La prima radice
Il progetto, ideato e curato da Raffaella Barbato, nasce come interrogazione sulle riflessioni/dichiarazioni sviluppate dalla filosofa francese Simone Weil (Parigi, 3 febbraio 1909 – Ashford, 24 agosto 1943) nel suo ultimo lavoro, scritto negli anni della malattia e pubblicato postumo: La prima radice – Preludio ad una Dichiarazione dei Doveri Verso l’Essere Umano.
Comunicato stampa
Sabato 11 maggio, gli spazi espositivi del BAD museum, associazione per la promozione culturale e la ricerca artistica diretta da Peppe Buonanno, apriranno nuovamente i battenti all'arte contemporanea con una collettiva di rilievo, che vedrà coinvolti dieci interessanti artisti del panorama nazionale ed internazionale: AZ.namusn.art (Italia), Francesca Capasso (Italia), Jota Castro (Perù), Nemanja Cvijanovic (Croazia), Regina Josè Galindo (Guatemala), Domenico Antonio Mancini (Italia), MaraM (Italia), Yeal Plat (Istraele), Natasa Vasiljevic (Slovenia), Ciro Vitale (Italia).
Il progetto, ideato e curato da Raffaella Barbato, nasce come interrogazione sulle riflessioni/dichiarazioni sviluppate dalla filosofa francese Simone Weil (Parigi, 3 febbraio 1909 – Ashford, 24 agosto 1943) nel suo ultimo lavoro, scritto negli anni della malattia e pubblicato postumo: La prima radice - Preludio ad una Dichiarazione dei Doveri Verso l'Essere Umano.
In tale raccolta di brevi saggi l’autrice analizza in modo critico e puntuale la relazione dialettica e complementare che lega il fenomeno del radicamento e dello sradicamento: partendo dall'impegno etico a cui è chiamato l'uomo in primis con se stesso e di conseguenza con il suo multiplo -la collettività -; soffermandosi sulle cause e concause sociali, economiche, culturali e storiche che generano il fenomeno dello sradicamento, definito una condizione della contemporaneità «che non riguarda solo la modernità ma anche popolazioni antiche»; indicando l'inadempienza di tutte quelle categorie politiche su cui si è fondata la modernità; elencando le “esigenze dell'anima” che supportano il radicamento dell'individuo con l'originario se stesso, nonché i mali - esterni ed innaturali - che generano l'enracinement (lo sradicamento); attuale status di emergenza collettivo, alterazione di uno status originario, conseguenza, di un sistema flagellato dal capitalismo, frammentato da incalzanti processi di omologazione dell'individuo, di snaturamento della memoria e di mercificazione della bellezza.
“Il radicamento è forse l’esigenza più importante e più misconosciuta dell’anima umana. È tra le più difficili a definirsi. Mediante la sua partecipazione reale, attiva e naturale all’esistenza di una collettività che conservi vivi certi tesori del passato e certi presentimenti del futuro, l’essere umano ha una radice. Partecipazione naturale, cioè imposta automaticamente dal luogo, dalla nascita, dalla professione, dall’ambiente. Ad ogni essere umano occorrono radici multiple. Ha bisogno di ricevere quasi tutta la sua vita morale, intellettuale, spirituale tramite gli ambienti cui appartiene naturalmente” (S.W.)
“Si ha sradicamento ogni qual volta si abbia conquista militare e, in questo senso, la conquista è quasi sempre un male. […] Persino senza conquista militare, il potere del denaro e la dominazione economica possono imporre una influenza straniera al punto di provocare la malattia dello sradicamento. Infine le relazioni sociali all’interno di uno stesso paese possono essere pericolosissimi fattori di sradicamento. Nei nostri paesi, ai giorni nostri, oltre la conquista, ci sono due veleni che propagano questa malattia. Uno di questi è il denaro. Il denaro distrugge le radici ovunque penetra, sostituendo ad ogni altro movente il desiderio del guadagno. Vince facilmente tutti gli altri moventi perché richiede uno sforzo di attenzione molto meno grande. Nessun’altra cosa è chiara e semplice come una cifra” (S.W.)
Nella mostra collettiva, visitabile su appuntamento fino al 22 giugno, saranno presentati una serie di lavori inediti realizzati per l’occasione ed una live performance -sabato 11 maggio- dell'artista MaraM; i differenti lavori, nascono come tracce visive, riflessioni che prendono corpo, di alcuni degli aspetti denunciati nel saggio della Weil. Alla mostra saranno abbinati una giornata studio sulle tematiche in oggetto, dal titolo Preludio ad una Dichiarazione dei Doveri Verso l'Essere Umano, che coinvolgerà studiosi di diverse estrazione, ed incontri tra gli artisti partecipanti e gli studenti delle scuole locali. Al termine del progetto l’intera esperienza verrà documentata attraverso un catalogo.