Contrasti. Dialoghi dal figurativo al concettuale
Con questa mostra si è deciso di esplorare il cosiddetto conflitto che esisterebbe tra l’arte figurativa e l’arte concettuale attraverso il lavoro di 23 artisti contemporanei e un omaggio a Ottavio Mazzonis.
Comunicato stampa
La famiglia Benappi da ben quattro generazioni si occupa di arte antica con sempre più numerose incursioni sul ventesimo secolo e sul contemporaneo. Con questa mostra, provocatoriamente intitolata CONTRASTI – Dialoghi dal figurativo al concettuale, curata da Umberto Benappi e Armando Audoli, si è deciso di esplorare il cosiddetto conflitto che esisterebbe tra l’arte figurativa e l’arte concettuale attraverso il lavoro di 23 artisti contemporanei e un omaggio a Ottavio Mazzonis.
Inaugura dunque il 16 maggio 2013 alle ore 18 presso la storica Galleria Benappi a Torino, l’incontro/scontro tra i portatori del verbo figurativo e i fautori dell’opera concettuale che si disputa su di un soggetto ben definito: la vanitas o natura morta con elementi che ci ricordano la caducità della vita, rappresentata attraverso quadri, fotografie, sculture, disegni e installazioni. Scelta non casuale, ma spinta dalla consapevolezza che il silenzio delle cose è probabilmente lo scenario ideale per l’ipotetico attraversamento dei linguaggi visivi e il loro superamento.
Con le parole di Armando Audoli: “La divisione manichea tra figurativo e concettuale, che nuoce in primis all’arte stessa, soffre dell’impostazione rigidamente dualistica su cui poggia da sempre l’intero sistema culturale d’occidente. Oltretutto l’estremizzazione di entrambi i discorsi ha trascinato gli artisti in un vero e proprio cul de sac espressivo, dal quale sembra sempre più difficile trovare una scappatoia. In fin dei conti, perché l’alta qualità manufattoriale di un’opera figurativa non dovrebbe essere conciliabile con un’altrettanto alta portata concettuale?”
Le opere in mostra testimoniano invece come una terza via sia possibile laddove un grande virtuosismo va di pari passo con una marcata sensibilità concettuale superando l’ipotetico conflitto tra due linguaggi visivi all’apparenza inconciliabili
Gli artisti presenti in mostra sono: Luisa Albert, Santo Alligo, Agostino Arrivabene, Andrea Barin, Luigi Benedicenti, Bertozzi & Casoni, Nicola Bolla, Maurizio Bottoni, Roberto Coda Zabetta, Gianluca Corona, Carlo D’Oria, Jan Fabre, Titti Garelli, Plinio Martelli, Ugo Nespolo, Paolo Schmidlin, Francesco Sena, Giorgio Tonelli, Fabio Viale, Virgilio, Joel Peter Witkin, Daniele Zenari.
Vanità, silenzio, memoria del vuoto. La mostra si chiude con un omaggio al pittore torinese Ottavio Mazzonis (1921-2010) e alle sue raffinatissime “nature silenti”, figlie di un amore infinito per il trasparente lirismo di Chardin («Ci si serve dei colori, ma si dipinge con il sentimento» diceva, appunto, il genio settecentista). Artista sommo e ingiustamente relegato nel ghetto degli anacronistici perpetuatori del linguaggio pittorico, unico autore non più vivente incluso nella rassegna, Mazzonis si è tormentato per una vita intera, arrovellandosi proprio sul contrasto insanabile tra passatismo e modernismo: sull’inaccettabilità di quel vessatorio aut aut ideologico, che alle sue orecchie di poeta suonava come un violento e intollerabile ultimatum.