Franco Scaglietti – Momenti
L’opera di Scaglietti, chiaramente leggibile per nitidezza di costruzione e per sapidità di colore, ci propone composizioni paesaggistiche, che sono il compendio delle sue esperienze di lavoro e di vita e l’espressione del suo impegno pittorico ed umano.
Comunicato stampa
Dall’11 al 23 maggio 2013 la Galleria “Arianna Sartori” di Mantova in via Ippolito Nievo 10, ospita la personale dell’artista Franco Scaglietti intitolata “Momenti”.
Alla vernice che si terrà Sabato 11 maggio, alle ore 17.30, sarà presente l'artista.
Incontro con Franco Scaglietti
Un incontro che può trasformarsi in una scoperta. È accaduto a me che conosco Franco Scaglietti da una vita, può capitare a chiunque, si avvicini alla sua pittura senza ubbie intellettualistiche, e senza pregiudizi per le cose semplici, naturali, e magari già viste. La mia frequentazione con Franco Scaglietti risale agli anni giovanili, quando lui frequentava l'Accademia Belle Arti, e io mi nutrivo di cultura con i libri della BUR. In quel periodo - gli anni della nostra formazione appunto - Franco ebbe a conoscere alcuni maestri Modenesi: Pagliani, Bertoli, Felloni, Semprebon, che lo iniziarono alla pittura in tutte le tecniche e l'uso dei colori e altri materiali; mi confidò: “tutto quello che so in fatto di pittura l'ho imparato da loro copiando e memorizzando i loro segreti”.
Per molti anni le nostre strade presero direzioni diverse e ci perdemmo di vista, i nostri incontri erano occasionali, quando ci si incontrava. Seppi da comuni amici che Franco aveva abbandonato la tavolozza dei colori. Il ritorno alla pittura avviene negli anni Ottanta in coincidenza alla grave malattia della moglie, e dipingere diventa il mezzo per non lasciarsi travolgere dal dispiacere di una fine annunciata.
La solitudine lo riavvicina all'antico interesse per la pittura, si concentra sui soggetti tradizionali dell'arte figurativa, il paesaggio, la natura morta, la figura, con qualche sconfinamento nell’informale. La personalità di Franco Scaglietti si è sviluppata in modo autonomo, mai condizionata dalle correnti moderne, libero nel suo realizzarsi nelle forme nei modi e tecniche a lui più congeniali. Da molti anni trasferito e residente in provincia di Bergamo, da Modenese DOC, ha trovato nuove sinergie che esprime con l'uso di colori ricchi e vitali. L'opera di Franco Scaglietti chiaramente leggibile per nitidezza e sapidità di colore, ci propone composizioni rappresentative della sua esperienza di lavoro e di vita, rinnovandosi in una costante ricerca del nuovo e del bello. Questa continua voglia del nuovo stimola Franco Scaglietti verso una pittura astratta e il colore diventa il mezzo di “comunicazione visuale” del nuovo linguaggio pittorico. Artisti come Mondrian, Klee, Duchamp, diventano un riferimento negli infiniti aspetti della realtà inferiore e della visione esteriore per culminare nei “dripping" convulsivi dell’universo di J. Pollock. Il gesto pittorico di Franco Scaglietti diventa un fatto estetico, legato alla sapiente distribuzione del colore, e alla ricerca di un paesaggio figurativo nascosto. Il risultato ottenuto in queste ultime opere ci racconta l'infinita capacità che ogni espressione artistica è la manifestazione del senso del bello che alberga in ogni cuore sensibile e il grande desiderio dell’uomo di non vedere disperse tutte le tracce del suo effimero passaggio sulla terra.
Mario B. Lugari
Franco Scaglietti e i suoi paesaggi
La personalità di Franco Scaglietti si è sviluppata in modo autonomo, non condizionato dalle correnti moderne. Libero nel suo realizzarsi nelle forme che gli sono più congeniali e che sempre ci comunicano la sensibilità di un paesaggista che rispetta la natura e cerca di ritrasporla sulla tela, intatta e rigogliosa, come è stata creata.
Franco Scaglietti, modenese d'hoc, ma da molto tempo residente in provincia di Bergamo per lavoro, spesso ha visitato le prealpi bergamasche e le splendide località di villeggiatura estiva ed invernale come Selvino e Schilpario ed ha afferrato queste visioni ammirabili, per riproporle sulla tela con la più aderenza possibile al reale, per sentirle "realtà viva".
Una pittura naturalista, quindi, che non accetta alcun maestro se non la natura: paesaggi e rappresentazioni floreali che sono le sue cose più sentite, un tessuto d'indagine e di esplorazione dei luoghi a lui cari che sono fusi con la terra e la natura dove egli vive. Scaglietti non resiste al bisogno di fissare i suoi impulsi interiori in immagini immediatamente percettive, dove la sensazione visiva tende ad idealizzarsi in visione esistenziale.
L'opera di Scaglietti, chiaramente leggibile per nitidezza di costruzione e per sapidità di colore, ci propone composizioni paesaggistiche, che sono il compendio delle sue esperienze di lavoro e di vita e l'espressione del suo impegno pittorico ed umano.