tipografico che anima il giornale, diviene tavolozza dalla quale Orioli sceglie e armonizza i tratti che compongono le sue opere.
La parola tipografica riveste viti che trafiggono lo spazio bidimensionale della tavola, sbalzandola violentemente nella terza dimensione, intrecciando trame spaziali con reti e bulloni.
Il colore, anzi il non colore, il bianco e nero, vengono spesso elegantemente accostati a campiture rosso lacca, composizioni dall'intenso richiamo della pittura segnica giapponese.
Orioli mescola idiomi diversi, ritagli colorati di carta stampata di paesi lontani, pezzi di realtà contemporanea, li sceglie, li accosta, seleziona titoli, sottotitoli, redige e impagina sulla tavola, come su un menabò, la sua opera.
L’artista, ogni artista, guarda se stesso sulla tela, Alberto Orioli è anzitutto un uomo di scrittura, per mestiere e per vocazione è un giornalista; non possiamo tacere chi siamo e da dove veniamo, e certamente quel milieu di montesquiana memoria diventa ispirazione, intuito, visione.
Chiara Marangoni
Aprile, 2013
ALBERTO ORIOLI, giornalista professionista dal 1983, è vicedirettore ed editorialista de “Il Sole 24 Ore”. Lavora a Milano dopo essere stato per molti anni capo della redazione romana sempre come vicedirettore. Si occupa dei temi legati alla politica economica e alle dinamiche sociali. Ha la delega sul terzo dorso del giornale dedicato a Imprese e Territorio dove si concentra lo sforzo di racconto e di analisi dell'economia reale.
Ha scritto recentemente un libro con il Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi "Non è il paese che sognavo" (Il Saggiatore) in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
Nel tempo libero si dedica a fare il giornalista “con altri supporti” per testimoniare un amore incondizionato verso la carta stampata e verso le parole scritte alla ricerca di un fraseggio visivo che possa tradursi in una lingua universale, letta e compresa soltanto dalle emozioni dello sguardo.